«Lo scarafaggio è stato
il suo unico compagno mentre lavorava a Osaka. Lei aveva turni
inumani, una paga misera, nessuna garanzia. Lo scarafaggio, andò
vicino alla sua mano, una sera che piangeva. Rimase lì, anche se
poteva essere ucciso e lei lo prese nel palmo. Lo tenne con sé, lui
cominciò a seguirla, a starle vicino come un cane. Col tempo,
comprese quanto fosse profondo il legame e lo trovo bellissimo: in
quella disperazione, a donarle un po' di amore e di sollievo è stato
un essere minuscolo, sgradevole, disprezzato. Sai, non sempre basta vedere
la bellezza dove gli altri non la trovano. Bisogna creare la
bellezza, anche dove proprio non c'è.»
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