Il primo istinto di Eirene è di chiedere a Helena se per caso, esiste un modo per far sentire un potente calcio nel sedere a qualcuno lontano, anche due calci. «Nathaniel ha sempre inseguito il suo sogno di paternità: le sue figlie smarrite per il mondo. È molto romantico. È molto letterario.» sorseggia la birra, misura la stanza a grandi passi: «La realtà non è così poetica: ci sono giorni che passano senza eventi straordinari, ci sono persone che non parlano come nei libri, né agiscono allo stesso modo. C’è una ragazzina anoressica, che cerca disperatamente amore, attenzione e con cui serve molta pazienza. C’è una coppia che si confronta, senza sbandierarsi devozione a ogni piè sospinto. C’è poco di letterario nella nostra vita e c’è tanto di vero.» sentenzia come se dovesse fargli la predica. «Lui ha ritrovato le sue figlie, ma non era il rapporto che sognava. L’ha tagliato. Lui voleva questo, lui voleva quello, come fosse lo scrittore di un romanzo ma non lo è. Noi non siamo le sue creature, quando ci ribelliamo, ci cancella. Non è amore, questo. È un fuoco che divampa perché… Perché è così avventuroso trovare la felicità completa, dopo una lunga ricerca?» non ci va leggera, perché si sente presa in giro a sua volta e lo vorrebbe pigliare a schiaffi sino a farsi sanguinare le mani. «Non andare da lui, Bri.» l’avverte. Non ti umiliare.
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