Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

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mercoledì 8 ottobre 2014

Little Star

God gave a present to me
Made of flesh and bones
My life, my soul
You make my spirit whole.
Never forget who you are
Little star
Shining brighter than all the stars in the sky
Never forget how to dream
Butterfly.

Era la mamma a venire nella mia stanza, il giorno del mio compleanno. Lo sapevo, perché riuscivo a svegliarmi qualche minuto prima del solito, restando comunque con gli occhi chiusi ad aspettarla. Lo sapevo; perché la zia Violet aveva il profumo inteso della colonia francese mentre Rebecca era avvolta da un delicato zefiro di viole; perché il passo della zia Violet era spesso affrettato e persino nervoso, Rebecca pareva danzare sulle assi di legno, leggiadra, aggraziata quanto il fruscio della seta.
Volevo fingere di dormire eppure mi era impossibile mascherare il sorriso sulle labbra, così quando sentivo la porta aprirsi, scivolavo sotto le coperte.
«Oggi è una splendida giornata.» cinguettava mia madre, la sua voce è uno dei ricordi più dolci, uno dei più preziosi.
Sentivo che si accostava alla finestra, aprendo i tendaggi turchesi: «Questa è la più radiosa delle mattine.» proseguiva, raggiungendo il letto: «Ho pianto. Ho sofferto. La gioia con cui sono stata ripagata è immensa, perché ho veduto te. Sei la mia bambina, sei la mia adorata Brianna. Sei una stella luminosa che brilla nella mia vita.» si sporgeva, scostava il lenzuolo, solleticandomi le guance con il pizzo della vestaglia. Io ridevo. «Sei una stella luminosa nella vita di tuo padre. Sei una stella luminosa nella vita di tuo fratello. Un giorno, sarai la stella che conforta un uomo e costui dovrò ritenersi il più fortunato, il benedetto fra gli Uomini, Brianna.» concludeva.
La mamma ignorava che i genitori del benedetto fra gli Uomini non fossero nati si chinava per abbracciarmi, zia Violet era sulla soglia.
«Chi siete nella mia vita, signorina Byrne?» chiedeva, il suo sguardo manteneva una malinconia rassegnata che io avrei voluto mitigate.
«Una monella!» esclamavo, quasi soffocata dalle coccole della mamma.
Lei scuoteva la testa dai capelli neri raccolti in una severa crocchia: «Siete una vivace, ostinata, luminosa stella.» sorrideva, un accenno di gioia che s'affacciava nelle occasioni legate alla nostra famiglia, soprattutto a noi bambini.
Potevo fare colazione con una cioccolata calda e dei biscotti al burro, sedevo accanto a papà e avevo diritto a una mattinata di studio leggero, in previsione di un pranzo con i miei piatti preferiti.
Mio padre aspettava che arrivasse la sera per consegnarmi il regalo, non l'ho mai trovato in mezzo a quelli di mamma, di Alfred o della zia Violet e in quei momenti, era silenzioso, sorrideva, applaudiva ma parlava ancor meno del solito, adesso ne capisco la ragione.
Terminata la cena, andavo nella biblioteca e trovavo Malcom seduto alla scrivania, dove c'era una scatola avvolta in una carta blu con un fiocco dorato, la confezione non mutava e questo pure aveva un significato più rivolto a lui che a me.
«Hai trascorso una bella giornata, Brianna?» domandava.
La risposta era affermativa, non che ne dubitasse.
«Il giorno in cui venisti al mondo, io non fui contento.» raccontava serio: «Ero in guerra. Combattere rende il cuore arido, la mente trabocca di pensieri oscuri, finisci per scordare cosa sia la felicità.» sollevava il viso su di me: «Sei nata senza che un padre gioisse, ti prendesse fra le braccia, che rendesse il tuo nome famigliare alle sue orecchie. Non fui felice, quel giorno.»
Dicevo che non aveva da preoccuparsi, che aveva rimediato e lui taceva per altri minuti.
«Conoscerti è stato un momento di pura, semplice gioia. Il primo dal mio rientro. Tu stessa eri una pura, semplice gioia. Rebecca ti chiama 'stella luminosa' e ha ragione. Averti nel mio cuore, ha recato sollievo, ha sanato cicatrici profonde ed il dono che hai, Brianna, è raro: sei amabile, l'affetto che nutri, l'affetto che susciti riesce a dare coraggio, a confortare, il tuo amore rende le persone migliori.»
Ogni anno, ricordava a se stesso di aver accettato la prova materiale di un tradimento. Ogni anno, ricordava a se stesso che amarmi, l'aveva liberato dal rancore, gli aveva ridato una moglie innamorata, due bambini da crescere, un'esistenza da vivere.
Doveva essere un giorno bizzarro per Malcolm e Rebecca, il primo doveva conciliare emozioni e sentimenti contrastanti mentre la seconda, pur confrontandosi col passato, si lasciava guidare dall'istinto materno, il più ferino ed egoistico, capace di azzerare qualsiasi errore per il bene della prole, per la felicità che una figlia dona alla madre.
Doveva essere un giorno bizzarro eppure io non l'ho mai vissuto come tale: era il mio compleanno, ero coccolata, privilegiata, colmata di regali, perché i miei genitori mi amavano al punto da nascondere loro stessi per non turbare me, perché i miei genitori credevano che fossi una luminosa stella posta sul loro cammino.
Tutto ciò che conta è che non li abbia mai delusi, che mai abbiano dubitato della mia gratitudine, della mia devozione verso di loro.
Tutto ciò che è conta è quanto mi manchi, la mattina non sentire i passi di mia madre o vedere il sorriso di mio padre e di mio fratello.

You are a treasure to me
You are my star
You breathe new life
Into my broken heart.
There's no reason to weep
Lay your head down to sleep
Little star.
May goodness surround you
My love I have found you
Little star
Shining bright.

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