Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

Volete divertirvi con noi?
Venite qui: Winter's Tale GdR

sabato 30 agosto 2014

Halo


Remember those walls I built
Well, baby they’re tumbling down
And they didn’t even put up a fight
They didn’t even make up a sound.
I found a way to let you in
But I never really had a doubt
Standing in the light of your halo
I got my angel now.
Si trovano in quel paradiso chiamato Belize da quanto? Un giorno, forse addirittura meno, se hanno raggiunto il posto in mattinata. Un viaggio sicuramente non troppo lungo, ma probabilmente ugualmente stancante. Con ogni probabilità ha spedito la povera Nephilim fuori o a dormire, comunque lontano da quell'angolo di paradiso costituito anche da quel bungalow, le cui finestre sono state opportunamente spalancate, senza paura che nessuno possa intrufolarsi all'interno. È sera e la brezza proveniente dall'oceano sposta morbidamente le tende, facendole oscillare a momenti alterni, permeando l'ambiente con l'odore salmastro. In lontananza, oltre al rumore persistente delle onde, c'è anche una musica leggera, conciliante, non fastidiosa. Un piacevole sottofondo. Ha cucinato, o almeno, si è occupato di qualcosa da mangiare, per lo più cose fredde che non hanno richiesto una cottura e, di conseguenza, anche la bruciatura conseguente della cena. Non ci sono luci all'interno del bungalow, almeno non di natura artificiale, ma ha posizionato mille e più candele, le cui fiammelle ondeggiano alla corrente, creando ombre più o meno grandi sulle pareti e sulle altre superfici lì attorno. Lui si trova, ad ogni modo, ancora in preda al panico, o meglio in alto mare, per rimanere in ambiente marino, tagliando forsennatamente il pane con cui accompagnare la cena, alternando questo compiti a tentativi di aprire anche la bottiglia di vino che non ne vuole sapere di farsi stappare. Addosso un paio di pantaloni leggeri, di lino neri e una maglietta a maniche lunghe, scollo leggermente a v, le cui maniche sono state rimboccate fino ai gomiti. È evidentemente in attesa di Brianna, in qualsiasi angolo lei si trovi al momento. Ha ovviamente apparecchiato fuori, su quel portico che si affaccia completamente sulla distesa scura e il manto di stelle, seppure ombreggiato da alcune piante tra felci e palme di varia grandezza e fattezza.
Brianna si è lasciata mettere alla porta, considerato che non soffre di insonnia e avrà riposato quanto basta per recuperare le stancanti ore di viaggio, anzi ha approfittato della solitudine per visitare i paraggi e scattare qualche nuova fotografia. Indossa un paio di jeans al polpaccio, una canottiera bianca aderente con le spalline intrecciate sulle scapole, una maglia di cotone rosa legata in vita coordinata alla maniglia della borsetta di tela con stampa floreale e con i sandali da spiaggia. Al collo ha allacciata una catenina con un ciondolo ovale di acquamarina, gli orecchini sono di pietre dure rosa e azzurre come l'elastico che trattiene i capelli castani in un'alta coda. Il viso pure se quasi struccato è raggiante, come lo sguardo degli occhi color nocciola attraversati da un lampo celeste nel preciso istante in cui il Medium si fermerà ad osservarla. Congiunge le mani dietro la schiena per avanzare con aria guardinga, sorridente, sino a quando non gli sarà abbastanza vicino da esclamare: «Bu!» con una risata allegra. Attratta dalle candele, studia quanto le sta attorno salvo poi spostare il viso verso l'esterno. «La nostra prima cena.» valuta senza mutare il tono sereno come l'espressione del volto: «Visto che non abbiamo esattamente fatto un pasto, ieri.» conclude. Cerca di sporgersi per baciarlo: «Ti darei venticinque anni.» rileva neutrale. Sincera.
Nathaniel è ancora impegnato a lottare con la bottiglia di champagne, a giudicare dal tappo e dal contenitore costituito per lo più da intrecci di metallo, posto sul tavolo, quando si accorge, finalmente, dell'arrivo di Brianna. L'atmosfera è soft, romantica, sempre che non ci si avvicini troppo ad una delle candele poste a terra e non si rischi di prendere fuoco, naturalmente, ma considerando che la nostra Nephilim, assennatamente, ha optato per un paio di pantaloni, non si dovrebbe correre il rischio. «Ehi.» allungando la vocale e rivolgendole uno di quei sorrisi aperti che sono riservati davvero a pochissimi e in larghissima parte solo a Brianna. Scopre la dentatura, così come anche una fossetta sul lato destro, stavolta completamente percepibile, visto che si è sbarbato. Gli occhiali, tuttavia, sono ancora sul naso: «Dovevo mandarti un po' più lontano per riuscire a preparare tutto per tempo.» piccola pausa e tira nuovamente il tappo, cercando di fargli compiere anche un giretto attorno al collo: «Se...» pausa ancora: «Questo affare...» altra pausa significativa, con tanto di smorfia. «Si aprisse. Dannatissimo affare.» e non appena l'altra si avvicina per baciarlo, si sente il botto provocato dal tappo. «Tutto previsto, no? Così sembro un tuo coetaneo.» si sporge a propria volta per darle un bacio, ma ne cerca la bocca, per quanto gli occhi svicolino lateralmente per cercare di versare lo champagne in due alti bicchieri sottili che stanno proprio alle spalle della Nephilim: «Alla nostra vacanza.» questo dopo essersi ritratto e con il movimento, tirandosi dietro anche i due bicchieri. Uno lo porge a lei, l'altro lo tiene per sé: «Cosa hai visto di bello?» ha l'odore leggero del salmastro addosso e anche le labbra, sono discretamente salate. I capelli più ricci del solito testimoniano probabilmente una giornata di sole e mare.
Brianna resta con la testa inclina per scrutarlo più attentamente, non cambia posizione. Annuisce nell'ascoltarlo. «La zona è tranquilla.» risponde con diligenza: «A quindici minuti dalla spiaggia, c'è una piccola foresta, molto ombreggiata e silenziosa. Non ci sono sentieri tracciati, quando è iniziato il tramonto, sono uscita. Domani mattina, potremmo fare una sorta di escursione.» propone con vivacità. Dall'umore che sfoggia, è lampante l'entusiasmo con cui affronta qualsiasi aspetto del viaggio. Aggrotta la fronte, senza muovere un dito per aiutarlo con la bottiglia. «Meno male che non è l'ultimo dell'anno.» è il suo commento. Si stringe nelle spalle. «Gli uomini che hanno un aspetto elegante senza barba, senza per questo somigliare a senza tetto, quando non si radono sono una manciata. Non avrei mai sperato di essere meritevole di incontrarne uno.» ricambia il bacio, cercando di strofinargli il naso sulla guancia, rilassando le braccia. «Sul serio, saresti un qualsiasi universitario in cerca di divertimenti.» conferma. Prende l'alcolico fresco con la mano destra. «E alle tue idee brillanti.» soggiunge, cercando di far scivolare l'altro braccio attorno ai fianchi di Nathaniel. «Ho detto hai ragazzi della casa. È la prima volta che abbandono la Sede.» giustifica il tavolo di dibattito aperto sull'argomento. «Tu hai mai convissuto?» chiede al Medium.
Nathaniel: «E a mezz'ora di auto c'è invece un Resort con Spa.» le rivela, alzando progressivamente le sopracciglia. «Relax allo stato puro per due persone, quando le due persone in questione si stufano di fare gli avventurieri o i naufraghi.» si piega su un lato, provando a poggiare le labbra sul suo collo. «Vada per l'escursione di domani.» la voce un sussurro e gli occhi socchiusi, fissi sulla sua pelle, dato che non si è ancora scostato, sempre che non l'abbia fatto lei: «Se fosse l'ultimo dell'anno avremmo sopra la testa un rametto di vischio.» spiega, rimanendo ancora per qualche momento allacciato a lei, ma poi retrocedendo per acchiappare qualcosa da uno dei ripiani del cucinino, per prendere una rosa. Una singola, di quelle a gambo lungo, rosso cupo. «E invece abbiamo questa.» non gliela porge, ma alza il braccio per mantenere sospeso il fiore, sopra la testa di entrambi. «Dici che vale comunque?» ironizzando e occhieggiando lei e il fiore stesso: «Ma io sono un universitario in cerca di divertimenti di varia natura. Altrimenti perché sarei qui in Belize? E lei, signorina, cosa sta studiando?» sempre con voce morbida, carezzevole e bassa. «Ah.» preme le labbra tra di loro: «E come l'han presa?» ne cerca lo sguardo stavolta, con il tono di voce ben diverso da quello precedente. «Mai convissuto.» spiega, abbassando il braccio per porgerle anche il fiore. «E tu? Cioè, già lo so... O meglio, credo di saperlo.»
Brianna allunga la mano libera per provare ad affondare le dita tra i suoi capelli, accarezzandogli il capo sino alla nuca. «Dubito ci perderemo.» conclude, accosta le labbra al bicchiere. Furono le ultime parole famose. «Potremmo concederci una pausa dalle gite, dalla spiaggia, prima di partire.» dice, abbassa il bicchiere per posarlo sul tavolo. «Crescono le rose, qui?» domanda meravigliata, però cercherebbe di stringersi al suo corpo per alzarsi sulle punte dei piedi, baciandolo con maggiore trasporto. «Bene.» risponde laconica: «Non siamo obbligati a vivere in branco.» gli ricorda, la voce è leggera, discorsiva, raramente ha un tono serio. Si scosta di pochi millimetri, guardandosi attorno. «Non ho fatto l'Università.» cinguetta senza un'ombra di rammarico o di vergogna. «All'epoca, non erano molte le facoltà aperte alle donne e nessuna poteva rendermi indipendente. Avrei potuto cercare un posto come tutrice, però non lasciavo la mia casa per sottostare alle regole di un altro capofamiglia e col tempo... Non ho mai pensato a conseguire una laurea. Ho il mio diploma di pasticcera, quello non poteva mancare e un certificato di qualifica come erborista.» si stringe nelle spalle. «Che ne pensi?» è una vera domanda sul suo iter formativo. Ha considerato una perdita di tempo, accatastare lauree e gli studi fatti non hanno attestati, non si è curata dell'opinione altrui, sino a quando non è arrivato Nathaniel. «Non saprei.» ribatte perplessa: «La Sede ospita la Fratellanza, in genere stavo lì anche per praticità. L'unica volta che ho lasciato il nido, diciamo, è stato per seguire Nathan. Lui abitava con gli altri Lycans. Non mi ero trasferita in maniera ufficiale.» spiega per dovere di completezza. «Non deve essere male, cercare divertimenti e non avere responsabilità. In qualche maniera, io ho saltato la fase dell'innocenza.» ritorna a studiare i petali della rosa. «Mio fratello, qualche volta, riusciva a trascinarmi in qualche festa. Mi faceva anche la guardia, chiaramente ma non era geloso o possessivo. Non lo era neppure con sua moglie, figurarsi con me... Stava attento che non dessero fastidio alla sua ingenua sorellina.» ricorda con una risata bassa.

