Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

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giovedì 11 dicembre 2014

The Royal Wedding I

È una bella mattinata di sole, in barba al meteo. La chiesa simbolo di Tremé, intitolata a sant'Agostino, non è una struttura che si possa definire sfarzosa né enorme, ma in previsione delle nozze che vi si celebrano quest'oggi le Perpetue e i Perpetui della diocesi si sono impegnati affinché l'edificio sacro apparisse al meglio, pulito e ordinato, pronto ad accogliere gli invitati nel gran giorno. All'interno vige un educato clima di eccitazione e attesa, un brusio sommesso ma continuo che si diffonde lungo la navata centrale e fra le fila di lunghe panche in legno disposte ai due lati di questa: sulla destra troviamo già schierati i familiari di Brianna, seduti fra le prime file a rispecchiare - sulla sinistra - i parenti di Nathaniel. Ad amici e colleghi sarà data la possibilità di scegliere a quale 'schieramento' unirsi, con l'eccezione di testimoni e damigelle, richiesti nei pressi dell'altare, dietro il quale sosta pazientemente in piedi il pacifico Padre Jorge, il giovane sacerdote di origini messicane preposto alla celebrazione del sacramento. Un umano d'inaspettata prestanza fisica, alto e fiero, con occhi castani che irradiano benevolenza e un sorriso leggero, naturale, a rilassargli il viso sbarbato. Indossa il camice, la stola e la casula bianca; attorno a lui stanno i ministranti, e a fare da ali esterne un paio di chierichetti tirati su dalla strada e ridimensionati a dovere. Già oltre le porte aperte, in strada, risuonano le note registrate di uno fra i più celebri brani di Franz Schubert: l'Ave Maria, così com'è stata interpretata dal soprano Maria Callas - la cui voce soave si diffonde in ogni angolo riscaldato della chiesa, fungendo da sottofondo agli ultimi ritocchi, all'arrivo dei quasi ritardatari e preparando all'ingresso trionfale della sposa, che ancora non si vede. Né si sente.
E come da tradizione, lo sposo è in attesa della sposa, nei pressi dell'altare. Uno sposo particolarmente ansioso, che non sta sudando sette camice ma sembra avere una gran voglia di agitare le braccia e uscirsene con un urlo liberatorio. Non è l'indecisione che lo anima o la voglia di fuggire dalla sua sposa, quanto l'ansia di per sé per la cerimonia, per i precedenti, per una situazione non propriamente tranquilla. Almeno al giorno del suo matrimonio si è pettinato, o il barbiere ha cercato di dare un senso alla capigliatura, per quanto rimangano impudentemente ricci, così come è sbarbato e privo degli occhiali da vista favorendo, invece, le lenti a contatto. Lenti a contatto che probabilmente si dimenticherà, gridando al miracolo il giorno dopo, quando riaprirà gli occhi e non vedrà la solita nebbia. Per quanto cerchi di rimanere fermo, immobile, con lo sguardo che per la maggiore fissa l'entrata della chiesa, nella realtà continua a spostare il peso del corpo da un piede all'altro, cercando agganci visivi sia su Declan, suo testimone, quanto su Madison, sua figlia e sua madre che, teneramente gli sorride o gli indica come adottare la giusta postura. Ha addosso un bel completo nero, composto da giacca più pantaloni, gilet senza maniche con bottoni trasversali, in barba alla solita conformità degli abiti da cerimonia. Camicia bianca, gemelli che gli sono stati dati da suo padre e ha accettato di buon grado, scarpe lucide e stringate, cravatta a righe tra il bianco, il nero e il grigio. Respira fin troppo velocemente, tanto che più che la sposa, c'è il rischio che lo sposo cada ai suoi piedi, svenuto, da un momento all'altro. Nonostante questo il sorriso rimane, ritrovandosi a deglutire come se dovesse mandare giù qualcosa di davvero pesante. Un sorriso dolce, innamorato, che non si smorza neanche quando la musica inizia, tendendosi solo con le spalle, in trepidante attesa di veder entrare la sua promessa sposa. La Nephilim che gli ha rubato il cuore.
