Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

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venerdì 8 agosto 2014

Hooked On a Feeling

I'm hooked on a feeling
I'm high on believing
That you're in love with me.

Non è buona cosa, di questi tempi, arrischiarsi a fare lo stalker fuori da una Chiesa che ha appena subito un attentato, specie se c'è la polizia in giro. Specie se uno di questi poliziotti, così come la collega che era in auto, se ne sono appena andati. Di fatto ha posteggiato qualche metro più avanti, facendo il breve tratto che lo separa dal punto in cui si trovava la volante, tutto in retromarcia e con estrema attenzione. Non ha tirato giù il tettuccio stasera, giusto per non rendere troppo facile la propria identificazione, nel caso qualcuno avesse appena gioiosamente preso il suo numero di targa. Appostato come un falco orbo, con la testa appena piegata verso il volante, trattenuto comunque da entrambe le mani, sta scrutando nei pressi della Chiesa, tanto che, non appena intravede la figura di Brianna, eccolo sgattaiolare fuori di tutta fretta, premurandosi prima di tirare il freno a mano, giusto per non ritrovarsi l'auto chissà dove. Vecchia, anzi vintage, è vero, ma non anche distrutta. Non dovrebbe essere difficile individuarlo per la Nephilim, visto che sarà una delle poche auto ad aggirarsi per i dintorni a quell'ora. Gli occhi socchiusi per via del fascio di luce puntato direttamente contro il monumento e l'espressione terribilmente seria. Chiude la portiera, non prima di aver recuperato qualcosa che assomiglia tanto ad un cartellone, seppure di dimensioni non troppo ingombranti, ma neanche piccolo. Si è anche premurato di nascondere qualsiasi cosa ci sia sopra con un grande foglio da disegno, completamente immacolato. Controllato con una serie di pacche contro le tasche, approdando anche al taschino della camicia, sembra essere soddisfatto di sè, tanto da trarre un bel sospiro e poi finalmente avviarsi. Gli occhi verdi che scrutano la figura conosciuta, come se non la vedesse da così tanto tempo da aver bisogno di cercare differenze. Peccato che non la veda giusto da un giorno, forse. Addosso un paio di jeans e una camicia nera, con sottilissime righine color ruggine. «Ciao.» ma il tono è più interrogativo che altro.
Brianna non è di cattivo umore, non è rilassata. È raggiunta da una sensazione che ormai riesce a rasserenarla malgrado tutto, sposta l'attenzione per sorridergli scoprendo la dentatura e con le fossette ben visibili, incrocia le mani all'altezza del grembo per andargli incontro. «Ciao.» fa eco, la sua voce è limpida, il tono sicuro e morbido. Inclina la testa, a squadrarlo per alcuni istanti. Vorrebbe solamente abbracciarlo, però deve considerarlo inopportuno. Gira la testa verso il faro della Polizia, stringe le labbra tra loro. Non è esattamente a disagio, però ponderare la reazione richiede qualche secondo. «Non so quando rimuoveranno tutto.» prende un argomento neutrale, lo espone con calma impostata: «Anja è rimasta turbata.» aggiunge. Riporta il viso su Nathaniel. «Se anche ti avessi spiegato, ripetuto, giurato che sei il primo uomo di cui sia così... Follemente, perdutamente, scioccamente innamorata non sarei riuscita a farti cambiare idea. Perché non hai fiducia in te, perché non vedi quanto sei unico e quanto sia facile volerti bene, fidarti di te, cercarti e non mi puoi capire.» sembra scrollare le spalle, senza enfasi, persino le parole sono mormorate con rassegnazione, quasi ammettesse una sconfitta.
