Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

Volete divertirvi con noi?
Venite qui: Winter's Tale GdR

venerdì 14 novembre 2014

Be Free, Now

Nathaniel non osserva i due, o per lo meno riserva loro meno attenzione di quanto sta dando a chi è vivo, a chi è lì, davanti a lui e può essere visto da chiunque. Preferisce la vita, una nuova vita, alla morte alle sue spalle, anche se carica dei ricordi della madre di suo figlio o figlia e futura moglie. «Secondo te è maschio o femmina?» mentre rimane ancora avvinghiato a lei, senza l'intenzione di lasciarla e anzi, facendole fare un giretto, facendolo a propria volta su se stesso, di trecentosessanta gradi. «Devi mangiare.» lo dice istintivamente: «Non puoi stare a stomaco vuoto.» la mette giù ma non sembra avere voglia di allontanarsi tanto presto. «Adesso devi mangiare per due.» probabilmente sarebbe più che disposto a lasciare anche la sua porzione di formaggio e rimanersene a stomaco vuoto. Al momento vive di felicità, poi magari lo stomaco gli ricorderà che non può vivere soltanto di quella, purtroppo. «Certo, c'è anche il bambino.» glielo dice lentamente, con dolcezza: «Ma hai con te la presenza di due persone estremamente importanti per la tua vita. Qualcuno che veglierà su di te, sul nostro piccolo.» accarezzandole la pancia. «È dietro di te.» una pausa leggera: «Hai proprio preso la bellezza da tua madre.» le rivela, spostando lo sguardo poi su suo fratello, presumibilmente: «E Alfred.» cerca di trattenerla ancora per i fianchi, di guardarla in volto, le sopracciglia che fanno appena capolino dietro la montatura: «Ti amo.»
Brianna ride piano. Si passa le mani sulle guance umide. «Sono troppo nervosa per mangiare.» ammette, ha bisogno di calmarsi, continua a tremare in maniera impercettibile. «Non temere, l'appetito non mi manca.» lo rassicura, cercando di circondargli il torace con un braccio. Rebecca Byrne allunga la mano sinistra per cercare di sfiorare la nuca di Brianna. [Tu puoi parlare per noi.] dice la donna, in un inglese pulito, sembra la regina Elisabetta II, anche per l'età: [Non può vedere o sentire?] chiede al genero in tono sofferto. [No, non può.] gli risponde Alfred, non soltanto il viso ha tratti spigolosi ma pure la personalità: [La nostra fortuna è che abbia preso al lazzo un Medium o avresti continuato a darle consigli inascoltati.] fa una breve pausa, piega le labbra in un sorriso: [Mi riferisco a quando hai saldato il conto e sei uscita dal ristorante, quando proprio non sentiva.] ha una voce roca da fumatore incallito: [Il mio inferno è non fumare, non bere. Adesso, tocca a lei.] indica Brianna. Deve essere il metodo Bryne per mettere a suo agio la gente. «Non saprei, mi importa che sia sano, che sia un bambino felice, amato.» riflette, ispira ed espira a fondo: «Sai, ogni volta che David compie gli anni...» inizia a parlare, ignara totalmente dell'osservazione del Medium. «Grazie. Chi?» non collega i puntini, ancora. Alfred a sentir nominare il figlio pare incendiarsi. [No, basta. Falla tacere!] intima serrando i pugni. Rebecca abbassa il viso.
