Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

Volete divertirvi con noi?
Venite qui: Winter's Tale GdR

giovedì 11 dicembre 2014

The Royal Wedding II

Tutti amabilmente in ghingheri - fatta eccezione per quel manipolo di Skulls innocui che si aggirano fra gli invitati dello sposo, e che qualcuno di particolarmente dotato potrà notare -, tutti ai loro posti, giusto in tempo per l'ingresso della sposa. Non appena le figure di Key e Brianna si stagliano controluce sulla soglia, per una sorta di passaparola da chierichetto a chierichetto, ecco che l'Ave Maria scema in volume venendo subito rimpiazzato da un molto più genuino boato d'organo, in diretta. Dietro la tastiera siede una ragazza poco più che ventenne, concentratissima sullo spartito che ha di fronte: quello della famosa marcia nuziale di Wagner, che esegue egregiamente, accompagnando la discesa dei due Nephilim lungo la navata. I presenti, quasi in massa, si alzano in piedi e rivolgono le facce già arrossate dalla commozione verso la futura moglie, il cui tragitto è seguito da cui decine d'occhi lucidi. Qualcuno si dimostra più rigido, certo, ma l'atmosfera nel complesso è un abbraccio spirituale che stringe la coppia d'innamorati. Il sorriso dello stesso Padre Jorge si allarga, intenerito, mano a mano che vede avvicinarsi Brianna. Attenderà comunque che questa abbia raggiunto, dinnanzi all'altare, il suo compagno, e che con questo la musica si sia chetata, prima di richiamare l'attenzione della sala e prendere parola. Un segno della croce rivolto all'esterno, con un gesto ampio e comprensivo. «Brianna e Nathaniel.» Una pausa appena, la voce è forte, vitale, abituata a sfruttare al massimo la conformazione dell'edificio in cui predica. «La Chiesa partecipa alla vostra gioia, e insieme con i vostri cari vi accoglie con grande affetto nel giorno in cui davanti a Dio, nostro Padre, decidete di realizzare la comunione di tutta la vita. In questo giorno per voi di festa il Signore vi ascolti.» Gli occhi castani sono rivolti al Medium e alla Ethevyn, i più vicini, quelli a cui quell'augurio è indirizzato. «Mandi dal Cielo il suo aiuto e vi custodisca, realizzi i desideri del vostro cuore ed esaudisca le vostre preghiere.» Un ulteriore istante di silenzio, una breve inspirazione, prima che il tono placido si innalzi con potenza, appellandosi ora anche al resto degli astanti. «Riconoscenti per essere di venuti figli nel Figlio, facciamo ora memoria del Battesimo, dal quale, come da seme fecondo, nasce e prende vigore l'impegno di vivere fedeli nell'amore.» Una premessa piuttosto comunque, nient'altro che l'incipit della cerimonia. I ministranti portano a Padre Jorge un'acquasantiera, formule e ringraziamenti di rito si sprecano in un coro di voci sommesse.
Nathaniel, prima ancora dell'ingresso della sposa, lo sguardo dello sposo si adagia sui volti dei presenti, conosciuti o meno che siano, lampi fuggevoli o meno che siano. È un muto ringraziamento che rivolge ad ognuno di loro, abbracciandoli seppure con gli occhi in una stretta amorevole, commossa, come testimonia anche il continuo deglutire. Lo sguardo indugia ancora sui membri della propria famiglia, acquisiti o meno per poi spostarsi dalla parte della sposa e indugiare un po' più a lungo su Haniel, piegando appena il capo come in segno di ringraziamento, a lui riservato.



