Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

Volete divertirvi con noi?
Venite qui: Winter's Tale GdR

domenica 22 marzo 2015

Everything I Do...

Talvolta, le parole possono arrivare da altri eppure essere nostre, appartenerci comunque.

Messaggio di Nathaniel:


Messaggio di Brianna:
So honey now
Take me into your loving arms
Kiss me under the light of a thousand stars
Place your head on my beating heart
I’m thinking out loud
Maybe we found love right where we are
When my hair’s all but gone and my memory fades
And the crowds don’t remember my name
When my hands don’t play the strings the same way,
I know you will still love me the same.

The Bangles Eternal Flame

Say my name, sun shines through the rain
A whole life so lonely, and then you come and ease the pain
I don't want to lose this feeling.
Close your eyes, give me your hand
Do you feel my heart beating, do you understand
Do you feel the same, am I only dreaming
Is this burning an eternal flame ...

Messaggio di Nathaniel:

Bon Jovi Thank You For Loving me

Messaggio di Brianna:
Savage Garden - I Knew I Loved You

I knew I loved you before I met you
I think I dreamed you into life
I knew I loved you before I met you
I have been waiting all my life

There's just no rhyme or reason
only this sense of completion
and in your eyes
I see the missing pieces
I'm searching for
I think I found my way home
I know that it might sound more than
a little crazy but I believe .

Messaggio di Nathaniel:
Bryan Adams - (Everything I Do) I Do It for You

Ma è vero, darei la mia vita per te.

Messaggio di Brianna:
Sì, anche io darei la mia vita per te e potrei morire non una ma mille volte per te... Però, io ti ho già donato la mia vita e per poter vivere mille giorni insieme te, svegliandomi al tuo fianco e prendendo sonno accanto a te.


Look into my eyes, you will see
What you mean to me
Search your heart, search your soul
And when you find me there you'll search no more

Don't tell me it's not worth tryin' for
You can't tell me it's not worth dyin' for
You know it's true
Everything I do, I do it for you

Look into your heart, you will find
There's nothin' there to hide
Take me as I am, take my life
I would give it all, I would sacrifice

Don't tell me it's not worth fightin' for
I can't help it, there's nothin' I want more
You know it's true
Everything I do, I do it for you
Oh yeah

There's no love, like your love
And no other, could give more love
There's nowhere, unless you're there
All the time, all the way, yeah

Look into your heart, baby

Oh, you can't tell me it's not worth tryin' for
I can't help it, there's nothin' I want more
Yeah, I would fight for you, I'd lie for you
Walk the wire for you, yeah I'd die for you

You know it's true
Everything I do, oh, I do it for you

Everything I do, darling
And we'll see it through
Oh we'll see it through
Oh yeah

Look into your heart
You can't tell me it ain't worth dying for
Oh yeah

I'll be there, yeah
I'll walk the wire
Oh, yeah

giovedì 19 marzo 2015

The Daddy in the World



Domani mattina, in cucina, Nathaniel troverà i gemelli svegli e la colazione pronta. Sul tavolo c'è un pacchetto rettangolare e un bigliettino scritto dalla Ethevyn: 'Festa del Papà 2015' è scritto sul retro della busta, aprendola, Nathaniel troverà un biglietto d'auguri con due mani argentate congiunte, aprendolo vedrà dei cartoncini scritti e colorati da Brianna: 'Daddy, You're the Best in the World x Hester, Heath'. Il regalo, ovviamente sempre da parte dei gemelli è un ciondolo portafoto realizzato totalmente in argento di forma ovale con incisioni a fantasia floreale nella parte anteriore, lucidato completamente nella parte posteriore, apertura a scatto. Dentro sono miniaturizzate due fotografia: a sinistra Hester e Heath dormono beati fra le braccia di Nathaniel, seduto in poltrona e sonnacchioso a sua volta; a destra c'è una foto di Nathaniel che sta chiacchierando con Madison nella cucina di casa Hunt.

