Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

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venerdì 13 marzo 2015

Piece of Me

Sono ritornata. Shane ha recuperato la mia anima, ha dato il mio corpo la scintilla che s'era bruscatamene spenta.
Il primo barlume di consapevolezza è stato per i miei figli, ho ricordato i loro volti addormentati, ho avvertito la necessità di vederli, di tenerli fra le braccia, cullarli mentre erano svegli. Ho compreso, perché il mio spirito non avesse pace: Hester, Heath hanno bisogno di me o forse, io desidero convincermene perché alla prova dei fatti, i gemelli erano puliti, profumati, sfamati.
Sono a casa, adesso. Sono circondata dalle persone che amo, dovrei sentire un senso di pace, di sollievo, invece sono stanca.
È naturale, dicono, gradualmente ritornerò ad avere la stessa energia, la medesima forza, eppure c'è dell'altro. Faccio il possibile, perché nessuno possa vederlo, avvertirlo però non lo nego a me stessa, c'è dell'altro, non so definirlo.
Piango, ogni volta che sono sola, piango sino a quando gli occhi non sono gonfi e la testa pulsa di dolore, piango senza mangiare un boccone, distesa sul divano.
«Sento come se un pezzetto di me fosse perduto.» ho detto ad Haniel, l'unico a cui abbia pensato di confidare una cosa talmente complessa e dolorosa. Gli ho telefonato barricata al terzo piano, con Beren e Luthien sistemati sul mio grembo.
«È impossibile, gli Stregoni non fanno lavori a metà.» ha ribattuto in tono pratico: «Sei te stessa, ma forse qualcosa è semplicemente cambiato. Hai cento anni, Brianna, se non ti evolvessi nel tempo, saresti una creatura sciocca e inutile, ma tu non sei né l'una, né' l'altra. Dimmi, cosa c'è?» ha chiesto.
Sono scoppiata in lacrime ed è stata la mia replica, perché Haniel non ha fatto pressione. Io non so spiegare in che senso possa essere cambiata, quale granellino della mia personalità abbia preso un'altra direzione, però è accaduto.
Trovo conforto nella stanza dei bambini, osservo la loro innocenza, progetto un futuro che sia sgombro da nubi, un avvenire di ostacoli sormontabili, mi chiedo se Nathaniel avverta qualcosa o sia troppo chiuso nelle sue emozioni per badare ai miei stati d'animo.
Non è empatico, non può sapere cosa si prova a sentire la rabbia, il dolore, il rimpianto altrui, quando distende la mano verso di me, soffoco l'impulso di raggomitolarmi di lato, di rimanere con le mie riflessioni, senza essere travolta dai suoi sentimenti negativi, in silenzio, senza farlo notare per timore che una sillaba, un sospiro, finiscano per generare una discussione che non potrei sostenere.
Rimango sveglia, preparo la colazione, sistemo Hester e Heath, li tengo svegli perché salutino il papà, talvolta anche Madison; cucino e chiedo dei miei fratelli.
«Ne hai parlato con Nathaniel?» è la domanda che mi fanno anche i fili d'erba attorno alla Sede.
Non l'ho fatto, per ora.
Voglio parlare con Nathaniel, stavolta, non importa quale sia il prezzo da pagare. Sono sfinita, devo trovare rimparo in lui, dovrebbe essere uno sforzo reciproco, venirci incontro.
Sono morta in questa casa, non mi sento a mio agio, qualcosa è cambiato per sempre.
Stavolta non posso farcela da sola.
Dovrebbe essere il primo a saperlo. Dovrebbe essere il primo a cercare di vedere quanto sappia amarlo, oltre le differenze, oltre i difetti, oltre gli sbagli.
No, no, no... Lui sa che lo amo, non può dubitarne. Abbiamo la nostra famiglia, può fare uno sforzo, può ascoltare, se non capire, solo sentire, solo accettare che io sia imperfetta, come il mio amore. Io lo amo, può cambiare il Cielo ma non il mio cuore. Lui mi ama, può cambiare il Cielo, ma non il suo cuore?
Deve solo amarmi,solo dire che ci riusciremo insieme, non importa come ma insieme. O amarmi è la disgrazia della sua vita? Temeva lo fosse per Ariana conoscere lui, ma forse è per lui, avere accanto a me.
Sono stanca, sono arrabbiata, sono confusa, piango appena sono sola, piango sino a quando non ho mal di testa e scordo di mangiare. Io non sono debole. Nessuno mi renderà debole.
È tempo di affrontare la vita.

È tempo di andare avanti.

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