«No, niente fuga ma metti un piede sullo strascico della sposa se è lei a tentarla.»
biascica verso il testimone, occhieggiando anche la figlia come a dirle di dar man forte, per quanto è quasi certo che non ce ne sia bisogno. Quando la musica muta, cioè quando si dà l'avvio al matrimonio vero e proprio con la marcia nuziale, seppure c'era stato un lieve quietarsi, ora scompare completamente, tendendosi completamente verso l'ingresso e l'attesa, estenuante, dell'arrivo di Brianna. È quando finalmente la inquadra, bellissima nel suo abito, non può fare a meno di sorridere e, finalmente, rilassarsi. Un sorriso che viene dedicato unicamente a lei, come se a quel punto della giornata, esistesse solo la sua futura sposa. Non cede alla voglia di andarle incontro e strapparla alle braccia amorevoli di Key, attende nervoso il suo arrivo all'altare, di fianco a lui senza mai staccarle gli occhi di dosso. Ed è quando finalmente è giunta nelle sue vicinanze, che si avvicina di qualche passo e ne sfiora, per qualche secondo appena, la mano con la propria. Uno cercare smanioso delle dita contro le dita dell'altra. Una ricerca di contatto che dovrebbe dargli, al di là dell'aura della Ethevyn, la calma di cui ha bisogno, senza minimamente scalfire la felicità del momento. Si fa quindi più attento alle parole di Padre Jorge e, sempre che il contatto sia riuscito, rinunciarci a malincuore per darsi un certo contegno, degno del grande passo che stanno per compiere entrambi, assieme per la vita. Non si dimentica neanche di Key a cui sorride, ringraziandolo semplicemente con un sillabare senza voce, lui che la consegna tra le proprie braccia, in funzione di quel padre che non c'è più. E nonostante tutto, nonostante l'immensa felicità, per qualche momento è andato a cercare tra la piccola folla che si è assiepata nella chiesa, un volto conosciuto, una chioma bionda, che non ha trovato, riservando infine tutta la sua attenzione alla cerimonia e al rito che si apprestano ad officiare.
Madison trattiene una risata alle parole di Nathaniel, abbassando lo sguardo e fissandosi le mani provando a trovare la serietà che dovrebbe mantenere visto che è a portata d'occhio di un prete. E a lei mette un sacco di soggezione il prete. Le pare di avere tutti i peccati stampati addosso a chiare lettere. Prende un paio di respiri profondi, prima di lanciare uno sguardo sornione a Delcan. «Accertati solo che papà non cada giù come una pera cotta. In caso.» si sporge appena sussurrando sempre molto piano. «Pizzicagli dove sai tu.» intende le chiappe, ma ovviamente si guarda bene dal nominarle così sfacciatamente in una chiesa. Si volta quando sente la marcia e sgrana gli occhi fissando meravigliata Brianna. Non c'è niente di più bello. E non solo per l'amore che esprime, ma perché è bella. E sotto sotto, c'è anche tanta invidia. Per quanto dica o faccia, sa di non poter neanche lontanamente uguagliare l'unghia dell'alluce destro della sposa. O in generale, di molte altre donne. Insomma, il papone ha accanto la figlia bruttarella. Sposta lo sguardo, dalla sposa all'accompagnatore, che ha già scorto in precedenza ma che dubita fortemente sia il padre della donna. Sorride contenta e felice, seguendola con lo sguardo quando si accosta al padre e torna a guardare avanti, seguendo distrattamente la cerimonia. Le cose religiose non fanno tanto per lei. L'annoiano in tempo zero. E' il momento che si gusta. Quell'attimo di piena e perfetta felicità che le fa vibrare ogni più piccola corda del proprio cuoricino.