Nathaniel non sembra completamente presente il medium, anche perché la sua attenzione al momento, è volata dietro le spalle della Nephilim, piuttosto che il suo viso. È distratto, ascolta a tratti quello che dice e si ritrova più che altro ad annuire, tornando comunque sulla terra quando l'altra va a riferirsi al loro figlio: «Lo sarà, assolutamente.» e quando la cosa sembra prendere una brutta piega, lui si sporge in avanti, d'istinto, cercando di baciarla. Un bacio di trasporto, anche nel tentativo comunque di zittirla e non far rovesciare oggetti, cose, persone e animali da Alfred in versione Skull; sempre che sia riuscito a baciarla, piano piano lascerebbe il posto delle sue labbra, le dita della destra. «Non dirlo.» le suggerisce in un soffio, quasi a contatto ancora con la sua pelle: «Non parlare di lui.» una piccola pausa ancora: «Ti ascoltano. Sono qui. Non ne sono felici.» sgrana appena gli occhi, distaccandosi poi per qualche centimetro ancora. «Dicono che tu sia fortunata ad avermi preso al lazo perché così, almeno, loro possono comunicare con te e tua madre ti può dare consigli. Ti vogliono bene...» aggiunge di suo, riservando un'occhiata a parimente come tempo sia a Rebecca che ad Alfred. Evita accuratamente di svelare l'inferno di quest'ultimo, giusto per non turbare la neo mamma. «Vuoi dir loro qualcosa?» con delicatezza, dolcezza, mentre le dita scivolano dalle labbra per accarezzarle il viso: «E non so se hai compreso, ma sono realmente» calcando sul termine: «Qui.» corruga la fronte e guarda verso Alfred: «Che conto del ristorante?» si riferisce proprio a quest'ultimo, sbattendo le ciglia dietro le lenti trasparenti.
Brianna ha una valanga di riflessioni nella testa, galleggiano come foglie in un torrente di felicità e la sua empatia assorbe qualsiasi cosa arrivi da Nathaniel, non è in grado di concentrarsi e non vede perché debba farlo. Sente la stanza farsi fredda, però non ha contatti con gli Skulls e non li considera parte della propria esistenza. «Potrebbe essere un Fauno, come Madison e avere un amico, a sostenerlo ovunque.» azzarda con un sorriso, abbassa il viso sul ventre: «O un Medium, passeggiare incontrando nuove persone che a lui solamente si rivelano.» alza gli occhi su di lei, che sta studiando un vuoto, un'assenza che Brianna non può colmare. Rebecca congiunge le mani in grembo, silenziosa ed elegante. Alfred resta impietrito, silenzioso e frustrato.
La Ethevyn sgrana gli occhi color nocciola: «Loro?» non ha bisogno di una spiegazione. Ispira, espira tremante. Riamane silenziosa e turbata. Nathaniel Hunt: benvenuto nella famiglia Byrne! La Nephilim porta la mano destra al cuore che riprendere ad avere un ritmo accelerato. «Mi spiace.» pigola, deglutisce le lacrime, non si gira, la mano sinistra si appoggia a Nathaniel, come a puntellarsi: «Mi dispiace.» piega la bocca, non è rincrescimento, quello che la pervade è dolore. «Avrei dovuto insistere, avrei dovuto perseverare, io non so cosa abbia sbagliato...» sussurra in un lamento. Rebecca non abbandona il dignitoso contegno. Alfred sposta l'attenzione sul camino. [Parlo della morte: saldare il conto, abbandonare lo stadio, cagare l'anima.] elenca alla fine al Medium, Rebecca gli rivolge un'occhiata severa che il figlio incassa. [Bri, sono settanta fottuti anni che canti questa canzone!] ringhia. [Ho visto cosa hai scritto e sono cazzate.] non si perde nei particolari: [Tu hai qualche utilità o fai giusto il paralume?] si rivolge al cognato. [Falla sedere.] conclude. C'è qualcosa di affettuoso in questa maniera colloquiale di parlare ad Hunt, ma bisogna guardare con tanta attenzione.