It’s like I’ve been awakened
Every rule I had you breakin’
It’s the risk that I’m takin’
I ain’t never gonna shut you out.

I capelli di Nathaniel non sono crespi, anzi permangono morbidi al tatto come sempre, seppure sia più difficile districare le dita dai ricci. Lascia comunque la rosa alle sue mani, ritraendo l'arto solo per bere un goccio di champagne e non prima di aver fatto tintinnare il proprio bicchiere con quello della Nephilim. «No, ma esistono i fiorai, sai?» ci scherza su, alzando gli angoli della bocca ma senza esibire la dentatura: «Pensavo si strappassero i capelli, perché la loro adorata mamma li abbandona al loro destino, lasciando il nido.» sembra genuinamente sorpreso, tanto da concedersi un leggero oscillamento del capo a destra e a manca. «Non è certo l'Università a formare le persone, o ad istruirle, o a renderle interessanti, o ancora curiose del mondo.» si stringe nelle spalle, allungando in un secondo momento la mano libera dal bicchiere per accarezzarle il viso con un solo dito, l'indice. Ne accarezza per lo più il profilo. «Penso che hai fatto ciò che ti piaceva e sia giusto così. Penso che non ci sia un'età valida per ricominciare a studiare, se ne si sente la necessità, o si ha voglia.» lo sguardo non si indurisce, ma per qualche istante, seppure fugace, passa un'ombra scura, salvo allontanarsi velocemente. «Capito.» e beve un altro sorso di champagne, mettendo a tacere qualsiasi altra discussione su quello stesso individuo che porta, in parte, il suo nome. «Perché non provare a farlo assieme, allora?» poi segue una lunga pausa riflessiva: «Sei sicura di volerlo fare? O che trovi la cosa» ridacchia: «Sconveniente?» ma non c'è traccia di malizia, per quanto quella parola sia usata spesso e volentieri tra i due.
Brianna rimira la rosa, sorridendo alla sua replica. «Non credevo servissero in un posto così bello.» dice senza alzare gli occhi. Indugia sulla nuca, infine ritrae la mano per spostare il viso su di lui. Il Medium aveva chiesto di non parlare del caro estinto, lei ha fatto un semplice accenno senza dettagli. «Ci ho pensato.» resta sull'altro discorso: «Iscrivermi all'Università, studiare in modo regolare. Può darsi ci sia qualcosa che ne valga la pena. Non ho talenti singolari, quello che dovrebbe indirizzarmi. Ci sono fin troppe cose che mi interessano, che approfondisco per conto mio. Non sono adatta ad insegnare.» aggiunge. È possibilista, al momento non arde dal desiderio di pagare le tasse scolastiche. «So che ti da fastidio.» prende l'argomento di petto, non il toro per le corna o Nathaniel è legittimato ad affogarla, rigirando il gambo tra le mani. «Hai detto di voler conoscere il mio passato. Questo è stato il mio passato. Io sono una persona tranquilla, ordinaria che sta benissimo alla Sede con una stanza da arredare, che si allontana per trascorrere le feste in famiglia e ho viaggiato poco, anche se ho sognato di fare tante cose, di vedere mille paesi lontani...» scrolla le spalle, ha la testa bassa. Sorride sino a mettere in mostra le fossette. «Non c'è niente che possa giudicare sconveniente, se posso farlo con te.» è la risposta. Si potrebbe credere sia un'allusione maliziosa, però la Ethevyn è un'anima candida. «Cosa intendi per divertimento?» gli domanda curiosa.

Everywhere I’m looking now
I’m surrounded by your embrace
Baby I can see your halo
You know you’re my saving grace.


Nathaniel: «Non tutti vanno a rubare fiori nei giardini altrui, né vanno a coglierli in giro.» si stringe nelle spalle. «È un posto come un altro con bisogni come altri.» si ritrae comunque di qualche passo per poggiare il bicchiere sul primo piano che trova. «Come detto, non sei costretta a fare l'università, se non ti va. A me non cambia niente e a te neanche, alla fine. Hai il tuo lavoro e ti piace, così come sai preparare meravigliosi dolci.» solleva di scatto le sopracciglia e le riabbassa altrettanto velocemente, ritrovandosi anche a massaggiarsi il tronco ad altezza stomaco. «Sì, mi da fastidio.» ammette con un sospiro: «Ma alla fine fa parte di te, come qualsiasi altra cosa della tua vita.» nuovamente espande la cassa toracica mentre inspira aria nei polmoni. La trattiene per qualche istante, poi infila la mano destra all'interno della tasca dei pantaloni. «Le passiamo insieme, le prossime feste?» chiede speranzoso, sempre rimanendo in quella posizione, appena distanziato da lei di qualche passo: «E i mille paesi lontani li visiteremo, uno alla volta e se vuoi, per fare una pazzia da ragazzini, anche con lo zaino in spalla, all'avventura e senza bungalow affacciati sull'oceano.» il sorriso si fa appena appena più malizioso, mentre torna ad avvicinarsi, cercando di allungare la mano che non è in tasca, verso il suo viso. Lo sfiora ancora, ma poi risale a cercare di coprirle gli occhi con il palmo: «Signorina Byrne, mi sta diventando maliziosa, per caso?» una pausa piccolissima. «Chiudi gli occhi.» come se non avesse già tentato di farlo con la mano: «Per favore.»
Brianna ha svuotato il bicchiere, perché in fatto di alcolici, lei non si fa pregare. «Hai ragione.» constata, ma la faccenda non pare turbarla. «Vorrei anche darti qualche lezione di cucina, magari quando saremo a casa.» soggiunge sorridente, piega la testa per fissarlo. «Avrei voluto conoscerti prima, quando mi consigliavano di essere saggia, seria, prudente, di non allontanarmi, di evitare posti sconosciuti, di essere la ragazza che aspetta in un angolo, senza chiedere, distratta solamente dai suoi sogni. Quelli in cui girava per l'Europa, quelli in cui poteva fare ciò che le piaceva.» prende fiato. «Non sono stata infelice, tarpare le ali era una prassi regolare all'epoca. Io ho realizzato obiettivi che altre non hanno sfiorato, però ho rinunciato a parecchia libertà. Può darsi fosse giusto.» temporeggia, alza gli occhi: «Se ti avessi incontrato prima, sarei una persona diversa e migliore.» mormora contraendo la mascella: «Mi hai resa migliore, eppure ci conosciamo da meno di un anno.» sottolinea. «Voglio fare tanto, ma ancora di più sapendoti con me. Il mondo sembra più accogliente da quando sei entrato nella mia vita.» scuote la testa. «Mi esprimerei meglio, se solamente fossi capace.» abbassa di nuovo lo sguardo. Ridacchia. «La malizia è sempre in chi la coglie.» replica saccente, ma scherzosa. Abbassa le palpebre. «Hai fatto un'altra porta?» scoppia a ridere. Gradirebbe, però sapendo da quanto sono arrivati, trova l'ipotesi buffa.