 Key , l'avanzata lungo la navata centrale , a spezzare così gli invitati in Chiesa, è lenta e permette a chiunque di posare gli occhi verso la Sorella che porta piano piano all'altare. Se la ridacchia un po', sentendo quel mormorio. Cerca comunque di non cadere nell'indecenza e trattenere comunque la risata,a livello di volume, nelle più immediate vicinanze. « Stai diventando cicciona, Brì. Sempre a mangiare pensi..Vah, guardalo come freme...» mormora in risposta,prima di rivolgerle un sorriso rassicurante. Nath è lì e non sembra in procinto di fuggire a gambe levate dalla Chiesa. Ancora pochi passi, i parenti di Brianna e Nathaniel neanche li conosce e forse avverte ora un leggero disagio nell'adempiere a quel compito lui. La presenza di un solo Fallen nell'area è singolare. Intuire chi possa essere non è nemmeno difficile. Ignorarlo è ancora più semplice,però.Neanche sa chi è,del resto.Così come ignora volutamente ogni presenza Lycans all'interno della Chiesa. I pochi passi che lo separano dall'altare vengono fatti lentamente,fino ad arrestarsi appena. «Vai... »mormora piano piano. E' il momento di lasciare che Brianna venga presa in custodia da Nathaniel, al quale rivolge un sorriso e un occhiolino amichevole. Nessuna parola, probabilmente un ringraziamento silenzioso per via di quello che avverte in Brianna in presenza dello sposo,appunto,consapevole di quanto lei sia coinvolta. Quindi si sposta,piano,senza disturbare troppo. Lo sguardo scivola un attimo sui testimoni,poi si abbassa quando va a prendere posto vicino alle prime file, lasciando comunque spazio ad eventuali familiari di Brianna. Prende posto inevitabilmente vicino agli altri Nephilim lì vicino,se ci saranno. O comunque subito dietro i parenti dell'Ethevyn. In silenzio,con attenzione. Nessuno sguardo verso nessun'altro se non verso Padre Jorge,che conosce piuttosto bene e riesce a strappargli un sorrisetto impercettibile,nel vederlo così..serio. Bonnie sarà stata intravista,ma forse nemmeno questo. Se ne sarà accorta ,come tutti coloro che hanno posato gli occhi su di lui, che non ha proprio rivolto lo sguardo verso nessuno in particolare. Se non il prete ,Nathaniel e i testimoni. Nessuna cattiveria..semplicemente si isola, mantenendo l'attenzione solo sull'altare e le persone lì vicine.
Brianna atraversata la navata, lanciando sguardi riconoscenti agli invitati e sorridendo con affetto a Key, lascia il suo braccio tremante, deglutendo un po' d'aria: «Come sei caro.» bisbiglia tra il serio ed il faceto. Ci sono Fauni, Wakers, Medium nella Chiesa, perciò Brianna avrà dimenticato anche di essere la sposa, le è sufficiente incontrare il viso di Nathaniel per avvertire il cuore sprofondare un abisso fatto di una tensione quasi piacevole, ogni battito confonde la speranza col timore e l'amore che nutre sembra un sentimento tanto vivido da potersi vedere o sentire, come se lo slancio che prova fosse noto al Cielo e agli Inferi, ai presenti, a chiunque viva sulla Terra perché è divenuto un desiderio, violento, incessante quanto la corrente di un fiume in piena, la sua razionalità ne è travolta. Ha un nugolo di parenti, amici, Fratelli, alleati, Faerings. Cercherà di chiacchierare con Key, interessandosi di questo isolamento e del suo umore in generale, ma se lo facesse adesso sarebbe sconveniente, inoltre non pensa. Il cervello elabora immagini, parole, colori, luci ma non riesce a collegarli. In apparenza è bella, felice, perfetta ma le sinapsi si sono spente. Ha il vuoto, fatica ad elaborare quanto sta dicendo il prete, lo scruta con un'espressione vagamente stolida, come una Barbie con i fianchi larghi e i capelli scuri, inclina la testa, sfarfalla le ciglia, stringe i fiori, sino a quando Eveleen non li scippa rudemente, perché non può rimanere col bouquet durante il rito ma la Ethevyn resta qualche secondo con le mani attorno all'aria, salvo poi congiungerle in grembo e poi cercare quella di Nathaniel.