Nathaniel la raggiunge, anche perché affretta maggiormente il passo quando si trova a metà del tragitto. Pare ovvio che voglia esserle vicino il più presto possibile. Gli occhi permangono su di lei, senza neanche considerare che ci possano essere intoppi nel suo cammino. Fortunatamente non ne incontra, o al momento, forse, si ritroverebbe disteso davanti ai piedi della Nephilim. Uno sguardo in direzione del faro e poi torna a guardarla, o meglio a virare con gli occhi, dato che la testa rimane indirizzata verso quel punto: «Lo toglieranno, prima o poi e tutto tornerà come prima.» torna a girare anche il capo, con estrema lentezza. Intanto quella sorta di cartelloni vengono mantenuti con la mancina, ben adesi contro il fianco stesso: «E bella sera questa qui, neanche una nuvola.» ironizza sul suo tentativo di parlare di qualsiasi cosa sia neutrale. E cosa c'è di più neutrale della classica chiacchiera da ascensore, che non sia il clima o il tempo? «Ssh.» piccola pausa: «Ti prego.» cerca di poggiarle l'indice della destra sulle labbra, in perpendicolare. «Non voglio che tu mi dica queste cose.» scuote il capo, piano: «Sono stato un cretino, okay?» ne cerca lo sguardo, ormai fermo davanti a lei. «Un cretino fatto e finito, anche solo per aver dubitato, per essermi fatto guidare dall'incertezza, per averti trattata male e per aver fatto domande inopportune.» cerca sempre di mantenere il dito lì, dove ha tentato di poggiarlo prima: «So che mi ami. Me l'hai dimostrato almeno un milione di volte da quando ci siamo incontrati, fino ad ora.» sorride, alzando piano piano gli angoli della bocca: «E so che anche io ti amo. Immensamente. Con tutto il mio cuore e tutto me stesso. Sei la mia luce. Non quella accecante ma quella che ti guida, nella notte. Ti consola, ti illumina la via.» poi sorride più apertamente, schiudendo le labbra a mostrare la dentatura: «Sei come la lucina nelle camere dei bambini che scaccia i mostri sotto il letto e nell'armadio.» stavolta ride, ma il succo del discorso è realmente quello. «E io, ogni tanto, non riesco a capire come tu abbia fatto a cercare proprio me. A volere proprio me. E ho paura... »ciondola poi con il capo: «Anzi no, il terrore, che qualcuno possa portarti via da me.» solleva di scatto le sopracciglia, sgranando gli occhi. «Non dire niente, aspetta. Lo so.» sembra volerla anticipare: «Tu non vai da nessuna parte.» piccola pausa: «Ma sei così bella...» altra pausa, ingentilendo anche gli occhi e i tratti del viso: «Bella tutta, dentro e fuori.» specifica: «Che io sono l'uomo più fortunato del mondo ad averti.»
Brianna non si è mossa, ha solo piegato un angolo della bocca per alzare gli occhi al cielo. «Tornerà come prima.» ripete con un'ombra di dubbio, di amarezza, non ne sembra convinta. Lo ascolta, talvolta sembra dover fissare un punto sopra alla sua spalla per non farsi vincere dalla commozione. «Vale lo stesso per me.» dice a voce bassa, quando lui ha concluso, prende tempo con un sospiro: «Sei la felicità per cui ho pregato, quella che ero convinta di non meritare e che ho inseguito per decenni. Ti ho cercato da quando sono nata, adesso che ti ho trovato so che non potrò vivere lontano da te, lontano dal tuo amore.» formula queste frasi con un sorriso lieve. «Hai ragione, perché anche io sono gelosa e mi domando cosa faresti, se la madre Ariana e Madison ti volesse... O se una qualsiasi altra donna si innamorasse di te e tu vedessi un'esistenza più serena, più completa al suo fianco, senza il timore di perdermi per mano di qualche creatura sovrannaturale, senza dovermi dividere con una missione e sento che non potrei trattenerti. Io non avrei più nulla, nulla... Sarei un'ombra.» fa una pausa, allarga le braccia per tentare di circondargli i fianchi, si sporge per cercare di appoggiare la fronte al suo petto. «Quando mi hai chiesto se amassi Nathan, mi è sembrato di essere tornata indietro di mesi.» sussurra, socchiude le palpebre per qualche secondo. «Non è un bel momento. Capisco che tu non stia bene.» aggiunge alzando la testa: «Con me, non devi fingere e non devi tacere o parlare, se non te la senti. Io starò accanto a te comunque, ovunque tu sarai.» termina conficcandosi i denti nel labbro inferiore.

