Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

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giovedì 8 gennaio 2015

Make a Wish

Brianna è adagiata sul letto nella camera d'ospedale che occupa dalla nascita di Hester e Heathcliff. È in buona salute, come lo sono i suoi bambini e il marito è andato a prendere i genitori all'aeroporto. Lei ha ricevuto la visita dei nipoti, anche di sua madre e di suo fratello, si sente felice, ma anche stanca. La stanza è addobbata come si conviene con palloncini colorati legati alla testiera del letto, con un incalcolabile numero di mazzi di fiori, vasi di piantine, scatole di cioccolati, cesti traboccanti prodotti per l'infanzia. È una stanza allestita per l'evento più lieto. È in quel momento che, bizzarramente, ricorda la sua infanzia, il periodo dorato trascorso nella villa dei Byrne, quando i suoi genitori erano giovani e suo fratello era un bambino: rivede la stanza dei giochi, dove era custodita la sua casa delle bambole, il cavallo a dondolo bianco, il trenino che Alfred aveva costruito con l'aiuto del maggiordomo, il servizio da tea per le sue bellissime bambole di porcella, immagina Hester e Heath giocare in quella cornice datata ma per lei perfetta. Percorre con la mente il corridoio, arriva in Biblioteca, scivolando sotto la scrivania, vede le gambe di suo padre e ridendo, vi si aggrappa. Malcom sta disegnando qualcosa sul bordo di un libro aperto, lascia la bambina in attesa qualche secondo, sorridente, la solleva d'istinto facendo gridare eccitata. Brianna ricorda ogni libro su cui Malcom ha disegnato, ogni fotografia scattata e sistemata negli album da sua mamma, ricorda la musica che ascoltava Rebecca mentre si pettinava davanti allo specchio e pensa che tutto questo è perduto. I suoi bambini, lei stessa non rivedranno il bel viso di Rebecca Byrne o di Malcolm, neppure in una fotografia e non ci sono più i biglietti di auguri, le lettere conservate, i calamai e i pennini... Tutto perso in quella precipitosa fuga verso la campagna, durante la Seconda Guerra Mondiale. I bombardamenti non davano tregua, seminavano morte, dovevano sfollare lontano da ferrovie e fabbriche. Presero i soldi, gli abiti, i gioielli, per il resto non c'era spazio e al ritorno, la villa era stata devasta dai soldati, i mobili spaccare per farne legna da ardere, così i libri, i giocattoli rotti o rubati. Brianna sospira. È una piccola cosa in un mondo in tumulto, però sono tasselli importanti nella sua vita, le parlano di chi ha amato, le parlano di lei e ne parleranno ai suoi figli. «Vorrei che la Villa della famiglia Byrne tornasse come era un tempo, prima della Guerra. Vorrei rivedere la camera dove dormivo, quella in cui giocavo con Alfred, vorrei ascoltare i dischi della mamma, mostrare tutte le fotografie che sono state bruciate a mio marito, ai miei figli, ai miei nipoti. Vorrei che nessuno avesse devastato, saccheggiato la nostra casa, che nessuno mi avesse tolto quelle cose che... Che sono legate alla mia famiglia, alla mia vita. So che non è una cosa di vitale importanza, ma se potessi avere quello che mi hanno tolto, io sarei felice. Sarei felice di non avere solo i ricordi, di avere qualcosa anche se piccolo come può esserlo un disco o una fotografia. Vorrei tanto rivedere la casa in cui sono cresciuta. Lo desidero con tutto il cuore.» si esprime così, alla Shamana con un sospiro. Non è il massimo dell'altruismo, ma per una volta, pensa principalmente a cosa farebbe piacere a lei: riavere una parte del suo passato.

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