Padre Jorge, per bello aitante e giovane che sia, segue quella che è una formula standard - e standard poiché sacra. Ricordato il battesimo, e innaffiato di acqua santa se stesso, gli sposi e qualche invitato nelle prime file, gli viene consegnato da uno dei diaconi una antica copia del Nuovo Testamento, che apre sul leggio ad una precisa pagina, indicata dal segnalibro in raso porpora. Ai lati del pulpito finiscono le mani; uno sguardo alla stampa che tiene sotto agli occhi, un nuovo respiro profondo, e rieccolo rivolgersi al suo gregge improvvisato con toni carismatici, senza perdere una tranquilla affettuosità di fondo. L'accento spagnolo è sfumato, niente più che un residuo. «Dalla lettera di san Paolo agli Efesini.» E con questo, il permesso di tornare a sedersi è accordato. «Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama se stesso.» Lasciando il sacerdote alla sua lettura, non dimentichiamo di citare fra i presenti una commossa Helena, ed Anja che si trova ora accanto a Brianna, incoraggiante testimone. «E se vi arrabbiate, attenti a non peccare: la vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole.» Così pare concludersi il brano selezionato, a cui Padre Jorge accompagna una breve omelia, incentrata sì su quanto appena recitato, non mancando però di attualizzare e fare riferimenti ai due individui che sorgono di fronte a lui. Ha una dialettica coinvolgente, originale e sensata, frutto degli studi teologici e di una fede che si capisce essere salda e pura. Qualcosa che non tenteremo neppure di riprodurre, per non far torto a nessuno. «Carissimi Nathaniel e Brianna...» Arieccolo; il mento vira in una curva morbida per inquadrare prima l'uno e poi l'altra. «Siete venuti insieme nella casa del Padre perché la vostra decisione di unirvi in matrimonio riceva il suo sigillo e la sua consacrazione, davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità.» Un bambino, fra le ultime file di panche, spezza il silenzio assorto con un acuto pianto capriccioso, ma è sufficiente un istante prima che il piccolo ribelle ritorni a placarsi, cedendo all'influsso delle aure dei Nephilim sparsi. «Siete stati consacrati mediante il battesimo: ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il sacramento nuziale, perché vi amiate l'un l'altro con amore fedele e inesauribile, e assumiate responsabilmente i doveri del matrimonio.» La pomposità dell'ennesima formula liturgica viene spezzata da un sorriso di fraterna complicità, senza che gli occhi scuri cessino di cercare quelli della coppia di innamorati. Il volume della voce si abbassa leggermente, in una sorta di confidenza riservata ai due. «È il momento di scambiarvi le vostre promesse.» Zittendosi conseguentemente per lasciare a loro la scena. Un chierichetto si avvicina, offrendo un microfono wireless che Medium e Ethevyn potranno o meno accettare. Dopotutto, le dimensioni contenute della St. Augustine permettono una buona acustica anche senza bisogno di aiuti particolari.
Nathaniel, un momento, fulmineo, di puro panico quando sente il suo testimone sillabare quelle parole. Sempre per quel piccolo momento abbandona il volto della propria sposa e quello di Padre Jorge per indirizzare un'occhiata poco amorevole e molto selvatica, se non addirittura incazzata, verso Declan: «Non hai le fedi?» mormora a bassa voce, spostando poi l'attenzione, simultaneamente, verso Madison. Occhi sgranati, leggera gocciolina di sudore che scivola lungo il collo e il cuore che ha preso a battere fin troppo velocemente. Se non vogliono rischiare la morte istantanea dello sposo e rendere la sposa prematuramente vedova, forse è il caso che le fedi saltino fuori. È però la solennità dell'officiante, a richiamare la sua attenzione e non può neanche muoversi a passare l'indice tra la camicia e il collo, come a volersene separare dopo essere diventato tutt'uno con la sua pelle, il tessuto. Torna a deglutire ma non a rilassarsi, dato che dopo aver cercato e trovato la mano di Brianna, è tornato comunque a congiungere le mani in grembo. Solleva di qualche millimetro il mento e ascolta, per quanto è più che probabile che stia pensando al "guaio" delle fedi, in quel preciso istante. È quando però gli si fa richiesta di fare la propria promessa, che attende che gli venga consegnato il microfono, prima di girarsi verso Brianna e tornare soltanto su di lei, cercando di prenderle una mano tra le proprie. Ne cerca lo sguardo e come la Nephilim, pur non essendo provvisto di aura, sembra davvero esplodere di gioia e pure un pò di panico, sempre per il medesimo motivo. «Mi baci con i baci la sua bocca...» ma la voce esce un poco bassa, tanto da schiarirsi velocemente la stessa, con un un colpetto discreto di tosse: «Sì, miglior e del vino è il tuo amore.» sembra acquistare un po' più di mordente e sopratutto rilassatezza. «Inebriante sono i profumi per la fragranza, aroma che si spande è il tuo nome.» inspira a fondo, con una lieve pausa, prima di riprendere. «Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, mia sposa.» stringe maggiormente la presa sulla sua mano: «Tu mi hai rapito il cuore con un solo sguardo, con una perla sola della tua collana. Quanto è soave il tuo amore mia sorella, mia sposa. Le tue labbra stillano nettare. C'è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.» il sorriso si fa largo, mostrando la dentatura. «Giardino chiuso tu sei, mia sorella, mia sposa. Sorgente chiusa, fontana sigillata. I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane, con i frutti più squisiti, alberi di cipro e nardo, nardo e zafferano, cannella e cinnamomo, con ogni specie di alberi d'incenso, mirra e aloe, con tutti gli aromi migliori.» e la frase termina, cercando di piegarsi in avanti per darle un bacio sul dorso della mano, delicato. Fortunatamente ha edulcorato il resto, essendoci presenti madre, padre, figlia, nonché Haniel e tutti i presenti. Lo sguardo che le rivolge però è piuttosto eloquente.