I can't stop this feeling
Deep inside of me
Girl, you just don't realize
What you do to me.
When you hold me
In your arms so tight
You let me know
Everything's alright.


Nathaniel, quando ha terminato di parlare, scivola via con il dito, regalandole una carezza e probabilmente piegando appena con il polpastrello, il labbro inferiore, fino ad allontanarsi del tutto. Segue il gesto, per altro, con attenzione, prima di saltare velocemente verso i suoi occhi. «Non dovrai mai vivere lontano da me, a meno che non sia tu a volerlo.» quando si avvicina per abbracciarlo, non abbandona quello che regge il braccio sinistro, ma cerca di circondarla con il braccio destro verso di sé, come una necessità. Come se ne andasse della propria vita: «So che è stupido essere gelosi di qualcuno che non c'è più...» alza lo sguardo verso il cielo terso, almeno per una volta. Sospira e poi lo riabbassa, dopo aver mostrato per bene il pomo d'Adamo che si alza e si abbassa nella deglutizione. «Ma so anche che le altre persone, potevano forse darti qualcosa di più di quanto non possa fare io. Forza, estremo coraggio, lunga vita e non tanti problemi come me.» ammette, osservandola poi come si guarderebbe qualcosa di realmente curioso, con tanto di capo piegato su un lato: «Stai scherzando?» quasi sbotta a ridere: «No, no... Non sto prendendo in giro te.» si affretta a dire: «Ma se c'è una cosa di cui non devi aver paura è proprio questa. io. voglio. solo. te.» e la mano che si era poggiata dietro la sua schiena, si alza per tentare di puntare il polpastrello dell'indice contro la punta del suo naso, spingendola appena indietro.«Non sono giustificabile, Brianna. Non trovarmi scusanti. So che sei buona, so che lo fai con tutti.» poi aggiusta il tiro: «Quasi.» precisa, con un sorriso divertito. «Ma non ho scusanti. Non di trattarti male, nonostante i miei problemi. Tu non puoi davvero nulla.» e poi le fa cenno di attendere, facendo qualche passetto indietro e provando a sfilare via dalla sua presa senza scatti, senza essere infastidito. Alterna lo sguardo da lei a ciò che teneva aderente contro il fianco sinistro e che ora viene portato davanti a sé, facendo spuntare solo occhi ed occhiali, lasciando cadere a terra, momentaneamente, il foglio da disegno. Ne viene fuori un'immagine paradisiaca, con tanto di acqua cristallina, bungalow. Un paradiso in terra. Lampeggia con le sopracciglia, dopo l'ennesima breve parentesi al cartellone e tornando a guardarla. Subito dopo riabbassa il capo e dopo una visuale lunga di quel paradiso, gira un altro cartone, stavolta mostrando una camera da letto, presumibilmente del bungalow già mostrato prima, tornando a lampeggiare con le sopracciglia ma alzando anche gli angoli della bocca, mentre dalle narici esce un fiotto d'aria che gli fa sobbalzare le spalle. «Anche qui?» Nathaniel prosegue: «Ci sei tu. Questo è quanto di migliore possa sperare, possa volere, per rendermi felice.» poi alla semplice parola "qui", va ad ammiccare nuovamente e a reggere con entrambe le mani, prima di girare un terzo cartellone, attendere ovviamente che lei abbia visualizzato, poi un quarto: «Un paradiso in terra e qualcuna, desiderava così tanto andarci.» lancia ovviamente quell'indizio, prima di poggiare il tutto a terra e infilare due singole dita nel taschino della camicia, estraendo quelli che sembrano due biglietti aerei, portandoglieli davanti al naso.«Quando vuoi. Ora. Domani, tra una settimana, due.» spiega: «È nostro per un mese.» ciondolando con il capo, per quanto non dirà mai come ha fatto a prenotare quel ben di Dio per un mese intero. «Possiamo fare un week end. Poi tornarci anche quello seguente o farli tutti assieme. Basta solo decidere.» una pausa più significativa: «Ci vuoi venire con me, Brianna Berenice Byrne?»
 