Nathaniel: «A a lei.» precisa nuovamente. Insomma, non vuole proprio escludere a priori che sia una bimba, anzi. «Loro.»annuisce più volte: «Smettila di dispiacerti, Brì. Smettila di chiedere loro scusa e...» individua probabilmente il divano: «Ora, siediti.» sotto amorevole consiglio di Alfred, che va comunque a fulminare con lo sguardo, per qualche breve momento. Non perde la calma tuttavia, è pur sempre il fratello di Brianna e di certo non ha intenzione di intavolare un'amorevole discussione con il nulla, almeno in apparenza. Cerca di accompagnarla comunque verso la seduta e di farla accomodare. «Vuoi un po' d'acqua?» si informa, ancora occhieggiando il vuoto: «Sono sicuro che vogliono sentire che tu sei felice. Che sei contenta. Che sei soddisfatta, non le tue scuse.» anche perché, in quel caso, sarebbe pronto ad inveire anche contro il cielo e i due Skulls, pur di levarli di mezzo e di lì. Evita ancora accuratamente di riferire qualcosa che al momento possa turbarla, come la morte. «Avete qualcosa da dire?» il tono esce più duro di quanto in effetti vorrebbe: «Questo è il momento giusto per farlo.» non è una sfida, ma si è vagamente accigliato. «Signora Byrne?» il tono si ingentilisce, così come anche l'espressione, ritrovandosi ancora una volta a sorridere al nulla. Fortunatamente non c'è nessuno che li spii dalla finestra o gente in giro, a   parte Brianna, se si intendono persone terrene e vive, ovvio. Sta anche cominciando a maledirsi nelle lingue conosciute, poche, per averglielo riferito, chissà che non venga, tuttavia, sorpreso.
Brianna si lascia indirizzare verso il divano. «Chiunque sarà o saranno, io sarò orgogliosa e li amerò.» promette, forse non a Nathaniel. Alfred e Rebecca seguono lo spostamento della Nephilim, guardandola sospirare mentre siede sui cuscini, acconsentire a un bicchiere d'acqua per tentare di quietarsi e tacciono, anche Brianna resta in attesa. «Non è vero.» dice a Nathaniel, forse anche ai parenti: «Non è vero che debba smettere di scusarmi, perché non sono riuscita a proteggere mio nipote.» fa una pausa, nervosamente si tasta l'addome. «Forse, non posso difendere neppure un figlio.» si lamenta, sotto l'influsso ormonale. Alfred sbuffa in maniera teatrale, Rebecca sembra pronta a scoppiare in lacrime: [Tu sei stata una figlia stupenda.] cerca di fronteggiare la figlia, piega le ginocchia, ma i loro occhi non si incontrano: [Sono stata orgogliosa di te dalla nascita e non ho il rimpianto di averti messa al mondo, perché ho dato a questa realtà una creatura buona, premurosa che sa amare con tutta la forza di un cuore gentile.] allunga le mani per sfiorare la fronte di Brianna, facendola scattare indietro: [Tu sarai una brava madre, perché sei buona e sei brillante, puoi fare qualsiasi cosa tu voglia, perché hai i mezzi per riuscirci.] sospira, scuote la testa e si rivolge a Nathaniel. Alfred è vicino al camino: [David è morto. Nessuno potrà mai cambiare la verità. La colpa è di chi ha sganciato la bomba o forse di chi ha pianificato il raid aereo, oppure la colpa è lontana, è di qualcuno che ha permesso che bombardassero una città piena di civili. Non so di chi sia la colpa, non mi interessa. Ingozzarmi di veleno, non mi ha ridato David e mi ha tolto Constance. Ho lasciato mia figlia da sola, ho lasciato mia moglie, mia madre e mio padre da soli. Ho lasciato da sola te. Credevo che il dolore fosse uno scudo per respingere il mio dovere e sbagliavo, tu me l'hai insegnato, quando soffrivi e facevi ciò che dovevi, così traevi la speranza di andare avanti.] mano a mano che va avanti, il tono si ammansisce: [Perciò, sono qui perché tu sia libera: io ho rovinato la mia famiglia, io sono affogato nella rabbia. Tu hai trasportato questo fardello senza ragione: puoi amare, puoi essere amata, avrai dei bambini bellissimi e fortunati a essere cresciuti da te e da qualcuno che li amerà, quanto ama te. Non devi angosciarti. Il peggio è passato, la rabbia è svanita, c'è solamente quel nastro rosso a tenere uniti i ramoscelli.] si rivolge a Nathaniel: [Non cambiare una virgola, lei capirà.] è diventato dolce anche con lui o quasi, Rebecca gli sfiora il braccio da brava mamma. «Dove sono gli altri?» chiede Brianna all'aria. [Tuo papà è andato in pace, alla fine, i suoi figli erano adulti e capaci, l'aspettava un nipotino e ne lasciava diversi. Pensiamo sia lo stesso per Orla, visto che non è tra noi.] risponde la signora Byrne: [Dovreste accelerare le nozze, tesoro o l'abito potrebbe essere inappropriato.] fa notare con aria vagamente contrariata.