Brianna abbassa la testa, sorridendo beata al chierichetto. Stringe la presa, riconosce il testo anche se non l'ha letto a catechismo. Le dita tremano, l'empatia non lascia spazio a dubbi di sorta, gli occhi restano a fissare Nathaniel, le labbra si stringono tra loro e si distendono, al bacio sembra trattenere un singulto, ma non piange. «Nei tuoi pensieri tutto il giorno, tu nei miei.» esordisce con un filo di voce limpida, indugia sulle sillabe, come se faticasse a parlare: «Gli uccelli cantano al riparo di un albero. Sopra la preghiera della pioggia, un blu sterminato, non il Paradiso, che non va da nessuna parte, senza fine.» sussurra, spera che Haniel non le scagli un fulmine, non è l'autrice e lei, fra l'altro, mica è scontato che vada in Paradiso: «Perché mai le nostre vite si allontanano da noi stesse, mentre rimaniamo intrappolate nel tempo, in fila verso la morte? Sembra che nulla possa mutare lo schema dei nostri giorni, alterare la rima data da lutto in assonanza con diletto.» deglutisce, i presenti di sesso maschili possono garbatamente grattarsi: «Poi sopraggiunge l’amore come un volo lesto di uccelli dalla Terra al Paradiso dopo la pioggia.» alza gli occhi su Nathaniel: «Un tuo bacio, rievocato, sfila, come fossero perle, questa catena di parole.» respira a fondo: «Cieli immensi ci congiungono, unendo qui a lì. Desiderio e passione nell’aria che pensa.» ha un senso profondo, bellissimo, non immediato, questa poesia e l'ha scelta da ubriaca o forse confidando nella recitazione impeccabile. «Ti sarò sempre accanto, Nathaniel.» aggiunge andando nel panico: «Mio amore, mio respiro, mia gioia, mio compagno e amico, mio sostegno e mio conforto. Se non avrai la forza di andare avanti, io ti sosterrò e quando sbaglierò, saprai guidarmi alla verità e mi insegnerai ancora quanto sia profondo l'amore e naturale il perdono. Tutto ciò che ci ha fatto soffrire, in passato, non abbia spazio nel nostro futuro. Ti dono il mio cuore, ti dono i miei giorni, le mie lacrime, le mie risate, i miei sospiri, il mio dolore e la mia gioia. Accettali, te ne prego.» si schiarisce la gola, l'ultima parte è un'improvvisata. Nata in quel preciso istante.