domenica 15 marzo 2015

The Wall

«Lei sa che sono anche Umana. Siamo Figli degli Angeli, a dirla con brutalità, siamo Figli delle Umane che ci partoriscono, ci allevano, ci crescono. Siamo un raccordo fra due piani di esistenza, che la cosa possa piacere, oppure possa dispiacere. In quanto tali, non rinneghiamo nessuna delle nostre nature, né siamo disposti a tenere in una sfera di cristallo gli Uomini, considerandoli ingenui bambini incapaci di decidere cosa fare della propria vita. Credo che sia inevitabile un contatto fra il Soprannaturale e gli Umani: portali aperti in centro città, bizzarre creature che escono dai laghi, stragi non meglio specificate, ormai l'informazione viaggia su binari veloci ed è sufficiente un cellulare per rendere milioni di persone partecipi dell'esistenza di un'idra. E possiamo solamente lodare Dio, che non vi sia anche un cellulare per ogni drago che decide di svolazzare in città. Il punto non è creare la famosa bolla in cui stipare sei miliardi e rotti di anime, tenerli a guardare TG farlocchi e sciocchi serial. No, il punto è evitare delle vittime. Evitare che il fuoco bruci delle mani che non sanno che la fiamma farà male. Può sembrare un cavillo, invece mi creda è una questione etica, morale ed oggettiva di grande importanza Perciò, credo sia saggio evitare che la gente, le persone... Non sciocche, non indifese, ma ignoranti perché ignorano la realtà nella sua completezza vengano distrutte da una verità che è feroce, aggressiva e letale. In poche parole, credo che serva uno scudo fra le persone e il Soprannaturale, una parete difensiva che eviti i danni. Una parete che argini i pericoli.»

venerdì 13 marzo 2015

Piece of Me

Sono ritornata. Shane ha recuperato la mia anima, ha dato il mio corpo la scintilla che s'era bruscatamene spenta.
Il primo barlume di consapevolezza è stato per i miei figli, ho ricordato i loro volti addormentati, ho avvertito la necessità di vederli, di tenerli fra le braccia, cullarli mentre erano svegli. Ho compreso, perché il mio spirito non avesse pace: Hester, Heath hanno bisogno di me o forse, io desidero convincermene perché alla prova dei fatti, i gemelli erano puliti, profumati, sfamati.
Sono a casa, adesso. Sono circondata dalle persone che amo, dovrei sentire un senso di pace, di sollievo, invece sono stanca.
È naturale, dicono, gradualmente ritornerò ad avere la stessa energia, la medesima forza, eppure c'è dell'altro. Faccio il possibile, perché nessuno possa vederlo, avvertirlo però non lo nego a me stessa, c'è dell'altro, non so definirlo.
Piango, ogni volta che sono sola, piango sino a quando gli occhi non sono gonfi e la testa pulsa di dolore, piango senza mangiare un boccone, distesa sul divano.
«Sento come se un pezzetto di me fosse perduto.» ho detto ad Haniel, l'unico a cui abbia pensato di confidare una cosa talmente complessa e dolorosa. Gli ho telefonato barricata al terzo piano, con Beren e Luthien sistemati sul mio grembo.
«È impossibile, gli Stregoni non fanno lavori a metà.» ha ribattuto in tono pratico: «Sei te stessa, ma forse qualcosa è semplicemente cambiato. Hai cento anni, Brianna, se non ti evolvessi nel tempo, saresti una creatura sciocca e inutile, ma tu non sei né l'una, né' l'altra. Dimmi, cosa c'è?» ha chiesto.
Sono scoppiata in lacrime ed è stata la mia replica, perché Haniel non ha fatto pressione. Io non so spiegare in che senso possa essere cambiata, quale granellino della mia personalità abbia preso un'altra direzione, però è accaduto.
Trovo conforto nella stanza dei bambini, osservo la loro innocenza, progetto un futuro che sia sgombro da nubi, un avvenire di ostacoli sormontabili, mi chiedo se Nathaniel avverta qualcosa o sia troppo chiuso nelle sue emozioni per badare ai miei stati d'animo.
Non è empatico, non può sapere cosa si prova a sentire la rabbia, il dolore, il rimpianto altrui, quando distende la mano verso di me, soffoco l'impulso di raggomitolarmi di lato, di rimanere con le mie riflessioni, senza essere travolta dai suoi sentimenti negativi, in silenzio, senza farlo notare per timore che una sillaba, un sospiro, finiscano per generare una discussione che non potrei sostenere.
Rimango sveglia, preparo la colazione, sistemo Hester e Heath, li tengo svegli perché salutino il papà, talvolta anche Madison; cucino e chiedo dei miei fratelli.
«Ne hai parlato con Nathaniel?» è la domanda che mi fanno anche i fili d'erba attorno alla Sede.
Non l'ho fatto, per ora.
Voglio parlare con Nathaniel, stavolta, non importa quale sia il prezzo da pagare. Sono sfinita, devo trovare rimparo in lui, dovrebbe essere uno sforzo reciproco, venirci incontro.
Sono morta in questa casa, non mi sento a mio agio, qualcosa è cambiato per sempre.
Stavolta non posso farcela da sola.
Dovrebbe essere il primo a saperlo. Dovrebbe essere il primo a cercare di vedere quanto sappia amarlo, oltre le differenze, oltre i difetti, oltre gli sbagli.
No, no, no... Lui sa che lo amo, non può dubitarne. Abbiamo la nostra famiglia, può fare uno sforzo, può ascoltare, se non capire, solo sentire, solo accettare che io sia imperfetta, come il mio amore. Io lo amo, può cambiare il Cielo ma non il mio cuore. Lui mi ama, può cambiare il Cielo, ma non il suo cuore?
Deve solo amarmi,solo dire che ci riusciremo insieme, non importa come ma insieme. O amarmi è la disgrazia della sua vita? Temeva lo fosse per Ariana conoscere lui, ma forse è per lui, avere accanto a me.
Sono stanca, sono arrabbiata, sono confusa, piango appena sono sola, piango sino a quando non ho mal di testa e scordo di mangiare. Io non sono debole. Nessuno mi renderà debole.
È tempo di affrontare la vita.