Nathaniel: «Lo so.» replica verso di lei: «Lo sanno.» aggiunge, includendo anche madre e fratello di Brianna. Li osserva, torna a sorridere loro ma poi si dedica semplicemente al bicchiere d'acqua, aprendo la bottiglia con una torsione del tappo, per poi versarne un po' in un bicchiere, perché sicuramente si sarà premurato di portare anche quelli. Alla fine va a porgerglielo ma non si siede. Rimane in disparte, un ospite in quella stanza, qualcuno che funge da traduttore, facendolo comunque con tutto il cuore e tutto l'amore possibile. Si è posizionato probabilmente nei pressi dello schienale del divano, tanto da piegarsi, con il braccio ancora teso la cui estremità regge il bicchiere, per sussurrarle all'orecchio tutto ciò che loro dicono, senza sovrastarli in alcun modo: «Sono orgogliosi di te, Brianna. Lo sono sempre stati e probabilmente sempre lo saranno.» aggiunge quella piccola postilla personale: «Non si è mai pentita di averti messa al mondo, perché ha dato a questo mondo, tutto e me compreso...» anche questo l'aggiunge lui: «Una creatura buona e premurosa, che sa amare con tutta la forza di un cuore gentile.» e l'altra mano va a sfiorarle una guancia, poi i capelli. «Questa è tua madre a dirla e...» pausa: «No, non farlo.» non la spinge e non la costringe: «Sta cercando di sfiorarti la fronte. So che può essere fastidioso, ma lo fa per amore.» le spiega, sempre in un sussurro direttamente al suo orecchio. Riferisce quindi tutto, per filo e per segno ogni singola parola di Alfred, senza davvero omettere niente, questa volta: «Vuole che tu sia libera da questo peso.» e poi prosegue ancora, annuendo serio, stavolta, sul fatto di non cambiare neanche una virgola, cosa che effettivamente ha fatto. «Sarai una brava madre, Brianna e ora non sono soltanto io a dirtelo. Sono qui per dirtelo anche loro, le persone che ti sono più care al mondo, perché tu riesca a liberarti di questo peso enorme, di non sentiti adeguata, di essere un peso, di fare qualcosa di sbagliato.» inspira a fondo: «Tuo padre non c'è perché ha trovato la pace, assieme a...» corruga la fronte: «Orla?» stavolta la voce ha un tono interrogativo, perché non ricorda nessuna Orla. Si ritrova però a ridere, mostrando quelle due fossette in mezzo alla barba, nello scoprire la dentatura: «In effetti, Signora..» sospira nuovamente: «Ma sarà a breve.» pausa ancora: «Brevissimo.» riferendo quindi poco dopo. «Insomma, tua madre dice che forse è meglio accelerare i tempi, prima che l'abito diventi inappropriato.» di nuovo sorride. Osserva ancora la signora Byrne, quindi Alfred. Vorrebbe comunicare qualcosa loro, ma essendoci Brianna, non vuole essere assolutamente indelicato: «Grazie.» è loro che ringrazia, piegando il capo in segno di riconoscimento: «Grazie per essere qui e per lei.» ma ovviamente, non è questo che vorrebbe dire loro.