Nathaniel: «Ti prego, no!» si affretta a dire: «Rischierei di dare fuoco alle pentole, alla cucina e anche a te.» ci scherza su, per quanto sarebbe davvero in grado di farlo, con ogni probabilità. «Dici che sarei stato degno erede di mia nonna? Scappava per andare ad incontrare mio nonno e continuava a raccontarmi che andavano a fare il bagno in mare, a mezzanotte.» sospira: «Mi hanno turbato tantissimo, all'epoca.» ammette ancora, scherzosamente ma non troppo: «Insomma, è come scoprire che i tuoi genitori fanno sesso. Qui si parlava addirittura di nonni.» la mano che intanto è sui suoi occhi, scende a dare un'ulteriore carezza. «Hai ancora il tempo per farlo. Non cedere all'età anagrafica ovviamente, solo con l'anima e non l'aspetto. Vuoi divertirti? hai voglia di fare qualche pazzia? Falla.» calcando sul termine: «Potrebbe arrivare il tempo in cui non si possono più fare follie e allora tanto vale prendere la palla al balzo.» si sporge per darle un bacio, ora che ha chiuso gli occhi, ritirandosi solo per poterle guardare il viso, ora non osservato a propria volta. «All'epoca era giusto, ora invece non lo è, privarti di certe cose.» scuote il capo, per quanto non visto: «Non ti ho resa migliore, soltanto perché lo eri già. Magnifica in ogni tua forma, ricordi?» rifacendosi proprio a quegli sms in cui si riferiva a lei come Mary Poppins: «A parte che ti ha ucciso un vampiro...» ironizza ancora, estraendo finalmente dalla tasca ciò che celava al suo interno. Rimira l'oggetto con cautela, quindi sospira. «Sono una persona estremamente maliziosa? Mi stai accusando di questo?» scherzoso, ancora, scoppiando quindi a ridere: «Per tua fortuna, no.» ride ancora, abbassando di poco il capo, osservando il pavimento: «E non avrei avuto il tempo materiale e, se non l'hai notato, sono stato parecchio indaffarato da quando sei arrivata. Ma potrei fartene una spartana con il legno di qualche palma.» ipotizza, cercando poi di prenderle una mano. «Apri.» non si è messo in ginocchio, anche perché è impacciato, imbarazzato ed estremamente ansioso, al momento. Quando riaprirà gli occhi, la Nephilim, si troverà però davanti un anello decisamente particolare, costellato di brillantini, la cui sommità è arricchita da un bel fiocco. Un oggetto prezioso, molto femminile, proprio come è Brianna, alla fine. «Vuoi rendermi ancora migliore e la persona più felice del Belize? Anzi, del Belize e di New Orleans, anche se lontana chilometri.»

You’re everything I need and more
It’s written all over your face
Baby I can feel your halo
Pray it won’t fade away.
Hit me like a ray of sun
Burning through my darkest night
You’re the only one that I want
Think I’m addicted to your light.


Brianna posa la rosa sul tavolo, incrocia le braccia sotto al seno studiandolo. «Non saresti stato un noioso gentiluomo, bensì un gentiluomo dalla mentalità aperta con idee spesso bizzarre ma affidabile, oggettivamente adorabile.» sentenzia alla fine: «Sei un degno erede di tua nonna, io non sarei stata capace di fare altrettanto, alla sua età.» dice senza problemi: «Mia mamma per impressionare papà, si accese una sigaretta e rischiò di morire soffocata. Lui fece del suo meglio per non ridere. Spezzarono il ghiaccio, mentre lei beveva acqua fresca tossendo.» racconta, si umetta le labbra. «Ci sarò io, non darai fuoco a nulla.» cerca di incoraggiarlo. Sorride, sembra incerta. «Potrei farla, sono andata al Tiro a Segno.» menziona il passato prossimo: «Un'immersione subacquea. Siamo in vacanza.» azzarda. Nella sua testolina, è una follia. «Passeremo le prossime vacanze insieme, non importa altro. I tuoi, i miei, non fa alcuna differenza. Mi starà benissimo restare a New Orleans. Andare in Scozia oppure a Bridport.» gli assicura e ne è convinta: «Non avrei niente da festeggiare, se non ci fossi.» termina il ragionamento. «Sai, io credo sul serio che tu mi abbia cambiata, che tu mi abbia aiutata a non sentirmi inadeguata. Non ero incompleta, però... Esiste qualcuno che è adatto a noi, qualcuno che potremmo amare oltre la ragione e che ha il potere di renderci felici o disperati con una parola, con uno sguardo. Tu sei quella persona per me. Ti ho aspettato per tanto tempo. Quando vedo che sei al mio fianco, ho paura che sia un sogno; poi, apri gli occhi e mi sorridi e non c'è nient'altro al mondo, oltre al tuo sorriso.» serra le labbra. Non serve l'empatia per capire che sembra temere di aver detto troppo, di essere stata eccessivamente enfatica pure se sincera. Resta di nuovo al buio, stavolta non deve camminare, quindi non mostra resistenze. «Potresti costruire una capanna.» sospira: «No, non sei troppo malizioso. Lo sei il giusto.» concede. Sbatte le palpebre, come abbagliata, individua il punto da fissare e quindi l'oggetto, contrae le dita delle mani, gli occhi sono inequivocabilmente lucidi, respira velocemente. «È bellissimo.» un sussurro appena udibile: «Grazie. È perfetto. Sembra fatto per me e... Non dire niente, insomma... Io lo trovo fantastico.» porta la ma no sinistra al petto, accertandosi che non le finisca il cuore sul tavolo. «No.» replica con uno sforzo. Nihael, la figlia di Haniel dovrebbe essere una creatura di bontà celestiale, incapace di fare certi scherzi. Piega gli angoli della bocca, scoprendo la dentatura. «Tu sei eccezionale. Io farò qualsiasi cosa per renderti l'uomo più felice del mondo, se me lo consentirai.» è quanto afferma. Allungando la mano per ricevere l'anello, sempre che non le sia appena arrivato in testa.
Nathaniel: «Uno di quelli che nella quotidianità ti apre la porta, ti sistema la sedia, si toglie il cappello quando è in presenza di signore, e poi scappa appena ha occasione per aggirarsi per le campagne in compagnia di una procace e prorompente pasticcera?» solleva un solo sopracciglio verso l'alto, cercando di non scoppiare a ridere anche stavolta. «Colpo l'ha fatto sicuramente, anche se non so come avrebbe voluto lei.» sorride invece su quella storia. Lo fa addirittura con tenerezza. «Io non ho nessuna intenzione di festeggiare, se non ci sei tu. Sei la mia nuova famiglia. La mia.» calcando sul termine: «Famiglia. Lo sai, questo.» ascolta poi il resto, prima di prendere parola rimane qualche secondo in silenzio: «Due metà perfettamente combacianti, che ogni tanto si azzuffano, solo per poi tornare a fare pace.» torna a sorridere, fin troppo apertamente: «Ed è davvero meraviglioso, fare pace.» precisa questa volta sì, con una punta di malizia. «Ed è qui che entra in gioco lui, l'unica cosa al maschile di cui non sarei geloso.» mostrando ancora l'anello, trattenuto con pollice e indice, rigirandolo appena: «Io non voglio svegliarmi a fianco di nessun altra. Non posso immaginare come sia la mia vita, adesso, senza di te. La casa c'è, è pronta... Ma io non voglio che pensi che sia qualcosa di campato in aria, che sia solo una convivenza. Voglio che tu sia mia moglie.» preme le labbra tra di loro: «Tra un giorno, un mese, un anno o anche dieci.» scuote il capo: «Non importa quando. Quello lo deciderai tu e spero che un singolo oggetto non dia l'impressione di volerti mettere fretta, di essere troppo avventata.» deglutisce: «Non voglio neanche che sia un'imposizione, una gabbia che ti metto al dito, una cintura di castità.» una pausa. «È il mio amore. È per dirti che sono serio. È per farti capire che non c'è nessuna donna, su questa terra, che vorrei come voglio te.» inspira a fondo. «...No?» e il respiro si mozza, sgranando gli occhi. «N-non vuoi?» sembra poi ingobbirsi tutto d'un colpo e tirare un bel sospiro di sollievo alle parole successive. «Non dovresti farmi certi scherzi.» ride e lo fa per stemperare la tensione, probabilmente: «Tra qualche anno comincia l'età in cui controllare il cuore, non vorrei arrivare al pronto soccorso con un infarto in atto, proprio qui in vacanza.» poi precisa: «O anche a casa.» tanto per star tranquilli. «Mi vuoi, fino a quando lo desidererai?» e stavolta sì, si mette anche in ginocchio, o meglio poggiando soltanto il destro a terra e augurandosi di non prendere fuoco con qualche fiammella delle candele, nel mentre. Gli occhi puntati verso il suo volto, nuovamente con il fiato sospeso.