È tempo di andare avanti.

venerdì 6 marzo 2015

One last time, say my name

Il nostro cattivo questa sera non sembra voler far sconti a nessuno. Infilza Brianna senza pietà, le fa male, ed è sempre più vicino al suo scopo. Eliminarla, distruggerla, toglierla di mezzo. Si sta accanendo su quella figura esile che è Brianna, ma è figlia di un angelo e le direttive sono precise, gli ordini vanno rispettati. Nathaniel continua imperterrito a urlare, continua ad infastidire il cacciatore che comincia a perdere la pazienza anche nei confronti del Medium. Medium che spara e colpisce dalle parti dei gioielli di famiglia, esplosione di sangue, i tappeti dovranno andare in lavanderia. Dubitiamo comunque che abbia un apparato riproduttivo quindi diremo che colpisce quella zona e allarga le braccia, indietreggia e per questo esce dalla mira di Brianna che stila testamento con il marito. E visto che qua sta finendo a sparatutto contro il cacciatore e questo sta perdendo la pazienza decisamente in tutti i sensi Proverebbe quindi a colpire Nathaniel che gli ha frantumato qualcosa con la pallottola ma non tagliandolo da parte a parte come si farebbe con il fruit ninja, bensì con il piatto della Katana per disarmarlo e poter dedicarsi alla Ethevyn, anche se comincia a sentirsi stanco, di tutte queste tarantelle.
Nathaniel urlerebbe se solo avesse il fiato per farlo. Invece si mozza, e il cuore sembra perdere qualche colpo quando vede la compagna, l'amore della sua vita, accasciarsi a terra. «Brutto fottuto bastardo! Tornatene da dove sei venuto!» non soltanto schiva alla grande il colpo che lui cerca di infliggergli, anzi si scosta abilmente sul lato, ma tenta poco diplomaticamente, il momento dopo, di abbassare le braccia, reggere l'arma con la sola mano destra e poi fare il gesto più avventato della sua vita, con ogni probabilità. Forse pure l'ultimo. Non si china a guardare come sta la moglie, non si mette a piangere. Non è il momento. Semplicemente si avventa contro il cacciatore e tentare, ovviamente facendo conto sullo slancio appena messo, se non sul proprio peso, di atterrarlo. La mano sinistra che nell'impatto, tenterebbe pure di acchiappargli il polso con cui regge la katana. È  semplicemente la forza della disperazione, mista alla rabbia più cieca, al momento. Nel movimento non viene emessa parola, né tanto meno alcun suono o respiro. Sembra semplicemente... Sospeso. E dire che sarebbe un becchino e un anonimo medium che lavora il legno e restaura libri. «Smettila!» c'è più disperazione che tentativo di zittire la moglie o essere arrabbiato per chissà quale motivo.
Brianna sapeva che non sarebbe sfuggita al Darach, l'ha compreso quando si è avventato su di lei alla Sede. È stata una sensazione epidermica, anche se Umana ha saputo riconoscere la morte, quando si è presentata. Vede altro sangue addensarsi sull'ingresso, comprende che arriva dal nemico. «Muoiono.» è la sua constatazione, è la sua consolazione. «Usa il mio cellulare.» nel parlare, sente il palato invaso da un sapore aspro, ferroso, qualcosa di caldo scivola dalla bocca. I polmoni, il cuore si muovo pigramente, stremati dalla perdita ematica, vicini al collasso. «Nathaniel.» pronuncia quel nome con amore, con gratitudine, un suono dolce immerso nella violenza della notte. «Vivi per... Noi.» è scossa da un sussulto nervoso, vorrebbe tendere le braccia, ormai non riesce a tendere alcun oggetto. «Per noi. Per noi. Io sarò con voi. Non mi abbandonare, amore. Non mi lasciare.» la velocità di pronuncia aumenta, il tono si abbassa e si confonde: «Non ti vedo. Dove sei?» domanda con angoscia: «Nath... Non posso... Perderti. Amore, non andare... Ci siamo trovati, alla fine. Dì il mio nome, solo un'altra volta... Ti prego.» ha un attacco di tosse: «Dì il mio nome, quando lo fai... Quando mi parli è come... Una luce che si accende nella mia... Anima.» sussurra, gli occhi castani si velano di lacrime. Avverte la sofferenza fisica affievolirsi, perché buona parte del sistema nervoso si è bloccato, l'aspetta l'apnea dolorosa in cui vorrà espandere il torace senza riuscirvi.