Brianna cerca di vedere, si mordicchia il labbro inferiore ma c'è il soggiorno nella sua normalità. Prende il bicchiere d'acqua, sorride. «Io sono orgogliosa di essere sua figlia.» mormora: «Lei è stata un'ottima madre, io posso sperare di imitarla.» sorseggia un po' il liquido, si fa forza per non ritrarsi, come le ha consigliato Nathaniel e Rebecca riesce ad accarezzarle la fronte, una sensazione epidermica fastidiosa per la Ethevyn. «Io sono felice.» dice al vuoto, sposta il viso senza arrendersi: «Sono ancora più felice che voi siate qui, che vediate l'uomo che amo, che sappiate della mia famiglia. Io sto bene, qualsiasi cosa accada, io starò bene.» aggiunge. Rebecca si raddrizza, non mina i respiri, osserva anche il genero. [Ci sono numerose ombre all'orizzonte.] decide di parlare come la Sibilla Cumana, perché è morta e può fare come le pare e piace: [Dovrete restare uniti ed essere forti per la vostra famiglia. Abbi cura di lei, puoi più di qualsiasi altro sulla Terra e più di qualsiasi altro sulla Terra, cerca di proteggerla e di amarla.] sorride incoraggiante, lasciando intuire parte della sua bellezza passata: [Noi vorremmo donare qualcosa, ma non è possibile. È la gioia che ci ha spinti a parlarle. Vogliamo che sappia che è sempre stata amata, che è sempre stata seguita e che non le abbiamo rimproverato nulla. Mai.] fa una pausa: [Il Fallen chiederà di vederla, Nathaniel, potrebbe essere uno shock per Brianna.] si mette a confabulare con il Medium. [Orla è mia moglie. Diciamo non sono stato un marito da premiare, ma... I nostri romanzi sono nella cassapanca della zia Violet.] interrompe serenamente la madre: [Constance può andarli a prendere, c'è anche la mia cartellina dei disegni, non so quanto possa gradire... Dopo tanti anni, ma avevo cercato di... Di... Di dirle che le volevo bene, che se non ci fosse stata lei e sua madre, io sarei morto. Non le chiedo perdono, non lo merito ma sono suo padre e le voglio bene.] conclude, infilando le mani nelle tasche. Rebecca non commenta, riprende dal punto precedente: [Perché Brianna l'ha incontrato, si chiamava padre George. Non può essersi scordata di lui, perché ne parla ancora oggi, perché... Qualcosa c'è fra loro che li unisce e il Caduto proverà sentimenti impossibili da gestire, si tratta di una loro fragilità, vorrà vederla prima del tempo e devi impedirlo.] afferma materna, come non si sa. Faccia Nathaniel. [Vederla ci ha donato pace.] dice Alfred. Brianna comincia a sbuffare. «Non possono fare qualcosa?» chiede al Medium. [Noi troveremo la nostra strada, a tempo debito. Lei percorra la sua libera dai pesi del passato. C'è il futuro che l'aspetta.] aggiunge Rebecca: [E vorremo bene anche a te, anche alle tue figlie.] ha uno slancio materno. [Sino a quando amerai Brianna e i miei nipoti.] corregge con burbero cameratismo Alfred. Gli Skulls sbiadiscono, il gelo si dirada, stranamente la Ethevyn non ne trae confronto: «Falli restare.» sa che non ha senso, ma la frase le esce dalle labbra.
Nathaniel: «Parlale normalmente, ti sente. Tu non puoi sentirla e non puoi vederla, ma per lei invece sei qui.» le accarezza la fronte, scende verso la guancia, poi finisce per raddrizzarsi con il busto. «Le stiamo affrontando.» risponde a Rebecca: «Le sta affrontando soprattutto lei, con grande coraggio.» poggiandole la mani sulle spalle, con fare protettivo e poi massaggiando appena, premendo con le dita. Va nuovamente a riferirle ciò che ha appena detto, omettendo del padre Fallen, per il momento. Ha bisogno di prepararla e soprattutto evitare di stressarla ulteriormente, questa sera. Lo fa a fin di bene e nella sua omissione, va a scrutare il volto della madre di Brianna, come se potesse comunicarle la motivazione così, semplicemente con un'occhiata prolungata. «E sì, lo farò ad ogni costo.» ribadendo quello che già sa e sanno ormai tutto: «Tutto ciò che è in mio potere, lo farò.» rassicura la signora Byrne: «Vogliono farti sapere che ti hanno sempre amata, non ti hanno mai abbandonata e non ti hanno mai caricato il peso di nulla. Sono arrivati qui, spinti dalla gioia di questo momento.» stringe di più la presa. Non è fatta per dare dolore, ma soltanto rassicurazione. «I vostri romanzi sono nella cassapanca della zia Violet.» le annuncia, tutto felice di darle quella notizia: «E anche i disegni di Alfred, sono lì.» spiega poi, in seguito, ciò che dirà, si spera, a quattrocchi a Constance. Evita anche di dirle chi è stato in realtà suo padre, di averlo già incontrato. Forse aspetta di essere soli. Davvero, soli. Annuisce però a quanto detto: «Vederti ha donato pace ad entrambe e ora...» uno sguardo ai due, che pian piano svaniscono, quindi a Brianna: «È ora di riposare per tutti e tre.» preme appena le labbra tra di loro: «E tu devi guardare avanti, libera dai pensieri e dai pesi del passato, c'è il futuro che ti aspetta. Loro, non ti preoccupare, troveranno la pace.» scuote poi il capo alla sua domanda: «Sono andati, Brianna. Ma mi hanno detto di darti questo.» si piega, provando a baciarle prima una guancia, poi spostandosi dall'altro lato, su quella opposta: «E di dirti che ti vogliono bene, sempre.»