I swore I’d never fall again
But this don’t even feel like falling
Gravity can’t forget
To pull me back to the ground again.
Feels like I’ve been awakened
Every rule I had you breakin’
The risk that I’m takin’
I’m never gonna shut you out.


Brianna imbroncia le labbra. «Sì, esatto.» dice con una risata. «Alla fine, papà si accorse di lei e tanto bastò.» si stringe nelle spalle. Cerca di accarezzargli il viso con la mano sinistra sino al collo. «Tu sei la mia famiglia. Sei la mia famiglia, perché non potrei sentirmi a casa, senza te.» spiega con semplicità: «Passeremo insieme le feste, i giorni lavorativi, le vacanze e i momenti difficili, perché siamo una famiglia.» ritrae piano il braccio, mentre lo ascolta. Lo sente, ogni parola suona come una melodia alle sue orecchie, lo guarda anche se la vista è appannata dalle lacrime, annuisce soltanto, mordicchiandosi il labbro inferiore. «Non devi specificarlo, io ti conosco. Io so chi sei. Ti amo anche perché senti la necessità di tranquillizzarmi, spesso su cose che io vedo come benedizioni.» si porta le dita alla collana, giocherellando inquieta con il pendente. «Sposarti domani o fra un secolo, non è importante. Non mi sentirei mai in una gabbia, non mi sentirei mai costretta.» dice senza sbilanciarsi sulla data: «Il tuo amore mi dà forza e mi dà coraggio. Averlo è la luce delle mie giornate.» sorride: «Sì, fare la pace è la parte migliore di un litigio.» cinguetta. Nota il momento di panico, si sente subito in colpa ma poi arriccia il naso. «Tengo vivo il rapporto così, sai?» si difende con impostata calma. «Scusami, tesoro.» aggiunge, tende la mano, perché l'anello deve essere lui a sistemarlo. «Nathaniel Hunt.» risponde a voce bassa, un mormorio: «Ogni singola cellula del mio corpo ti appartiene, ti vuole come fossi ossigeno. Sarò la tua compagna, sarò la tua amica, sarò tua moglie, sarò chiunque tu vorrai sino alla fine dei miei giorni. E oltre.» è la vera risposta, che le provoca un singhiozzo ma di gioia.
Nathaniel non fiata, al momento. Ascolta tutto ma è troppo impegnato ad osservarla. Si piega soltanto per riuscire a darle un bacio sul palmo della mano che sta tenendo nella propria, mentre la destra regge ancora l'anello. Gli occhi intanto no smettono di guardare verso l'alto, verso il suo viso, per una volta da una prospettiva diversa. Al pronunciare del suo nome, torna a sorridere, peccato che tiri anche su con il naso, seppure discretamente. Poi arriva il momento cruciale, con gli occhi discretamente umidi, ma senza aprire i rubinetti: passa quel cerchio perfetto, seppure decisamente lavorato sulla sua sommità, attorno all'anulare sinistro, spingendo quindi fino al fondo, prendendole poi la mano tra entrambe le sue. «E io sarò il tuo compagno, il tuo sposo, il tuo amico, il tuo confidente e...» piccola pausa: «Sì, quello che odierai anche quando metterò disordine in casa o lascerò trucioli di legno in giro, sul pavimento.» ciondola appena con il capo, sopracciglia sollevate: «Sarò tutto questo, fino alla fine dei miei giorni.» piccola pausa: «E oltre.» ride nuovamente. «Adesso, puoi anche baciare la tua futura palla al piede disordinata.» indicandosi, naturalmente e picchiettandosi l'indice contro il petto.
Brianna deve abbassare lo sguardo, cosa un po' inusuale e infatti, sorride. «Io sarò quella che ci mette decisamente troppo a prepararsi, che è fissata con i vestiti e che parla tanto. Sarà petulante, fastidiosa, frivola, assurdamente felice.» continua a parlare, come se avesse fatto una corsa: «Tornerò tardi, qualche volta, avrò il viso tumefatto, la schiena sanguinante, vorrò solamente cercare conforto nelle tue braccia. Altre volte, ti scriverò che sono in pericolo, dovrai aspettare per sapere se vivrò o meno. Se non dovessi farcela, sarò quella che ti spingerà a essere felice, anche senza me.» questa è la parte seria, terribilmente grave per una coppia innamorata. Abbassa il viso sul dito, gli occhi sembrano brillare, le lacrime scivolano sino alle labbra. «Bellissimo.» chiude e apre la mano per adattarsi all'anello. «Tu bacia la tua centenaria logorroica.» la frase sta a metà tra la risata e il singulto. Cerca di gettargli le braccia al collo, a costo di franargli addosso per baciargli il viso, la testa, il collo, salvo poi soffermarsi a cercare le sue labbra per un contatto meno frenetico ma languido, stringendosi a lui con la pelle umida di pianto. «Ti amo. Ti amo. Ti amo. Sono tua da quando mi hai detto che mi ricambiavi, malgrado tutto. Sono tua da quando hai accettato chi fossi. Sarò tua sino a quando sarai tu a volermi. Mia adorabile palla al piede disordinata!» esclama. Nessuno, neppure Nathaniel l'ha vista così felice, euforica si direbbe ed insieme commossa, un miscuglio di emozioni che la fa tremare leggermente. Mangerà qualcosa, non digiuna affatto e si calmerà poco a poco, si farà coccolare a dovere perché sembra estremamente vulnerabile, in quel frangente con buona pace del controllo da Ethevyn. La serata proseguirà in maniera rosea, romantica e poi, decisamente meno platonica sul fronte amoroso. 
 
Everywhere I’m looking now
I’m surrounded by your embrace
Baby I can see your halo
You know you’re my saving grace.
You’re everything I need and more
It’s written all over your face
Baby I can feel your halo
Pray it won’t fade away.

mercoledì 27 agosto 2014

Far Far Away...

Il Riposo del Guerriero.
 

Arrivati sani e salvi in Belize. Disfati i bagagli. Passeggiato sulla spiaggia. Preparata la cena.
Ho aspettato qualche minuto, prima di svegliarlo. Avrei voluto guardarlo per ore o baciarlo sino a farmi mancare il fiato. 

venerdì 15 agosto 2014

So Many Ways to Be a Family

Cora e Cedric stanno per diventare genitori, hanno scoperto che arriveranno due gemelli e io sono certa che saranno una splendida, armoniosa famiglia.
Al suo Risveglio, Cora sembrava quasi oppressa dal sentimento che nutriva per Helgen mentre adesso, accanto a Cedric si è mostrata sicura di sé, generosa, risoluta e pronta a crescere come donna e come Nephilim, perché soltanto il vero amore può renderci migliori, può donarci la consapevolezza di essere preziosi, può spingerci a superare le nostre paura.
Cora ha finalmente trovato se stessa, grazie all'amore di e per Cedric.
Ho incontrato Daniel, non ho osato indagare sull'attentato al Monumento dello Schiavo Ignoto, penso che al pari di Anja, abbia bisogno di superare una simile esperienza.
Somiglia a un Vyedas che avevo conosciuti a New York, un uomo onesto e pieno di buoni propositi, emotivo, ansioso di avere le risposte quando è problematico porsi le domande e l'esperienza, il contatto con i suoi simili è una cura efficace all'eccessiva smania di agire o di apprendere.
L'agente Jethro Grimes, il Fallen con il nome Umano di Jethro Grimes non sembra altrettanto paziente, ha dimostrato un genuino interesse per quanto è accaduto, ci ha chiesto diverse cose e ho compreso che vi aveva ragionato sopra, che desiderava fare chiarezza.
Al pari di Daniel, il desiderio di Giustizia arde con passione nella sua anima e sicuramente ciò gli fa onore e rischia, al tempo stesso, di fargli compiere gesti avventati.
Ha voluto conoscere il mio vero nome, quasi che Brianna fosse una maschera da calare volto: «Nihael, figlia di Haniel.» ho risposto: «È strano che lo chiediate. È strano che vi importi.» ho aggiunte, forse non meritava la frecciatina o forse ha sgozzato miei fratelli per secoli.
Io non l'ho chiesto, evito di prendere l'argomento con i Fallen, perché non è saggio aprire le ferite da poco rimarginate.
Fa piacere notare che i membri della Schiera partecipino attivamente alla salvaguardia della brava gente di New Orleans.
Ariana e Madison sanno che Nathaniel è il loro padre biologico.
Ci siamo incontrati in una Gelateria, dove Aria non ha ordinato nulla di più sostanzioso dell'acqua e lui ha finalmente preso le redini della situazione, dicendo loro che legame di sangue li univa.
Avevo promesso di essere una testimone esterna, silenziosa, un supporto morale invisibile però ho finito per parlare, forse anche troppo, forse azzardando giudizi, affrettando spiegazioni che non erano adatte alla serata.
Comprendevo lo spaesamento, la sorpresa entrambe ma non con l'Empatia e avvertire la rabbia, la frustrazione di Nathaniel è stato straziante, perché non riuscivo a fare qualcosa di utile; se fossero riusciti a percepire i sentimenti, i significati dei silenzi, se avessero visto gli uni le esistenze degli altri, avrebbero provato affetto, sollievo persino nell'essersi ritrovati, rivelati.
Madison è una ragazza energica, mi ricorda Constance con il suo entusiasmo contagioso, con la sua allegria inscalfibile, talvolta di facciata e la sua dolce esuberanza. Ha ereditato da Nathaniel un profondo senso del dovere, in particolare verso Ariana e possiede la stessa ironia, quella che mi strappa un sorriso anche quando sono nervosa o malinconica.
Madison è estroversa, è comunicativa ed è sensibile quanto Nathaniel, quando Ariana e l'essere ricettivi finisce per esporli alle delusioni, alle frustrazioni, alla repressione dell'emotiva.
Non potranno ignorarsi, non dovranno farlo. Hanno la forza, l'intelligenza, la bontà d'animo necessaria a perdonarsi, a conoscerci, a essere una famiglia.
La strada è in salita, la parte più ripida è alle spalle ma la meta è ancora da raggiungere. 