Brianna non ha certo una possanza fisica da Amazzone, perché manca del temperamento bellicoso da guerriera, perché non le viene richiesto di essere un carrarmato. «Sai mostrare una notevole resistenza.» cinguetta, si direbbe un'osservazione maliziosa però lei è la radiosa Ethevyn della Fratellanza. Abbassa lo sguardo di nuovo. «Avrai tante ragioni per essere felice.» risponde con fermezza, lei non ha perduto la speranza, affatto e vuole che Nathaniel faccia altrettanto. «Avremo.» si corregge. Stringe le labbra tra loro, sfrega i palmi mentre l'ascolta. «Belize.» somiglia a una domanda, salvo poi emettere un suono che pare una risata. «Wow.» affonda le dita della mano sinistra tra i capelli. «Andrei in uno scantinato invaso dai topi, se lo chiedessi, Nathaniel Hunt.» si avvicina di un passo. «Potremmo andarci la prossima settimana e restarci per cinque o sei giorni.» propone, piega il braccio per lisciare invisibili pieghe nella gonna. «Questo non è un albergo, intendo... L'hai prenotata?» chiede. È una curiosità legittima, sia mai che arrivano e c'è una coppia in Luna di Miele, così che loro passino la vacanza all'addiaccio. «Dove hai trovato, tutto?» aggiunge, eppure sa che esistono le agenzie di viaggio ma non connette benissimo quando è felice.
 
Nathaniel quel commento ha la capacità di mandargli in fiamme le orecchie. Una vampata che ne colora la parte superiore, fortunatamente in parte nascosta dai capelli ricci. «Beh, sì...» pausa, ciondolando un po' il capo: «Grazie.» giusto con un pelo di imbarazzo. «Io ce l'ho già. E ho anche Madison, mi ha scritto oggi pomeriggio.» le rivela, ma subito dopo passa all'argomento principale, non volendo tediarla ulteriormente sull'argomento. «Belize.» conferma, tentando di avvolgerla in un abbraccio stritola ossa. O così sarebbe se avesse abbastanza forza per farlo. «Questo non lo è proprio, non è vero?»ancora ammiccando in direzione dei cartelloni: «E ci faremo coccolare così tanto che non vorremo più tornare indietro.» ne cerca le labbra stavolta, dopo quel pur breve periodo di astinenza, per baciarla. Un bacio veloce ma carico di affetto, di aspettative: «Sì, l'ho prenotata.»annuisce: «Ed è nostra per un mese.» sospira, premendo le labbra tra di loro: «Di più non potevo fare o mi avrebbero chiesto se sono pazzo a tenere un bungalow occupato per così tanto tempo.» piccola pausa: «Ti piace?» ancora ne cerca lo sguardo, cercando probabilmente qualche forma di incertezza o delusione: «Preferivi qualcos'altro?» ciondola poi appena con il capo. «Segreto.» salvo poi dire la verità il momento successivo: «Internet e...» piccola pausa: «Un piccolo aiutino.»
Brianna lancia una nuova occhiata, più esplicativa delle parole. «Ma prego.» mormora con uno sfarfallio di ciglia vezzoso. «Madison sembra avere un carattere più risoluto.» si azzarda a osservare, un pigolio incerto. «Un mese intero.» ripete a pappagallo, sembra astenersi dal saltellare per via del brandello di autocontrollo rimasto. È raggiante, fra l'altro non è una personalità incline al tormento, alla malinconia e le basta poco per sentirsi a proprio agio, soddisfatta e di buon umore. «Dobbiamo partire per restare un sacco di tempo lì. È un meraviglioso, mi piace un sacco.» assicura, fa un passo ancora verso Nathaniel. «Ti amo.» replica vivacemente, ma la voce resta morbida, dolce come gli occhi che posa sul suo viso. «Avviserò i ragazzi, mi accerterò che Daniel stia bene e che nessuno abbia bisogno di me per un po'.» promette con un cenno del capo: «Un aiutino?» chiede perplessa. «Non avrai problemi con l'agenzia, vero?» aggiunge, sorride di nuovo. Allunga la mano sinistra per cercare di accarezzargli il volto. «Hai passato un periodo difficile, ma vedrai che andrà meglio in futuro. Vedrai che si sistemeranno le cose.» fa una pausa, abbassa la testa. «Penso che non avessi cercato le ragazze, a quest'ora non ti avrei incontrato. Non saprei nemmeno il tuo nome. Non avrei mai visto il tuo sorriso.» ritrae il braccio lentamente: «Avrei i ricordi a farmi compagnia, quando tutti sono presi dalla loro vita. Quando io mi accorgo che oltre ai Nephilim, non ho nessuno che sia mio.» fa una smorfia, scrollando le spalle a minimizzare quelle frasi.
Got a bug from you, girl
But I don't need no cure
I'll just stay a victim
If I can for sure.
All the good love
When we're all alone
Keep it up, girl
Yeah, you turn me on.