Brianna non sembra pienamente appagata dalla conversazione, perché la capta parzialmente. «Io li amerò sempre e li ringrazio.» beve piano, ancora scossa. «Mamma non apprezzerà che vada all'altare incinta, ti raccomanderà un sacco di cose da marito del secolo scorso, annuisce e fingi di crederle.» parla convinta che la madre possa udirla e Rebecca ha in effetti agitato la mano, sbottando qualche improperio educato. Alfred non è parso turbato, ha aiutato la sorella a fuggire di casa, non si scandalizzerà per un rapporto prematrimoniale, ha sorriso. I Byrne non erano una pessima famiglia, però come ogni nucleo aveva determinate fragilità, tasti dolenti, conflitti irrisolti e non si fanno venire i nodi al pettine, alle congratulazioni per la gravidanza. [Verremo a salutarvi!] si sbilancia Rebecca, intende che nulla le impedirà di ammirare i nipoti. «Credevo andassero cercati nella casa a New York.» non volta, quindi può darsi stia parlando ad Alfred, oppure a se stessa. Resta in silenzio, che è l'arma più usata dai Byrne, adatta a qualsiasi occasione. Sorride al bacio di Nathaniel. «Loro troveranno la pace?» chiede al Medium, non c'è molta acqua ma osserva come oscilla nel bicchiere. «Mi spiace.» riprende con la fissa di scusarsi per l'aria che respira. «Sei ancora felice o ti abbiamo rovinato anche questa?» domanda con una risata soffocata. Non è affatto seria. «Io penso che dovremmo festeggiare sul serio. Non saprei come, adesso ma quando si sarà sbloccata la situazione... Saremo anche vicini alle nozze.» alza gli occhi sul compagno: «Mi mancano.» aggiunge sottovoce. «Dovrai avvisare i tuoi.» è quasi una richiesta. La futura suocera è scontato sia messa al corrente, sarà anche il turno delle gemelle e Brianna, deglutisce. «Sii delicato, graduale.» gli consiglia. Deve fare i preliminari.