Freddie: « Almeno il corredo Nephilim fa effetto... » La calma la sente anche lei, che probabilmente andrebbe in iperattività in qualche modo. Non troppo avanti, sulla terza panca dall'altare, è seduta con una posa tranquilla e con il braccio di Kismet attorno alle spalle. A capelli sciolti e trucco moderato sugli occhi specialmente, un po' sulle labbra, ogni tanto si guarda attorno per individuare figure conosciute - Bonnie per esempio, immaginiamo - con quegli occhi nocciola che scandagliano la sala come un animaletto. « Ma sei sicuro che il prete non sia uno di voi? » bisbiglia alla moglie, perché chiaramente lo stereotipo Lycan è oramai sdoganato, e chi non vorrebbe un messicano mannaro. Tiene i capelli sciolti, una massa castana dai riflessi ramati cade morbidamente su spalle e schiena. Sotto una mantella blu che copre le spalle indossa un abito lungo rosa antico, in seta. Una scollo a barchetta morbido, spalline spesse; decorazioni floreali tono su tono stanno sul petto, attorno alla vita e ai fianchi. La linea scende dritta, seguendo la naturale curvatura dei fianchi e mostrandosi più affusolata in vita, facendosi giusto un po' più ampia dal ginocchio in giù. Decolleté blu dal tacco basso, che attualmente stanno strofinando i piedi l'un l'altro, completano la mise mentre lo sguardo animalesco non smette di girare. L'anello filigranato in oro, un visibile Oui, è come al solito alla mano sinistra. Sta verso la navata rispetto a Kismet, seduta più verso l'interno, e un pugno chiuso è appoggiato sul ginocchio di lei.
Kismet siede accanto a sua moglie sulla terza panca nel lato dedicato alla sposa e tiene un braccio attorno alle spalle di Alfreda, di cui ogni tanto tocchiccia in modo molesto il pugno chiuso con la mano che invece tiene posata sul proprio grembo, sospirando spesso e volentieri il proprio turbamento. Il posto è saturo dell'Aura Nephilim e questo le permette di stare così vicino alla Faering senza farsi venire i crampi di fame e anche di piegarsi a cercarle la tempia per baci sporadici dati a fior di labbra. E se il primo miracolo è vederla in chiesa, il secondo è vederla vestita da donna. Con un abito corto sagomato sulle sue forme naturali e allenate, blu scuro, privo di spalline. Le lunghe gambe nervose sono accavallate educatamente, fasciate da calze naturali che danno l'impressione abbia gambe nude. Sopra porta un blazer nero monobottone, abbastanza lungo sui fianchi e dal taglio poco accompagnato in vita. Niente spalline, ovviamente ma ugualmente un taglio rigido che ne enfatizzi la forma piena. Ha maniche arrotolate a tre quarti, a metà avambraccio, che lasciano liberi i polsi decorati da quei bracciali di pelle chiara - e parliamo di cicatrici, non di gioielli. Smalto nero alle unghie. L'unico gioiello che porta è infatti un ciondolo di onice nero, rotondo e piatto, montato su una montatura in oro, appeso a una catenella del medesimo materiale, non troppo lunga. È truccata: smoked eye che enfatizzano quel taglio affilato dello sguardo poco rilassato e un po' di phard lungo le gote spigolose. Le labbra rinvigorite un po' da un tocco di rossetto dai toni naturali. Solitamente alta, quando è entrata è svettata sui tacchi delle decolletè "nude" con cui si è mossa senza alcuna difficoltà, anzi, sfoggiando una naturalezza invidiabile e un portamento stranamente femminile pur nella totale sicurezza di sé. Quando la musica comincia, la sua schiena guizza infastidita ma per fortuna porta i tappini nelle orecchie, per altro assurdamente visibili visto che ha i capelli del ciuffo bruno mossi vicino al profilo ma il resto è fermato dietro la testa - anche se il taglio è corto - da forcine invisibili «Sicura.» risponde pure seriamente, la stolta «Non hanno il coro, in questa chiesa. Senti...? Niente coro... Io avrei voluto il coro.» si lagna ma sussurrando verso l'orecchio della moglie «E non pensare cose brutte, loro sentono tutto ciò che provi.» è un po' agitata. Tiene gli occhi verso Jeremy - ovunque egli sia - spesso e volentieri e ogni tanto occhieggia Key: che ci provi a far scattare una rissa, Kismet non vede assolutamente l'ora, anzi. Spesso si muove sul posto, cambiando microscopicamente posizione. E oltre alla luna, anche con la presenza camomillante dei mezzangeli, c'è il rammarico di non essersi sposata. Ma questo ad Alfreda non lo diremo.