venerdì 8 agosto 2014

Hooked On a Feeling

I'm hooked on a feeling
I'm high on believing
That you're in love with me.

Non è buona cosa, di questi tempi, arrischiarsi a fare lo stalker fuori da una Chiesa che ha appena subito un attentato, specie se c'è la polizia in giro. Specie se uno di questi poliziotti, così come la collega che era in auto, se ne sono appena andati. Di fatto ha posteggiato qualche metro più avanti, facendo il breve tratto che lo separa dal punto in cui si trovava la volante, tutto in retromarcia e con estrema attenzione. Non ha tirato giù il tettuccio stasera, giusto per non rendere troppo facile la propria identificazione, nel caso qualcuno avesse appena gioiosamente preso il suo numero di targa. Appostato come un falco orbo, con la testa appena piegata verso il volante, trattenuto comunque da entrambe le mani, sta scrutando nei pressi della Chiesa, tanto che, non appena intravede la figura di Brianna, eccolo sgattaiolare fuori di tutta fretta, premurandosi prima di tirare il freno a mano, giusto per non ritrovarsi l'auto chissà dove. Vecchia, anzi vintage, è vero, ma non anche distrutta. Non dovrebbe essere difficile individuarlo per la Nephilim, visto che sarà una delle poche auto ad aggirarsi per i dintorni a quell'ora. Gli occhi socchiusi per via del fascio di luce puntato direttamente contro il monumento e l'espressione terribilmente seria. Chiude la portiera, non prima di aver recuperato qualcosa che assomiglia tanto ad un cartellone, seppure di dimensioni non troppo ingombranti, ma neanche piccolo. Si è anche premurato di nascondere qualsiasi cosa ci sia sopra con un grande foglio da disegno, completamente immacolato. Controllato con una serie di pacche contro le tasche, approdando anche al taschino della camicia, sembra essere soddisfatto di sè, tanto da trarre un bel sospiro e poi finalmente avviarsi. Gli occhi verdi che scrutano la figura conosciuta, come se non la vedesse da così tanto tempo da aver bisogno di cercare differenze. Peccato che non la veda giusto da un giorno, forse. Addosso un paio di jeans e una camicia nera, con sottilissime righine color ruggine. «Ciao.» ma il tono è più interrogativo che altro.
Brianna non è di cattivo umore, non è rilassata. È raggiunta da una sensazione che ormai riesce a rasserenarla malgrado tutto, sposta l'attenzione per sorridergli scoprendo la dentatura e con le fossette ben visibili, incrocia le mani all'altezza del grembo per andargli incontro. «Ciao.» fa eco, la sua voce è limpida, il tono sicuro e morbido. Inclina la testa, a squadrarlo per alcuni istanti. Vorrebbe solamente abbracciarlo, però deve considerarlo inopportuno. Gira la testa verso il faro della Polizia, stringe le labbra tra loro. Non è esattamente a disagio, però ponderare la reazione richiede qualche secondo. «Non so quando rimuoveranno tutto.» prende un argomento neutrale, lo espone con calma impostata: «Anja è rimasta turbata.» aggiunge. Riporta il viso su Nathaniel. «Se anche ti avessi spiegato, ripetuto, giurato che sei il primo uomo di cui sia così... Follemente, perdutamente, scioccamente innamorata non sarei riuscita a farti cambiare idea. Perché non hai fiducia in te, perché non vedi quanto sei unico e quanto sia facile volerti bene, fidarti di te, cercarti e non mi puoi capire.» sembra scrollare le spalle, senza enfasi, persino le parole sono mormorate con rassegnazione, quasi ammettesse una sconfitta.
Nathaniel la raggiunge, anche perché affretta maggiormente il passo quando si trova a metà del tragitto. Pare ovvio che voglia esserle vicino il più presto possibile. Gli occhi permangono su di lei, senza neanche considerare che ci possano essere intoppi nel suo cammino. Fortunatamente non ne incontra, o al momento, forse, si ritroverebbe disteso davanti ai piedi della Nephilim. Uno sguardo in direzione del faro e poi torna a guardarla, o meglio a virare con gli occhi, dato che la testa rimane indirizzata verso quel punto: «Lo toglieranno, prima o poi e tutto tornerà come prima.» torna a girare anche il capo, con estrema lentezza. Intanto quella sorta di cartelloni vengono mantenuti con la mancina, ben adesi contro il fianco stesso: «E bella sera questa qui, neanche una nuvola.» ironizza sul suo tentativo di parlare di qualsiasi cosa sia neutrale. E cosa c'è di più neutrale della classica chiacchiera da ascensore, che non sia il clima o il tempo? «Ssh.» piccola pausa: «Ti prego.» cerca di poggiarle l'indice della destra sulle labbra, in perpendicolare. «Non voglio che tu mi dica queste cose.» scuote il capo, piano: «Sono stato un cretino, okay?» ne cerca lo sguardo, ormai fermo davanti a lei. «Un cretino fatto e finito, anche solo per aver dubitato, per essermi fatto guidare dall'incertezza, per averti trattata male e per aver fatto domande inopportune.» cerca sempre di mantenere il dito lì, dove ha tentato di poggiarlo prima: «So che mi ami. Me l'hai dimostrato almeno un milione di volte da quando ci siamo incontrati, fino ad ora.» sorride, alzando piano piano gli angoli della bocca: «E so che anche io ti amo. Immensamente. Con tutto il mio cuore e tutto me stesso. Sei la mia luce. Non quella accecante ma quella che ti guida, nella notte. Ti consola, ti illumina la via.» poi sorride più apertamente, schiudendo le labbra a mostrare la dentatura: «Sei come la lucina nelle camere dei bambini che scaccia i mostri sotto il letto e nell'armadio.» stavolta ride, ma il succo del discorso è realmente quello. «E io, ogni tanto, non riesco a capire come tu abbia fatto a cercare proprio me. A volere proprio me. E ho paura... »ciondola poi con il capo: «Anzi no, il terrore, che qualcuno possa portarti via da me.» solleva di scatto le sopracciglia, sgranando gli occhi. «Non dire niente, aspetta. Lo so.» sembra volerla anticipare: «Tu non vai da nessuna parte.» piccola pausa: «Ma sei così bella...» altra pausa, ingentilendo anche gli occhi e i tratti del viso: «Bella tutta, dentro e fuori.» specifica: «Che io sono l'uomo più fortunato del mondo ad averti.»
Brianna non si è mossa, ha solo piegato un angolo della bocca per alzare gli occhi al cielo. «Tornerà come prima.» ripete con un'ombra di dubbio, di amarezza, non ne sembra convinta. Lo ascolta, talvolta sembra dover fissare un punto sopra alla sua spalla per non farsi vincere dalla commozione. «Vale lo stesso per me.» dice a voce bassa, quando lui ha concluso, prende tempo con un sospiro: «Sei la felicità per cui ho pregato, quella che ero convinta di non meritare e che ho inseguito per decenni. Ti ho cercato da quando sono nata, adesso che ti ho trovato so che non potrò vivere lontano da te, lontano dal tuo amore.» formula queste frasi con un sorriso lieve. «Hai ragione, perché anche io sono gelosa e mi domando cosa faresti, se la madre Ariana e Madison ti volesse... O se una qualsiasi altra donna si innamorasse di te e tu vedessi un'esistenza più serena, più completa al suo fianco, senza il timore di perdermi per mano di qualche creatura sovrannaturale, senza dovermi dividere con una missione e sento che non potrei trattenerti. Io non avrei più nulla, nulla... Sarei un'ombra.» fa una pausa, allarga le braccia per tentare di circondargli i fianchi, si sporge per cercare di appoggiare la fronte al suo petto. «Quando mi hai chiesto se amassi Nathan, mi è sembrato di essere tornata indietro di mesi.» sussurra, socchiude le palpebre per qualche secondo. «Non è un bel momento. Capisco che tu non stia bene.» aggiunge alzando la testa: «Con me, non devi fingere e non devi tacere o parlare, se non te la senti. Io starò accanto a te comunque, ovunque tu sarai.» termina conficcandosi i denti nel labbro inferiore.