Nathaniel ride, sia per Brianna quanto per la madre della stessa: «Ti ha appena detto cose poco carine ma comunque sempre molto elegantemente ed educatamente.» sorride a propria volta al sorriso di Alfred. «E tuo fratello ha sorriso.» le annuncia. Quando i due sono scomparsi del tutto e non li vedrà, ne sentirà più, andrà semplicemente a sederle vicino, finalmente di nuovo soli, nonostante l'inaspettata visita non sia stata un peso, tutt'altro: «Tua madre credo che ci abbia appena minacciati dicendo che verrà a salutarci.» sgomita verso di lei o meglio, poggia la spalla contro la sua, cercando di spingerla di qualche centimetro sul lato opposto: «E invece, erano sempre stati nella cassapanca di Zia Violet.» attimo di silenzio a fissare il vuoto: «Dove è la cassapanca della Zia Violet?» le domanda, girando il capo in sua direzione. «Mi piace tua madre...» sussurra, come se fosse una confidenza tra sposini quali sono e non avesse appena visto la stessa in versione Skull, ovvio: «Mi sembra una persona gentile, premurosa e quello che è certo è che è orgogliosissima di te.» inspira a fondo: «Alfred mi sembra un bel...» cerca la parola giusta, esitando: «Personaggio.» solleva di scatto le sopracciglia e mette su quasi un sorriso di scuse, se non ridesse il momento dopo. «La troveranno.» glielo dice con sicurezza, lasciando scemare l'ilarità: «Magari non ora, ma la troveranno. Credo che questa chiacchierata abbia già dato loro modo di...» corruga la fronte, disegnando un bel solco tra le sopracciglia: «Alleggerirsi.» annuisce, cercando poi di prendere il bicchiere e, se c'è riuscito, poggiarlo altrove, per prenderle la mano. «Ora è impossibile farlo. Mi chiedo in effetti cosa dicano di noi nel resto del mondo e di questo blackout.» domanda curioso, osservandola come se lei avesse la risposta: «Ad ogni modo, non appena riprenderemo i collegamenti, tieni in conto che quando dirò loro che sei incinta e che mi sto per sposare, si catapulteranno qui.» si stringe nelle spalle: «Alla fine è loro diritto e vorranno conoscere anche le gemelle. L'hanno sempre desiderato. Mia madre credo che ci sia fatta un cruccio almeno quanto me.» annuisce poi al resto. Inspira nuovamente, come se portasse addosso un grosso peso. «Hai mai conosciuto un certo Padre George?» si informa, prendendola molto alla lontana.
Brianna sembra avere un barlume di lucidità mentale, ride senza emettere un suono. «Conosco le sue imprecazioni, lei si arrabbiava spesso con noi.» racconta a Nathaniel: «Avevamo mentalità differenti.» respira a fondo. «È stata una delle serate più intense della mia vita: sono felice, sono incredibilmente eccitata all'idea di avere un figlio e ne sono spaventata; non vedo l'ora di sposarti e di arredare la cameretta, di stare con la tua famiglia e di darti l'occasione di passare più tempo con Fanny, Gwen e mio nipote, allo stesso tempo, ho mille ipotesi che passano davanti agli occhi e ricordi che affiorano, progetti che sorgono, non so come potrò dormire. È un sensazione bellissima, non l'ho mai provata prima, vorrei piangere, vorrei ridere, vorrei ballare, vorrei svegliare tutti per dire che sarò madre, che avrò un meraviglioso figlio dal migliore fra gli uomini.» allunga il braccio per accarezzargli il viso, trema a causa dell'adrenalina. «Succede sempre così?» confida nell'esperienza di Nathaniel. Si sposta, aggrotta la fronte. «Nel cottage.» replica, come fosse scontato. «La mamma è una donna eccezionale, non ho mai incontrato una personalità come la sua: è bella, una bellezza che è fatta di luce, sembra una farfalla dalle ali colorate. È affettuosa. È giocosa. È comprensiva. Lei è stata una madre impeccabile.» sottolinea per dovere, dare della 'sgualdrina' alla signora Byrne attiva Gladio Lucis in automatico con chiunque, inclusi i Supervisori. «Alfred è il figlio ribelle, ostinato. Papà cercava di piegarlo, sai che risparmiare la verga rende deboli i figli.» dice senza alcuna variazione nel tono: «Alla fine, l'ha reso un uomo buono, ligio al suo dovere verso la famiglia. Lui amava scherzare, stare alle feste, andare a donne, lui amava trasgredire, ama scandalizzare, ma papà seppe disciplinarlo. Dopo la guerra, cadde in una Depressione patologica, all'epoca