Madison è lì per dar sostegno al padre, sorridendogli ogni volta che ne incrocia lo sguardo, fiera, felice. Cerca anche con gli occhi Declan, sempre che nel mentre ieri non sia morto di diarrea fulminante, prima di tornare sul padre temendo sostanzialmente che possa iniziare a dare di matto o svenire da un momento all'altro per l'emozione. Le scoppia il cuore d'amore per lui. E non vede l'ora di scorgere la bellissima sposa, per ammirarla. Lei è pacata, tutto sommato, serena perché è una bella giornata, non solo per il tempo ma per l'occasione in generale. Come suo solito indossa abiti dal taglio prettamente maschile, ma che mettono maggiormente in risalto la sua figura, le curve morbide e femminili. Un completo composto da giacca e pantalone neri, con una bianca camicia chiusa fino all'ultimo bottone, che da risalto al davanzale che si ritrova, stretta con un fiocchetto sottile. I capelli rossi sono raccolti in un'alta acconciatura, severa e stretta, tutte le ciocche tirate indietro, lasciando il suo viso esposto, truccato con particolare attenzione e cura, con nero e profondo eyeliner intorno a gli occhi di un azzurro chiarissimo, quasi di ghiaccio e labbra rosso ciliegio. Abbinate alla pochette che ricorda una rosa, con tutte le sue pieghe e le decoltè nere laccate, dal tacco sottile e vertiginoso e la suola rossa, che la slancia talmente tanto da raggiungere quasi l'altezza del padre e dare una linea più armoniosa alla sua figura. Fa caso a tutti gli eventuali lampi colorati che le capita di notare incrociando los guardo di questo o quello, ascoltando distrattamente la musica, concentrata più sulle esigenze del Medium, non tanto pronta a sostenerlo quello spetterà a Declan in caso, ma a correre a destra e manca se per caso pensa di aver dimenticato qualcosa.
Bonnie, ed eccola arrivare tutta trafelata tra le ultime panche della chiesa. Ha appena finito di sfamare i bambini e non potrà trattenersi per molto perché gli strilli di quelle due creature potrebbero svegliare un condominio intero, li ha lasciati alle amorevoli cure di mama e baba e della sorella nonché zia dei piccoli, ci dispiace molto averne approfittato, ma si tratta veramente di poco. Adocchia quindi la testolina bionda della sorella di razza, Freddie che con dei passetti rapidissimi sulle scarpette rosa antico, non passa dalla navata centrale ovviamente ma da una di quelle laterali per non dare nell'occhio, anche se un po nell'occhio a chi la vede passare comunque lo da, è vestita di un abito al ginocchio elie saab con corpetto ricamato e doppia gonna taffetà, tutto sui colori beige e rosa pallido, i capelli sono acconciati su una parte ed il suo odore naturale di Magnolia la fa da padrone. Una collana vistosa ma niente orecchini, nè anelli, quelli non ne possiede più da un poco. Slitta quindi verso la Faering il cui odore sanguigno la richiama e la sola presenza le fa scorrere adrenalina in vena, effetto tra simili. Quindi a questo punto manca solo la sposa, ringrazia chi di dovere in questo caso di non vedere altro che volti sconosciuti, tranne per quei due o tre che magari conosce pure, l'aria è calda grazie al riscaldamento e la bella voce della Callas riempe la chiesa, un sorriso sornione si dipinge sulle sue labbra a proposito della Callas, proprio in questi giorni dovrebbe andare a vedere l'opera assieme ad Adrien, ne parlavano pochi giorni fa appunto di tenori in carne e in gamba come appunto la greca dalle abilità straordinarie, che non è più tra noi. «Mi sono persa qualcosa?» chiede sottovoce arrivando a destinazione cercando di rassettarsi il ciuffo di capelli che le va intorno agli occhi. Saluta Kis nel suo nuovo aspetto che è perfetto per la pubblicità del suo nuovo negozio assieme a quello scapestrato di Julien «Ciao cara» saluta sempre con un filo di voce.