Freddie : «Okay, magari un vestito più piccolo per evitare di inciamparci sempre... » E' inutile, è presa bene e ha deciso che oggi fa la scema. Tanto che sorride a pieni palmenti quando Alana viene individuata da entrambe, e Jenny (sì), sfregando una mano di Mamma 2 tutte gioiose davanti alla loro bambina. Ma... ahem, appunto il momento è altrui. Quindi la cerimonia va avanti e il viso viene rivolto verso la guancia di Kismet per soffiarvi piano. « Ssss... » Senza esagerare, cerca di rinfrescarla e calmarla durante il boato d'organo, e le appoggia anche una mano sulla spalla. Quindi in realtà questo l'aiuta a focalizzarsi su qualcosa, la protezione della moglie, ed evitare di fare la cogliona guardona in giro: un piccolo passo indietro per i nervi di Kismet, un grande passo per l'intera umanità. Gli occhi tornano sull'altare comunque, attenti allo scambio delle promesse per andare a stringere un po' più il pugno. C'è una certa agitazione positiva che le fa fare una sorta di «Frr » di gola. Come se rivivesse dei momenti successi solo davanti ad altri due occhi, nient'altro, davanti a quattro mura vecchie e una vasca gialla. Ma li rivive, con labbra frementi e il fiato che cerca ancora di dare sollievo alla guancia altrui.
Kismet, sarà l'atmosfera, saranno le auree pacifiche dei Nephilim, che come sempre sembrano prenderti il cuore nel palmo e sussurrargli che tutto, alla fine, andrà bene, ma Kismet sembra seriamente rilassarsi un po' man mano che la cerimonia prosegue. Il petto ammorbidisce il respiro e lo sguardo perde un po' di quella sfumatura tagliente che di solito lo rende inospitale e persino bellicoso. Si stringe un po' di più la fata vicino nel bisogno fisico di contatto, di sentire anche sulla pelle l'amore che sente provenire in ogni dove da questo luogo di culto. La radiosità della sposa, Brianna, attira più di un suo sguardo ed è su di lei che si concentra per lo più. Naturalmente ha colto in tempo il sorriso di Alana, un tempo "semplicemente" amica ora qualcosa di più simile ad una creatura sua e di Freddie in egual misura e questo le ha permesso di sorridere tra sé e sé, intimamente. Ma poi ogni tanto sbircia anche verso Key e magari ha notato quel modo di isolarsi, quella rigidità dello sguardo che si ostina a stare dritto, alto, ma non rivolto alle persone. E allora anche l'ostilità un po' s'allenta in funzione di un sospiro smorzato. Si gira per un altro bacio sulla tempia della moglie. «Io amo mia moglie, dunque amo me stessa.» sussurra verso di lei in risposta alle parole di Padre Jorge. Ovviamente si è alzata e seduta quando il rito l'ha richiesto, svettando col suo metro e novanta di tacchi e gambe lunghe tra le altre teste. E mentre ascolta le parole di Nathaniel, rimane china verso Freddie che le soffia sulla guancia. Lei chiude gli occhi. L'aroma di sangue e resina nelle narici combinato con l'influsso dei Nephilim la fa sentire come ad una mensa ricca e piacevole. A un tratto qualcosa nelle parole del wannabe sposo la fa tornare ad aprire gli occhi e corrugare la fronte. Allora cerca un altro bisbiglio verso Freddie «Sorgente chiusa e fontana sigillata.» ripete a bassissima voce ma intonazione fortemente disturbata «....» ma guarda la sua, di sposa, e il visetto assorto che negli occhi nocciola ha immagini che solo loro due conoscono le fa tornare il sorriso. La mano cerca allora la sua, la sinistra, per sfiorarne la fede all'anulare «....» e le rivolge un altro bisbiglio basso all'orecchio. [Ermes]
Madison, ora che si avvicinano anche gli altri due Nephilim, è come finire dentro la culla della mamma. Oddei non che fosse particolarmente amorevole come mamma, ma in generale. Qualcosa di bello e piacevole, che le fa venire voglia di rannicchiarsi da qualche parte e pisolare per tutto il tempo. Peccato che non può. Si guarda intorno, adocchiando chi più chi meno, prima di tornare ai protagonisti di questa importante cerimonia ancora senza smettere di sorridere. Inspira a fondo prima di guardare Declan e fare la faccina confusa. Per una manciata di secondi, per poi sorridere di nuovo, divertita perché deve far prendere a loro un infarto ora e subito. Si volta per prendere il cuscino dove si trovano le fedi e lo porge a Declan, senza mai toccarle, neanche tema di infettarle o chissà quale strana maledizione possa toccare loro se lei prova a sfiorarle senza permesso. Sarà infine come spetta al testimone tendere le fedi per gli sposini e lo fissa tutta orgogliosa neanche lui stesse dando prova di chissà quale particolare esibizione artistica davanti a tutti. Sorride a Nathaniel e gli fa segno di fare la sua parte, poi mima l'atto di respirare, profondamente. Prima che impanichi e crolli giù come un pero.