I can't stop this feeling
Deep inside of me
Girl, you just don't realize
What you do to me.
When you hold me
In your arms so tight
You let me know
Everything's alright.


Nathaniel, quando ha terminato di parlare, scivola via con il dito, regalandole una carezza e probabilmente piegando appena con il polpastrello, il labbro inferiore, fino ad allontanarsi del tutto. Segue il gesto, per altro, con attenzione, prima di saltare velocemente verso i suoi occhi. «Non dovrai mai vivere lontano da me, a meno che non sia tu a volerlo.» quando si avvicina per abbracciarlo, non abbandona quello che regge il braccio sinistro, ma cerca di circondarla con il braccio destro verso di sé, come una necessità. Come se ne andasse della propria vita: «So che è stupido essere gelosi di qualcuno che non c'è più...» alza lo sguardo verso il cielo terso, almeno per una volta. Sospira e poi lo riabbassa, dopo aver mostrato per bene il pomo d'Adamo che si alza e si abbassa nella deglutizione. «Ma so anche che le altre persone, potevano forse darti qualcosa di più di quanto non possa fare io. Forza, estremo coraggio, lunga vita e non tanti problemi come me.» ammette, osservandola poi come si guarderebbe qualcosa di realmente curioso, con tanto di capo piegato su un lato: «Stai scherzando?» quasi sbotta a ridere: «No, no... Non sto prendendo in giro te.» si affretta a dire: «Ma se c'è una cosa di cui non devi aver paura è proprio questa. io. voglio. solo. te.» e la mano che si era poggiata dietro la sua schiena, si alza per tentare di puntare il polpastrello dell'indice contro la punta del suo naso, spingendola appena indietro.«Non sono giustificabile, Brianna. Non trovarmi scusanti. So che sei buona, so che lo fai con tutti.» poi aggiusta il tiro: «Quasi.» precisa, con un sorriso divertito. «Ma non ho scusanti. Non di trattarti male, nonostante i miei problemi. Tu non puoi davvero nulla.» e poi le fa cenno di attendere, facendo qualche passetto indietro e provando a sfilare via dalla sua presa senza scatti, senza essere infastidito. Alterna lo sguardo da lei a ciò che teneva aderente contro il fianco sinistro e che ora viene portato davanti a sé, facendo spuntare solo occhi ed occhiali, lasciando cadere a terra, momentaneamente, il foglio da disegno. Ne viene fuori un'immagine paradisiaca, con tanto di acqua cristallina, bungalow. Un paradiso in terra. Lampeggia con le sopracciglia, dopo l'ennesima breve parentesi al cartellone e tornando a guardarla. Subito dopo riabbassa il capo e dopo una visuale lunga di quel paradiso, gira un altro cartone, stavolta mostrando una camera da letto, presumibilmente del bungalow già mostrato prima, tornando a lampeggiare con le sopracciglia ma alzando anche gli angoli della bocca, mentre dalle narici esce un fiotto d'aria che gli fa sobbalzare le spalle. «Anche qui?» Nathaniel prosegue: «Ci sei tu. Questo è quanto di migliore possa sperare, possa volere, per rendermi felice.» poi alla semplice parola "qui", va ad ammiccare nuovamente e a reggere con entrambe le mani, prima di girare un terzo cartellone, attendere ovviamente che lei abbia visualizzato, poi un quarto: «Un paradiso in terra e qualcuna, desiderava così tanto andarci.» lancia ovviamente quell'indizio, prima di poggiare il tutto a terra e infilare due singole dita nel taschino della camicia, estraendo quelli che sembrano due biglietti aerei, portandoglieli davanti al naso.«Quando vuoi. Ora. Domani, tra una settimana, due.» spiega: «È nostro per un mese.» ciondolando con il capo, per quanto non dirà mai come ha fatto a prenotare quel ben di Dio per un mese intero. «Possiamo fare un week end. Poi tornarci anche quello seguente o farli tutti assieme. Basta solo decidere.» una pausa più significativa: «Ci vuoi venire con me, Brianna Berenice Byrne?»
 
Brianna non ha certo una possanza fisica da Amazzone, perché manca del temperamento bellicoso da guerriera, perché non le viene richiesto di essere un carrarmato. «Sai mostrare una notevole resistenza.» cinguetta, si direbbe un'osservazione maliziosa però lei è la radiosa Ethevyn della Fratellanza. Abbassa lo sguardo di nuovo. «Avrai tante ragioni per essere felice.» risponde con fermezza, lei non ha perduto la speranza, affatto e vuole che Nathaniel faccia altrettanto. «Avremo.» si corregge. Stringe le labbra tra loro, sfrega i palmi mentre l'ascolta. «Belize.» somiglia a una domanda, salvo poi emettere un suono che pare una risata. «Wow.» affonda le dita della mano sinistra tra i capelli. «Andrei in uno scantinato invaso dai topi, se lo chiedessi, Nathaniel Hunt.» si avvicina di un passo. «Potremmo andarci la prossima settimana e restarci per cinque o sei giorni.» propone, piega il braccio per lisciare invisibili pieghe nella gonna. «Questo non è un albergo, intendo... L'hai prenotata?» chiede. È una curiosità legittima, sia mai che arrivano e c'è una coppia in Luna di Miele, così che loro passino la vacanza all'addiaccio. «Dove hai trovato, tutto?» aggiunge, eppure sa che esistono le agenzie di viaggio ma non connette benissimo quando è felice.
 
Nathaniel quel commento ha la capacità di mandargli in fiamme le orecchie. Una vampata che ne colora la parte superiore, fortunatamente in parte nascosta dai capelli ricci. «Beh, sì...» pausa, ciondolando un po' il capo: «Grazie.» giusto con un pelo di imbarazzo. «Io ce l'ho già. E ho anche Madison, mi ha scritto oggi pomeriggio.» le rivela, ma subito dopo passa all'argomento principale, non volendo tediarla ulteriormente sull'argomento. «Belize.» conferma, tentando di avvolgerla in un abbraccio stritola ossa. O così sarebbe se avesse abbastanza forza per farlo. «Questo non lo è proprio, non è vero?»ancora ammiccando in direzione dei cartelloni: «E ci faremo coccolare così tanto che non vorremo più tornare indietro.» ne cerca le labbra stavolta, dopo quel pur breve periodo di astinenza, per baciarla. Un bacio veloce ma carico di affetto, di aspettative: «Sì, l'ho prenotata.»annuisce: «Ed è nostra per un mese.» sospira, premendo le labbra tra di loro: «Di più non potevo fare o mi avrebbero chiesto se sono pazzo a tenere un bungalow occupato per così tanto tempo.» piccola pausa: «Ti piace?» ancora ne cerca lo sguardo, cercando probabilmente qualche forma di incertezza o delusione: «Preferivi qualcos'altro?» ciondola poi appena con il capo. «Segreto.» salvo poi dire la verità il momento successivo: «Internet e...» piccola pausa: «Un piccolo aiutino.»
Brianna lancia una nuova occhiata, più esplicativa delle parole. «Ma prego.» mormora con uno sfarfallio di ciglia vezzoso. «Madison sembra avere un carattere più risoluto.» si azzarda a osservare, un pigolio incerto. «Un mese intero.» ripete a pappagallo, sembra astenersi dal saltellare per via del brandello di autocontrollo rimasto. È raggiante, fra l'altro non è una personalità incline al tormento, alla malinconia e le basta poco per sentirsi a proprio agio, soddisfatta e di buon umore. «Dobbiamo partire per restare un sacco di tempo lì. È un meraviglioso, mi piace un sacco.» assicura, fa un passo ancora verso Nathaniel. «Ti amo.» replica vivacemente, ma la voce resta morbida, dolce come gli occhi che posa sul suo viso. «Avviserò i ragazzi, mi accerterò che Daniel stia bene e che nessuno abbia bisogno di me per un po'.» promette con un cenno del capo: «Un aiutino?» chiede perplessa. «Non avrai problemi con l'agenzia, vero?» aggiunge, sorride di nuovo. Allunga la mano sinistra per cercare di accarezzargli il volto. «Hai passato un periodo difficile, ma vedrai che andrà meglio in futuro. Vedrai che si sistemeranno le cose.» fa una pausa, abbassa la testa. «Penso che non avessi cercato le ragazze, a quest'ora non ti avrei incontrato. Non saprei nemmeno il tuo nome. Non avrei mai visto il tuo sorriso.» ritrae il braccio lentamente: «Avrei i ricordi a farmi compagnia, quando tutti sono presi dalla loro vita. Quando io mi accorgo che oltre ai Nephilim, non ho nessuno che sia mio.» fa una smorfia, scrollando le spalle a minimizzare quelle frasi.
Got a bug from you, girl
But I don't need no cure
I'll just stay a victim
If I can for sure.
All the good love
When we're all alone
Keep it up, girl
Yeah, you turn me on.