Alana, con i capelli stirati che ve dico fermateve. Miss Smith è più professionale che mai, vestita degli abiti di una donna sicura di sé, arrivata proprio dove voleva arrivare, nell'ambiente in cui è sempre voluta restare. La chiesa è un ambiente familiare per lei, che ha rilassato il viso e sciolto le spalle nel varcare l'ingresso. Non ha più tanto l'aspetto del pesce fuor d'acqua, vista così - e come biasimarla. Ha abbassato per qualche secondo le palpebre nel gustare la voce che riecheggia rimbalzando contro le pareti dell'edificio semplice, essenziale, spirituale. E' stato palese il suo attimo di imbarazzo - l'unico - nel decidere in quale schieramento piazzarsi, anche se ha già stabilito dentro di sé di starsene in disparte, quieta. Ha poi optato per andarsi ad accomodare fra le panche destinate agli invitati della sposa, senza l'ingaggio della quale non avrebbe potuto essere qui. Si guarda intorno mentre raggiunge una delle ultime file della metà destra della navata principale, gli occhioni neri truccati con una parvenza più naturale, con colori più tenui, ma pur sempre in una maschera di belletto piuttosto consistente. Di primo acchito, sembrerebbe vestita tutta d'un colore: un lungo cappotto classico color prugna, che ha l'aria di venire da un'altra epoca - appartenuto, in effetti, alla nonna paterna -, un paio di scarpe vellutate e con tacco a spillo, rossetto ed ombretto coordinati, così come lo smalto lucido che lacca le piccole unghie non più rosicchiate. Sorprendentemente, dal ginocchio in giù le gambe sono scoperte - certo, un po' intirizzite dal clima invernale, ma delle gambe di tutto rispetto. Abbiamo detto di primo acchito perché, ora che si sbottona leggermente il cappotto, fra quelle pieghe color prugna ne emergono altre color melone. No, non stiamo scherzando: non c'è atro modo per identificare questa tonalità a metà fra il pesca e il dorato, ma non troviamo nemmeno il motivo di affaticarci a cercare un altro termine. Sul tessuto, di raso ma foderato di diversi strati di lana pesante, ci sono applicazioni dorate che vogliono movimentare ma non eccedere. I capelli, dicevamo, sono stati miracolosamente s t i r a t i - non ci chiedete quanto tempo c'abbia messo, da stamattina - e faticosamente raccolti, nella più amywinehousesca delle acconciature che le abbiamo visto fino ad oggi. E' sola, ma non sembra importarle, inebriata dalle aure Nephilim nonostante i suoi sensi umani siano anche molto meno sviluppati di quando, sotto il dono di Freddie, aveva la possibilità di avvertire distintamente questo genere di cose. Da lontano non riconosce le teste, voltate, della coppia lesbo più amata di New Orleans, ma qualcosa nel profilo spigoloso della donna con i capelli tirati e l'ombretto sfumato le sa di familiare. Che poi oh, ha visto la nuova Kis soltanto una volta, quindi ci sta che non abbia ancora ben presente la sua faccia.
Declan è vicino allo sposo, insolitamente silenzioso, discreto, elegante: viso perfettamente sbarbato, corti capelli bruni accuratamente pettinati, gemelli circolari d'argento ai polsini della camicia di cotone intonsa dal colletto abbottonato. Porta un completo color petrolio di buona fattura, i pantaloni sono ben stirati, la cintura alla vita ha una fibbia argentata sottile, la giacca è chiusa lasciando intravedere la cravatta in seta regimental grigia e azzurra, ha infilato ai piedi scarpe nere, lucide e strette. Gli occhi verdi scrutano qua e là e ci sono più lampi in quella chiesa che in un temporale. Ha sorriso, salutato cortesemente, si è intrattenuto un po' con Madison per quei momenti che in un luogo sacro sono preclusi e con Bonnie per accertarsi stesse bene, altre presentazioni, strette di mano e si trovava accanto a Nathaniel. «Dai, io li distraggo e tu batti la ritirata.» cerca di quietarlo come può, ovvero con l'ironia, pure se idiota. Lo sguardo è più affettuoso di quanto lasci trapelare quel mormorio divertito.