Declan muove l'anulare per tre o quattro volte, nell'aria. «Echeca...» la frase mormorata è subito soffocata dal suo rispetto per il sacro loco. Sbuffa, sempre teatrale, neppure fosse il 'Benny Hill Show'. Inizia a cercare nelle tasche dei pantaloni, della giacca, della camicia, se un individuo normale cercherebbe di sostenere psicologicamente l'amico, non scordando una romantica esternazione alla fanciulla del cuore, il nostro è pronto a uscire dalla chiesa per cercare gli anelli a casa. Sorride, perciò, sollevato a Madison. «Non era tanto vago.» finge di confidarle. Prende il cuscino, come un paggetto, lui che è allampanato e solitamente aggraziato come Mister Magooo. «Ho sempre saputo che tu sola, mi avresti salvato.» è una frase seria, detta in un sussurro ma deciso nel tono, cosa intenda non lo specifica, sorride per fare il suo dovere. Si volta, si mette ben dritto, ascolta, in attesa del momento fatidico. «Perché useranno il cuscino?» bofonchia perplesso, rimirandolo con interesse.
Alana, l'aria trasognata s'imperplessisce quando nota Declan, una vecchia e superficiale conoscenza da quando si è immessa in tutta questa storia del sovrannaturale, gesticola in un attimo di panico. Ma ehi, tutto risolto - o così sembra. Quel che è palese è che le parole snocciolate da Nathaniel vengono accolte dalle sue orecchie forte e chiaro. E non può fare a meno di ritrovarsi gli occhi umidi, lucidi, perché anche se è una paesanotta illetterata ha comunque un cuore ed un'intelligenza emotiva di sorta. Di tanto in tanto, butta l'occhio qualche fila più avanti, ma per lo più è focalizzata sugli sposi.
La cerimonia precede come previsto, senza disturbi e colpi di scena. «Alla presenza di Dio e davanti alla Chiesa qui riunita, datevi la mano destra ed esprimete il vostro consenso. Il Signore, inizio e compimento del vostro amore, sia con voi sempre.» E ci si aspetta che tutto continui a filare liscio. Dopo i voti personali e personalizzati, toccherà a Brianna e Nathaniel piegarsi alle formule rituali, quelle che avranno ripassato nei giorni scorsi e che accompagnano il fatidico scambio delle fedi - fortunatamente fatte apparire giusto in tempo, e che Padre Jorge stesso provvederà a benedire. «L'uomo non osi separare ciò che Dio unisce.» Il più è fatto: non mancheranno professioni di fede, cori di 'amen', eucarestia e quant'altro, ma la sostanza è una sola. Nathaniel e Brianna sono ufficialmente, al cospetto di Dio e dei presenti, marito e moglie. Il sacerdote si avvia alla conclusione della cerimonia. « Abbiate benedizione nei figli, conforto dagli amici, vera pace con tutti.» Per gli sposi, dapprima. «E su voi tutti, che avete partecipato a questa liturgia nuziale, scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.» Altra pioggia scrosciante di 'amen', mentre in sottofondo già riattacca l'organo, questa volta unito ai suoni più agili di un violino e a quelli vibranti di una viola. La musica che si diffonde nell'aria è ancora una volta classica, e si tratta dell'overture de 'Le Nozze di Figaro', opera di Mozart.  «Nella Chiesa e nel mondo siate testimoni del dono della vita e dell'amore che avete celebrato. Andate in pace.» Basta, liberi tutti. Invitati e neo sposini, la St. Augustine andrà velocemente svuotandosi in un trambusto di panche ma soprattutto di pance, richiamate dalla prospettiva del cibo.

Nessun commento:

Posta un commento