non avevamo i mezzi per riconoscerla: alcol a fiumi, pratiche estreme come i tatuaggi, infine... Infine... Tradì Orla, sua moglie, nella loro casa. Si fece praticamente trovare in cucina. Non si separarono. Non condivisero più il letto o la tavola. Constance visse questa situazione, salvo quando riuscivo a portarla da me o dai nonni. Alfred continuò a precipitare con l'oppio, con la morfina, poi risaliva a un passo dalla fine e scivolava di nuovo. Alla fine, anche se non assumeva sostanze aveva il fisico minato dai vizi, dalle punizioni che si era inferto. Non incolpa me. Incolpa se stesso.» svuota il sacco sul fratello, perché insomma quando parla di caratteri problematici, ne sa. Inclina la testa. «Ci sono dei centri in città. Io conosco un agente di Polizia, Jethro Grimes e mi fido di lui. Nel senso, che credo tenti di fare la cosa giusta o la meno sbagliata.» respira a fondo: «Penseranno sia la fine e se non ci sbrighiamo, lo sarà. Dobbiamo officiare il rituale.» sospira. Lei incinta contro l'Oracolo. Sorride all'idea. «Sarà fantastico, amore!» cinguetta nella sua altalena di umori: «E tu conoscerai i miei.» soggiunge: «La mamma vorrà vedere il piccolo.» è raggiante. Non cambia atteggiamento su padre George: «Il mio professore di Arte: un uomo speciale, ci parlava di come Dio avesse creato la Luce e amandola l'avesse resa bella e quindi il segreto della Creazione era l'amore trasfuso in bellezza. L'arte era un gesto di amore, come ogni altra fonte di sapere. Lui sapeva che parole usare, come usarle e mi piace stare con lui. È qualcuno per cui mi sarei alzata sul banco a dire 'Capitano, mio Capitano'!» esclama allegra: «Era qui? Si ricorda di me, il caro padre George?» domanda a Nathaniel.
Nathaniel: «Proprio perché è la serata più felice della tua vita, loro erano qui a condividerla con te. L'han voluto fare perché sei sempre stata estremamente amata, voluta. La piccola di casa.» si piega, cercando di darle un bacio, sulla punta del naso, niente id troppo eclatante: «Anche io lo sono, tanto.» sussurra: «Siamo incintissimi.» sorride, cercando di poggiare la mano a coppa sul suo ventre ancora perfettamente piatto: «Sai che dovremo organizzare una cena tutti assieme, vero? Saremo una tavolata enorme e credo anche piuttosto caotica.» ride al pensiero: «Prenoto io. Andiamo a cena fuori così tu non ti stanchi in nessun modo. Ci godremo la serata, qualcun altro laverà i piatti e cucinerà per noi. Sarà soltanto la nostra serata, con le persone che più amiamo.» ascolta poi il resto, con estrema attenzione, senza farsi distrarre da nulla: «Beh, alla fine vi compensavate. Lui aizzava te, tu calmavi lui.» sorride ancora, cercando di recuperare il formaggio e il pane. «Mi sembra un ottimo compromesso.» ascolta anche il resto, senza turbarsi ma corrucciandosi, questo sì.
Taglia due fette uguali di formaggio e poi una la porte alla Nephilim: «Mangia o giuro che ti sculaccio.» con tanto di lampeggiare poco serio, dopo, delle sopracciglia. «Sai, non sono proprio il massimo esempio di felicità, nello scoprire di essere diventato improvvisamente padre o stare per diventarlo.» non sospira, ride: «Diciamo che se mia madre e mio nonno fossero stati armati di fulmini, quella sera su casa Hunt ci sarebbe stato un bel temporale.» prosegue a ridere: «Poi c'era mia nonna che invitava tutti alla calma, tra urla quali : NATHANIEL, MA DOVE AVEVI LA TESTA?» ciondola appena con il capo: «No, decisamente a questo turno andrà molto meglio.» confessa, ancora divertito. «Centri per cosa?» corruga la fronte: «Ah sì, lui.» abbastanza distaccato: «Se hai modo di sentirlo, ringrazialo per quello che ha fatto per Ariana.» ma la cosa finisce lì. Gelosia? Possibile. Ascolta poi l resto, mentre cerca di sventolarle davanti al naso, sempre il formaggio. Pare che davvero sia la sua nuova missione. «Doveva e ssere un uomo speciale. Sono felice tu l'abbia incontrato e ti abbia formato.» per il momento non sgancia la bomba ma si premura di cambiare argomento: «Su, mangiamo qualcosa e poi andiamo a letto. Lo so che non hai sonno, ma domani penso di dover andare a New Olrleans, devo vedere come stanno Ariana e Madison.»
the afterlife

Nessun commento:

Posta un commento