Non riesce a disarmare il Medium, e se avesse sentimenti, il cacciatore, sarebbe parecchio stizzito. Invece osserva i movimenti di entrambi. Brianna agonizzante e Nathaniel prova pure ad aggredirlo fisicamente. Il Darach si sposta, lasciando capitolare il Medium a terra, non infierisce su di lui, per ovvie ragioni, piuttosto si accanisce nuovamente contro la Ethevyn, andando ad impugnare la katana saldamente, con due mani e proverebbe a spingerla con forza contro il petto della donna, diretto al cuore. Non c'è nemmeno un filo di pentimento in quel gesto, non c'è un minimo di rispetto niente. C'è solo un ordine da rispettare, un compito da portare a termine. Guarderà subito dopo Nathaniel, come se volesse assicurarsi che abbia visto la fine della sua consorte. La crudeltà.
Nathaniel capitombola a terra, neanche a dirlo. Si sbilancia e finisce con le ginocchia piantate nel tappeto del salotto di casa Hunt. C'è orrore nello sguardo, dopo quel gesto avventato e finito davvero male. Fissa per qualche secondo il pavimento, con la consapevolezza di averla, probabilmente, condannata a morte. Poteva sparare, poteva essere più veloce, poteva darle tempo o modo di scappare, di uccidere in qualche modo il cacciatore o farlo sparire. Niente di tutto questo. Si gira lentamente, richiamato dalla voce della moglie. Non dice ancora nulla ma si avvicina, carponi, senza separarsi comunque dall'arma. Cerca di arrivare il più vicino possibile alla sua figura, di piegarsi su di lei, ma viene letteralmente gelato sul posto dall'ennesimo colpo inferto a Brianna, questa volta diretto al cuore. Segue il movimento con gli occhi sgranati, la bocca aperto in un urlo di disperazione che suonerebbe strano persino a lui e anzi, lo è. Non si rende conto di farlo, non si rende conto nemmeno di mettersi a piangere. Ma è quando la creatura si gira verso di lui, che punta nuovamente la pistola e preme il grilletto. Stavolta mira al cuore del cacciatore, così come lui ha fatto con Brianna. «Brì, non mi lasciare, ti prego...» mormora appena, tirando su con il naso e provando ad accarezzarla, a scuoterla. A cercare eventuali segni di vita: «Vediamo se ce l'hai tu, un cuore.»
Brianna fa un debole sorriso, Nathaniel ha esaudito il suo ultimo desiderio: ha pronunciato il suo nome: «Nath» è un respiro. Le è risparmiata l'apnea, non vede il Darach, avverte una fitta lancinante al cuore. È indescrivibile quanto sia potente il dolore che raggiunge i centri nervosi, incurva la schiena involontariamente, il fisico stesso è scosso da quella tremenda ferita, mentre la katana esce dal petto, il sangue si solleva in uno zampillo, l'ultimo possibile. I pensieri si confondono, velocemente intravede ombre e suoni, le sensazioni cessano, ondeggia nel vuoto senza gioia, senza rammarico, inconsapevole persino di se stessa, l'agonia è breve, alcuni minuti in cui i muscoli si rilassano, le ferite cessano di gettare sangue, il calore si abbassa sino a quando la pelle non è tiepida, imperla di sudore sulla fronte e di lacrime sulle guance.