Nathaniel: «Non dirmelo più.» l'ammonisce, anche se si vede lontano chilometri che non se l'è presa e anzi, in un certo senso pare fargli anche piacere, al di là dell'imbarazzo: «A dire la verità, come ti ho detto, mi sarei aspettato una reazione simile da lei, proprio perché più risoluta.» si stringe nelle spalle: «Dai, è stato almeno un 50 e 50.» ci scherza su, per quanto sia chiaro, specie ad una dotata di empatia come è lei, che la cosa lo ferisca. «Non pensiamoci più.» cerca di allontanare l'argomento, anche facendo un gesto ampio con il braccio. «Ora dobbiamo pensare a cosa faremo.» sorride raggiante di slancio alla felicità di Brianna: «Tu immaginati...» si avvicina per sussurrarle all'orecchio: «Di andare a dormire con il rumore del mare e svegliarsi, aprendo le persiane, trovandosi davanti l'immensità dell'oceano e una distesa di acqua cristallina. Ti ci puoi calare dalla finestra, direttamente in mare.» una piccola pausa. «Ci sono le palme, ci sono anche le amache.» cerca di baciarle il collo, in quel punto in cui si congiunge con la spalla: «E soprattutto non dovrai avvelenarti con la mia cucina o cucinare tu. Andremo dove vorremo, senza problemi, senza persone che ci urtino.» sospira: «Senza pioggia!» perchè sì, in quel momento preciso, o comunque subito prima, le prime grosse gocce hanno cominciato a cadere, come al solito. «Cocktail con ombrellino sulla spiaggia o sul piccolo portico. Bagni con o senza costume.» risale con altri piccoli baci sul collo, fino ad arrivare alla mascella: «Se mi è sembrata al tempo una decisione estremamente difficile, brancolando nel buio, ora la benedico quella decisione.» altra lunga pausa, stavolta risalendo sulla guancia, per darle un bacio a lato della bocca: «Vieni a casa mia?» un po' più timidamente id quanto non ha fatto nei giorni precedenti.
Brianna ha cercato di abbracciarlo, almeno di accostarsi per spostare le dita sino al collo. «Hai la metà della giuria, adesso conquisterai l'altra.» risponde, va a parere sempre nel medesimo punto ma ha le sue ragioni. «Non ne parlerò, ma tu ci penserai.» è una constatazione, non è polemica ma è quietamente certa sia la verità. «Pure se parlassimo, non cambieremmo la reazione di Aria, forse lasciare che trascorra del tempo, faciliterà le cose.» conclude serafica, alza lo sguardo per notare che il cielo si è rannuvolato, sospira. «Pochi acquazzoni, pochi criminali da strada perché ci saranno poche strade, poche bombe.» aggiunge all'elenco: «Potremmo stabilirci lì.» si lascia sfuggire dalle labbra un sospiro. «Non c'è tanto da fare ma potremmo vedere i film dal computer e tu impareresti a cucinare in meno tempo, perché imparerai a cucinare.» soggiunge, cerca di strofinargli il naso sulla guancia. «Lo è stata anche per me.» è la sua risposta, cercandone lo sguardo: «Non credevo di essere in grado di organizzare una camera da letto, figuriamoci una Fratellanza. Inoltre, New Orleans non è una zona tranquilla e non lo sarà mai. Ero sicura di essere sbagliata, anche se mi assicuravano il contrario, poi ti ho incontrato e ho saputo.» cerca di baciarlo, non indugia troppo. «No.» risponde, poi ride piano. Non lo sta prendendo in giro, sembra solo voler scherzare. «Certo che mi va.» mette subito in chiaro le cose. «Tu cosa hai fatto, ieri sera?» è la sua domanda curiosa. «Io ho guardato un film sul portatile, mi sono addormentata sul tardi.» gli racconta. Una serata da brivido.
 
I said I'm hooked on a feeling
And I'm high on believing
That you're in love with me
I'm hooked on a feeling.

giovedì 7 agosto 2014

Can You See?

In questo caso c'è una sola differenza: essere Nephilim o non esserlo. Il resto non ha alcun peso. La persona che varca la soglia deve essere affidabile che sia Umano, Faering, Lycan o qualsiasi altra cosa.
Deve essere qualcuno che sappiamo non metterà mai a rischio la Fratellanza e le sue informazioni. Il resto non ha alcun peso.
La mia parola ha ancora peso qui dentro e io non sbarro la porta in faccia a chi non se lo merita: Cedric è affidabile, tu sei affidabile. Tu e Cedric siete i benvenuti, a mio giudizio.
Quando sono arrivata aveva le pareti delle stanze nere, alcune lo sono ancora e la cucina sembra un ammasso di elettrodomestici rotti, adesso ho dato una parvenza di ordine anche alla Biblioteca. La mia stanza ha pareti bianche con dei disegno verdi, floreali, ho eliminato scrivania, comò, lasciando qualche mensola e dei cuscini per sedersi.
So che ti comporti bene, quando non comincio a usare i miei oscuri poteri ammaliatori... E mi so comportare bene anche io.
Ho bisogno di prenderci la mano, ma io non vorrei e non ho altre armi oltre ai pugnali... Se accetto di imparare è per non farvi soffrire.
Scrivile che è perfettamente naturale: ognuno ha la sua sensibilità e personalità, perciò è normale che a diciotto anni non abbia trovato qualcuno con cui è riuscita a entrare tanto in confidenza, di cui è riuscita a fidarsi sino al punto da avere un'intimità. È giusto, inoltre, che desideri stare con qualcuno a cui tiene, che non voglia semplicemente barrare delle caselle; lei vorrà che quella persona la faccia sentire a suo agio, che non sia un tizio che passa ma qualcuno con cui condividere dei momenti importanti della propria vita. 
La mia prima volta, alla fine, è un bel ricordo perché Rod era un uomo abbastanza delicato da non farmi sentire un surrogato della mano sinistra. Rod aveva tanti difetti, ma fu molto, molto comprensivo perché gli chiesi di fermarsi almeno cinque volte e tutte e cinque le volte, si scansò senza mostrare fastidio. Un fastidio fisico lo avvertiva, però mi rassicurava. 
Aria pensa che tu sia solo tuo amico, pensa che almeno non correte il rischio di imitare certe tragedie greche e poi, siamo nel 2014. No? u.u

Io non tradirei mai la tua fiducia. MAI. Per niente al mondo e neanche sotto tortura.
Quando si sposeranno, a proposito?
Le pareti nere? Mio Dio, che cosa triste. E pure un po' lugubre.
Neanche in agenzia ci sono mai state le pareti nere, fai tu.
Deve essere un posto accogliente, rilassante, da come lo descrivi. Un'oasi.
Di fatto è ciò che le ho risposto, aggiungendo anche che se vuole baciare qualcuno, non c'è niente di male. Ha diciotto anni, immagino avrà voglia di dare un bacio.
L'unica cosa che spero è che non si arrivi a chiedermi qualcosa sul sesso. In quel momento penso che le metterei in mano qualche soldo, le chiamerei un taxi e te la spedirei.
Non ce la posso fare.
E' stato un brav'uomo... Comprensivo.
La mia, è stata davvero qualcosa di molto frettoloso e non c'ho capito granché, sulle prime. Troppe emozioni tutte assieme.
Io ero il novellino, lei un po' meno di me.