Nathaniel: «Non dirmelo più.» l'ammonisce, anche se si vede lontano chilometri che non se l'è presa e anzi, in un certo senso pare fargli anche piacere, al di là dell'imbarazzo: «A dire la verità, come ti ho detto, mi sarei aspettato una reazione simile da lei, proprio perché più risoluta.» si stringe nelle spalle: «Dai, è stato almeno un 50 e 50.» ci scherza su, per quanto sia chiaro, specie ad una dotata di empatia come è lei, che la cosa lo ferisca. «Non pensiamoci più.» cerca di allontanare l'argomento, anche facendo un gesto ampio con il braccio. «Ora dobbiamo pensare a cosa faremo.» sorride raggiante di slancio alla felicità di Brianna: «Tu immaginati...» si avvicina per sussurrarle all'orecchio: «Di andare a dormire con il rumore del mare e svegliarsi, aprendo le persiane, trovandosi davanti l'immensità dell'oceano e una distesa di acqua cristallina. Ti ci puoi calare dalla finestra, direttamente in mare.» una piccola pausa. «Ci sono le palme, ci sono anche le amache.» cerca di baciarle il collo, in quel punto in cui si congiunge con la spalla: «E soprattutto non dovrai avvelenarti con la mia cucina o cucinare tu. Andremo dove vorremo, senza problemi, senza persone che ci urtino.» sospira: «Senza pioggia!» perchè sì, in quel momento preciso, o comunque subito prima, le prime grosse gocce hanno cominciato a cadere, come al solito. «Cocktail con ombrellino sulla spiaggia o sul piccolo portico. Bagni con o senza costume.» risale con altri piccoli baci sul collo, fino ad arrivare alla mascella: «Se mi è sembrata al tempo una decisione estremamente difficile, brancolando nel buio, ora la benedico quella decisione.» altra lunga pausa, stavolta risalendo sulla guancia, per darle un bacio a lato della bocca: «Vieni a casa mia?» un po' più timidamente id quanto non ha fatto nei giorni precedenti.
Brianna ha cercato di abbracciarlo, almeno di accostarsi per spostare le dita sino al collo. «Hai la metà della giuria, adesso conquisterai l'altra.» risponde, va a parere sempre nel medesimo punto ma ha le sue ragioni. «Non ne parlerò, ma tu ci penserai.» è una constatazione, non è polemica ma è quietamente certa sia la verità. «Pure se parlassimo, non cambieremmo la reazione di Aria, forse lasciare che trascorra del tempo, faciliterà le cose.» conclude serafica, alza lo sguardo per notare che il cielo si è rannuvolato, sospira. «Pochi acquazzoni, pochi criminali da strada perché ci saranno poche strade, poche bombe.» aggiunge all'elenco: «Potremmo stabilirci lì.» si lascia sfuggire dalle labbra un sospiro. «Non c'è tanto da fare ma potremmo vedere i film dal computer e tu impareresti a cucinare in meno tempo, perché imparerai a cucinare.» soggiunge, cerca di strofinargli il naso sulla guancia. «Lo è stata anche per me.» è la sua risposta, cercandone lo sguardo: «Non credevo di essere in grado di organizzare una camera da letto, figuriamoci una Fratellanza. Inoltre, New Orleans non è una zona tranquilla e non lo sarà mai. Ero sicura di essere sbagliata, anche se mi assicuravano il contrario, poi ti ho incontrato e ho saputo.» cerca di baciarlo, non indugia troppo. «No.» risponde, poi ride piano. Non lo sta prendendo in giro, sembra solo voler scherzare. «Certo che mi va.» mette subito in chiaro le cose. «Tu cosa hai fatto, ieri sera?» è la sua domanda curiosa. «Io ho guardato un film sul portatile, mi sono addormentata sul tardi.» gli racconta. Una serata da brivido.
 
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