Key non è al cento per cento dal punto di vista del riposo. L'allenamento pomeridiano l'ha fiaccato veramente tanto. Ma fa la sua porca figura all'interno di quel vestito elegante,classico,blu scuro. Si confondono quasi,i colori. Giacca e pantalone che si sposano benissimo,coprendo una camicia chiara ,bianca,ornata da una cravatta color petrolio che va a spezzare quel mare candido sottostante. Maniche della giacca che lasciano intravedere due dita di camicia che si lega ai polsi,stretta abbastanza bene lasciando comunque comodo il Gigante buono di fianco alla sposa. La comunione delle auree del Kholmya e dell'Ethevyn ,unite a quelle già presenti all'interno della Chiesa, è come far detonare una bomba atomica dentro la struttura, solo che l'effetto è un esplosione irradiante benessere, serenità,allegria,fratellanza,armonia. Calore profondo ,puro e avvolgente, per chi è in grado di percepire tanta benevolenza e magnificenza. Il nervosismo leggero che sente internamente è invece qualcosa di avvertibile per pochi,probabilmente i suoi fratelli e sorelle. Ma si tratta di un compito importante,il suo. Accompagnare la sposa è qualcosa che non ha mai fatto e che gli risveglia pensieri che forse non andrebbero toccati proprio adesso. Ma è inevitabile. Un respiro intenso,comunque, serve a provare a metterli da parte, alla ricerca della giusta serenità emotiva per ottemperare al suo onere,nonché onore. Barba curata, viso pulito,fresco,splendente per quanto non sia la sua forma angelica,quella che regala alla gente presente. Offre già il braccio alla sposa di fianco, quando i passi di Key varcano la soglia della Chiesa. Sbatte appena le palpebre avvertendo fin troppe sensazioni differenti, tutte pacifiche fortunatamente. Avanza piano piano, seguendo più il passo di Brianna che dettandone uno proprio. Sfigura,probabilmente,di fianco alla donna. Ma che importa. La MammaNephilim è nettamente più bella e ne è consapevole. Lo sguardo si ferma sull'altare,lì dove vede Nath in attesa. E i testimoni. Non dice nulla. Continua ad avanzare,apparentemente sereno. Sicuramente emozionato e contento,di fondo.
Brianna non è in ritardo, essendo la sposa entra nel momento clou e con tutta l'attenzione concentrata su di sé, fosse in condizioni normali sarebbe a disagio però stamattina percepisce la realtà in modo ovattato. Appare radiosa, non unicamente per l'aura che benevola si dirama nell'aria, sembra ora più che mai una discendente del Cielo, una creatura nata dalla perfezione angelica; ha raccolto i capelli castani, dai caldi riflessi color mogano, alla nuca in un fermaglio di argento simile al simbolo dell'infinito, due sole ciocche vanno a incorniciare l'incarnato ovale truccato per far risaltare il taglio degli occhi scuri ed il disegno delle labbra carnose, al collo ha allacciato una collana con un antico cammeo in corallo azzurro, le mani stringono un bouquet di calle bianche e rose di una tinta delicata. Si aggrappa al braccio di Key, issata su un paio di scarpe col tacco di dodici centimetri, una tortura che le costerà le caviglie, sorride agli invitati, negli ultimi posti è presente Haniel, l'aura di un Fallen non aiuta, neppure se è tuo padre e questi è un po' rigido, non ha dimestichezza con gli eventi lieti, si limita a guardare Nihael, l'ombra di un sorriso gli attraversa il viso. Brianna indossa un abito dalla scollatura a barca più che decorosa, stretto sotto al seno da una semplice cintura con sottili ricami di brillantini, le maniche si fermano al gomito; la stoffa benché adatta alla stagione è leggera perché drappeggi morbidamente la sua figura sino ai piedi, lasciando persino un accenno di strascico, la gravidanza non è evidenziata o smorzata perché il corpo della Ethevyn è accarezzato dal vestito, in maniera che la sua naturale bellezza ne esca ancora più pura e luminosa. Non ha il velo, avanza serena a testa alta, accanto al fratello. «Se scappa, andiamo comunque a mangiare» mormora scherzosa a Key, tanto per fingere di essere in sé, in realtà la voce è un suono tremante, vibrato d'emozione e l'empatia non può che confermare.

Off = Rendiamoci conto, questa è solo l'entrata in scena.


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