Il colpo alla Nephilim va a buon fine, la katana viene estratta dal petto della donna e rimessa nel suo fodero. Il suo compito qui è finito. La mattanza è compiuta. C'è sangue ovunque, sangue di Brianna, sangue del Darach. Lacrime, pallottole piantate nel muro, vasi rotti. C'è un sipario che cala, tutto diventa nero, tutto sembra inutile, tutto sembra andare in frantumi in questi casi. La vita a New Orleans non è facile, avere una famiglia legata al sovrannaturale non è facile, essere un esponente di una razza non è facile. Brianna ha pagato il suo essere figlia di un angelo con la vita. Nathaniel spara, probabilmente è l'ultimo tentativo che farà, ed il Darach evita, come a voler far capire che è tutto inutile, ogni sforzo compiuto dall'altro è spreco di forze. Rimessa la katana al posto si avvierà correndo verso la porta d'ingresso, non l'aprirà, ma la stessa figura svanirà nel fumo nero, come è comparsa tra quelle mura. Brianna non andrà via del tutto, no, avrà modo di stare vicino a Nathaniel, in un'altra forma che solo ed esclusivamente il medium può vedere.
Nathaniel non prova più a sparare. Abbandona l'arma di fianco a se e cerca di raccogliere come può, infischiandosene di inzaccherarsi di sangue, con le dita che tremano, il corpo di Brianna. Cerca di stringerla a sé, mentre si piega in avanti con il busto fino a tentare di poggiare il capo, con il lato sinistro, contro il suo petto. Piange e calde lacrime prendono a scorrergli giù dagli occhi arrossati e stanchi, fino sulle guance e poi ad imperlare la barba, mischiandosi con il sangue della Nephilim. Ondeggia piano con il tronco, quasi tentasse di cullarla, dolcemente e lentamente. «Non ci sono riuscito...» deve mettere parecchie pause per riuscire a finire una frase: «Non sono riuscito a proteggerti.» la voce praticamente un sussurro spezzato dai singhiozzi. Alza però lo sguardo, carico d'odio, verso il cacciatore. E in effetti sarebbe anche pronto a difendere i suoi due bambini al piano di sopra, se questo tentasse di uccidere anche loro. Rinuncerebbe alla sua stessa vita per loro, per volontà di Brianna. Sembra sfidarlo, almeno fino a quando questo non si allontana e poi, semplicemente, sprofonda nel suo silenzioso dolore. Un dolore intenso, come essere privati del proprio, di cuore o della propria anima. Come se un pezzo di lui si fosse disgregato, spezzato con la morte di Brianna.
Brianna è immersa in quel vuoto, quando il gelo della morte va a separarla dal mondo dei vivi. C'è qualcosa della sua consapevolezza che permane, una scheggia di lucidità che dona una parvenza fisica allo spirito, appare come uno Spettro dai capelli blu e un teschio a stravolgere i lineamenti gentili, ha una sfilza di lividi sul collo, gronda sangue dal ventre, dal petto, le braccia rilassate lungo i fianchi, i piedi scalzi con solo le calze di cotone. «I bambini hanno fame.» parla in tono stranamente fermo, sicuro. È morta da una manciata di minuti, eppure sembra averlo scordato. Non è apparsa all'ingresso, infatti ma sulle scale che vuole salire per raggiungere i gemelli. L'unico che può vederla, che può sentirla è Nathaniel. «Potresti preparare il bagnetto?» domanda al marito. Non ritiene di aver ragione di volgersi o forse non desidera fare i conti con la realtà, il suo obiettivo è andare nella cameretta di Heath e di Hester, stare con loro. La sua logica è distorta, piegata da quanto avverte, non è la Ethevyn, non è neppure la stessa donna, qualcosa in lei cambia, come accade a ogni Skull, separato dal suo corpo, dal mondo e ancorato ad esso. «Nath. Vieni.» lo chiama, infine.
Nathaniel preme il viso contro di lei, affondando i singulti. Un riguardo per i bambini, si presume, anche se al piano di sopra e non ancora... "coscienti" di ciò che accade nel mondo, non almeno quanto un adulto o un bambino più piccolo. Non si preoccupa però del fatto che Madison possa arrivare da un momento all'altro e, si spera, viva e vegeta. Prosegue con quel movimento impercettibile, che chiunque gli graviti attorno, avrà potuto vedere soltanto quando ha in braccio i bambini, quando arriva la voce di Brianna direttamente a sfiorarle le orecchie. Sgrana gli occhi ma non si alza ancora da lei, da ciò che rimane del suo corpo. «A...» una pausa, deglutisce a forza: «Arrivo subito.» tira su con il naso. «Tu...» preme le labbra tra di loro e cerca di ricacciare indietro le altre lacrime: «Tu vai. Io arrivo subito, te lo prometto.» solo ora alza lentamente il capo e si asciuga frettolosamente le guance, ma non gli occhiali, che comunque rimangono spruzzati di lacrime. Macchioline minuscole che vanno ad offuscargli la vista, come se le lacrime stesse non bastassero. O la miopia. «Arrivo subito.» lo ripete nuovamente e stavolta cerca persino di sorriderle.