Lo so, tesoro e mi fido ciecamente di me. Io so che non faresti mai qualcosa per mettere me o chi è come me in pericolo. Lo so. Voglio che tu sappia che è una cosa ricambiata: io non potrei mai e per nessun motivo fare o dire qualcosa per nuocere a te, alle ragazze, preferirei essere uccisa. Io farò tutto il possibile per non deluderti, per meritare la tua fiducia e il tuo amore.
In linea teorica, possono essere colorate con pitture e gessetti ma è un bel lavoraccio e non tutti sono pittori.
In agenzia c'è un clima confortevole, un luogo di quiete e di raccoglimento. Le pareti nere, lì sarebbero del sale sulla ferita aperta.
Il primo bacio non è un'esperienza da poco. Ce ne sono altre, ma è il primo, vero approccio con l'altro sesso o col medesimo, a scelta. Io non credo si debba baciare qualcuno perché si sono spente diciotto o venti candeline, ma perché quella persona ti piace e ti suscita una serie di emozioni. È bello che di certe cose si mantengano dei ricordi piacevoli, che ti fanno pensare che l'esperienza è stata suo modo... Non utile ma preziosa.
Mandala pure e ti morirà vergine a 110 anni o più. In convento. Vai, sicuro. u.u
Non c'è molto da capire... So cosa intendi, ma penso che se eravate 'su di giri' è normale. Lei non era...? Oh. Comunque, era la ragazza che amavi, che desideravi da tempo e poterla finalmente 'avere' deve essere molto... Intenso. Credo.
Sì, troppe emozioni, tutte insieme. Lo dici a me? Io percepisco anche quelle altrui, con Rod credo di aver avuto il suo orgasmo.
Il fatto che abbia avuti altri uomini ti spiace?

Non mi hai mai deluso.
ma se vuoi una mano di colore vengo a dartela io. Ti prego, non lasciare le pareti nere. Sono davvero terribili.
Lo so che non è un'esperienza da poco, ma volendo il primo bacio è qualcosa di più leggero che la prima volta. Se anche lo dai a chi non ami, per forza, non ti cambierà la vita.
Diversamente va per la prima volta, o almeno così è per le donne, e in minor parte per alcuni uomini.
Io non posso farcela a spiegarle niente. Mi sentirei troppo in imbarazzo!
Non ero il primo, no. Ma l'esperienza precedente non era stata per niente bella, a suo dire. A tutto dire, credo di essere stato un ripiego per provare qualcosa di più..tenero, comprensivo, per l'appunto.
… Stai dicendo che senti anche i miei? Oh, cavolo.
E... Beh, sì... Insomma. Spero che tu non senta solo io miei, con me...
Capito, vero?
Non posso dire di esserne felice, ma mi piace credere che visto che non sono stato il primo, spero ardentemente di essere l'ultimo, almeno fino a quando ci sarò.
Lo ami ancora? O lo ameresti ancora, se fosse qui?

Credi che nessuno vorrà le pareti nere?
Questo posto non è stato 'fondato' da me: ho reso la struttura più funzionale con la palestra, un piccolo magazzino ma non sarebbe una mancanza di rispetto verso chi è stato qui, prima di me?
Le pareti nere sono cupe, fanno sembrare una stanza grande come un'unghia e non mi piacciono. Può bastare a cambiarle?
Fosse per me, le leverei pure ora.
Sei in imbarazzo, desumo sia normale. Credo che Ariana non sia quel tipo di persona che condivide tutto, che si mette a raccontare nel dettaglio, voleva solo essere rassicurata. Penso.
Dovrebbe esserlo anche per gli uomini, credo non sia male ricordare che la prima volta è stata per amore e non per vantarsi al pub.
Può darsi che ti volesse bene, che tenesse a te come a nessun altro, che sapesse che ne eri innamorato e sapesse che non l'avresti usata, che non l'avresti trattata come uno svago di una sera ma che si sarebbe sentita amata, in qualche modo ti avrebbe amato anche lei.
Sai che sono empatica! No, non sento solo i tuoi e ci mancherebbe! Sento anche i tuoi, posso dire che è abbastanza gratificante e parecchio eccitante.
Ho avuto tre compagni, Rod era un Fauno, Nathan -ahah- era un Lycan, Hugh era Umano. Non ne avrò altri, non ne vorrò altri e non ne cercherò altri, anche se ti troverò a letto con una delle mie nipoti. In quel caso, credo userò qualcuno dei miei trucchetti Jedi...
Non potrei amare Rod. Né lui amerebbe me, può darsi non mi abbia mai davvero amata. Nathan mi ha amata tanto, lo percepivo perché avevamo un legame empatico, lui era un Lycan. Lui sarebbe morto per me, lui ha vissuto e combattuto per me e io non l'ho mai ricambiato quanto meritava. Lui mi ha dato tutto, io solo... Quel che riuscivo a provare allora, meno di quanto possa provare soltanto tenendoti per mano.

Ma tu ci vivi, così come anche gli altri.
Non è una mancanza di rispetto. Prima era così, quando sei arrivata tu sarebbe stato giusto cambiare come preferivi, così sarà anche se e quando tu non sarai qui a New Orleans e arriverà qualcuno di nuovo.
È normale. Tu non cambi una casa in base al tuo gusto? Dubito che chi ci vada a vivere dopo di te voglia lasciare tutto esattamente come era quando l'ha presa, solo per non far dispiacere a chi c'era in precedenza
Non l'avrei usata, ma lei ha usato me, dimostrandolo quando se n'è andata, senza dirmi assolutamente nulla.
Sono contento che sia viva, che sia a spassarsela, ma per me quello è un capitolo chiuso, messo via. Un binario cieco oltre il quale non si può proseguire.
Oh, cielo... Che cosa imbarazzante! Fortuna non sai leggere anche il pensiero.
Non dirlo ora, ti prego, non puoi saperlo.
Dici tante volte che anche tu non sei abbastanza per me, quando invece è il contrario, sei tutto.
Ma ti prego, non parlarmi più di lui.


Se la metti così, sembra unaltra cosa. Sai, hai sancito la fine delle pareti nere alla Sede...
Può essere scappata per timore, per volere della sua famiglia, per la confusione di essere incinta ma io credo che non ti abbia usato, che abbia cercato il tuo amore perché ne aveva bisogno.
Resta il tuo primo amore, il tuo primo dolore, il tuo primo abbandono, la tua prima volta, la madre delle tue figlie. Non ti sarà mai indifferente.
Sei l'unica persona che mi abbia resa felice. Sei la sola persona che senta di amare con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta la mia anima e non c'è nulla che non farei per te e non c'è nulla che ti negherei. Io non credevo di poter nutrire un sentimento simile, io non ho mai amato prima di conoscerti. Dubiti di me? Dubiti che sia sincera?
Sono legata al passato: Alfred, mia madre, mio padre, quelli che ho perduto per strada, io gli rimpiango quotidianamente.
«Alfred, sicuramente, riderebbe a sentirmi parlare così.» me lo dico, ma Alfred non c'è.
«Mamma sarebbe indignata.» considero ma lei non c'è.
«Papà saprebbe rispondere.» e lui non c'è.
Mi chiedo come sarebbe David... Santo Cielo! Tu sei la seconda persona a cui abbia parlato di mio nipote, la prima è Lionel ma perché me l'ha cavato di bocca. Io sentivo che dovevi sapere che un bambino mi era morto tra le braccia, che avevo urlato in faccia alla Custode di portarmelo indietro.
Non ho mai dato tanto a qualcuno, mai. Mai. E mai lo concederò in futuro.
Mi spiace che qualcuno sia morto al posto mio?
Guarda un po': sì, mi spiace. L'ho sentito morire.
Vorrei che fosse vivo con una moglie, dei bambini e tanta felicità?
Sì, lo vorrei. Vorrei che una donna se ne fosse innamorata, come io amo te. Non vorrei essere io quella donna. Non lo sono stata. Non lo sarei, adesso.
Vorrei fosse il capo della sua comunità, vorrei che fosse un buon padre, un buon marito che di tanto in tanto mi chiama per sapere come sto, mi manda fotografie dei suoi figli. Lo vorrei e lo vorrò sinché avrò vita.
Io amo te. Io sono legata a te. Senza di te, io non vedo della vita... Non felicità, non rassegnazione... Vita. Sei la vita, sei il mio amore. Perché non lo puoi accettare?
Io sono sincera con te, quello che ti dico è quello che provo.
Non mi sentivo inadeguata con Nathan, non mi ponevo la questione, non mi domandavo nulla ed era perché... Non lo amavo come amo te.
Io cercavo il suo amore, perché ne avevo bisogno.
Mi sono sentita colpevole, quando è stato ucciso. Dopo, quando... Beh... Quando era giusto squartato. È diverso.
Come desideri, non ti parlerò più di lui.
Sono stanca, Nat, ho bisogno di riposare.
Passa una buonanotte.
Brianna.  

Se riuscisse a fidarsi di se stesso, se riuscissi a mostrargli quanto sia unico, amabile e prezioso capirebbe come lo amo, capirebbe perché posso, voglio amare soltanto lui.