Doverosa Nota

Brianna Berenice Byrne non esiste e così la sua famiglia.
Tutto quello che viene riportato su queste pagine virtuali, quindi, non è realmente successo.
È frutto della fantasia di un gruppo di players che si divertono.

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martedì 4 novembre 2014

Here, I Stand

Stanno riposando, almeno è quanto riesco a percepire dalla cucina. Io sono troppo stanca per trovare sollievo nel sonno, sono rimasta ad accarezzare il viso stravolto dall'angoscia di Nathaniel, gli ho baciato la fronte, promettendogli che tutto sarebbe andato bene. Avevo promesso di non mentire, avevo promesso di parlare sinceramente, ma stavolta non ho potuto.
«In questa battaglia, non c'è tregua.»
L'amarezza di Alfred mi sommerge a distanza di anni, sento la morsa gelida della sofferenza annientare ogni slancio vitale, lo osservo seduto davanti a me con la sigaretta tra le labbra, parla, respira ma ha gli occhi di un uomo morto.
«Non è la tua battaglia, Bri.»
C'è una nota sprezzante nella sua voce distaccata, come se non fossi sua sorella ma una creatura aliena, estranea alla sua condizione.
Non c'è mai una risposta giusta, nei decenni, ne avrò elaborate a migliaia ed erano tutte sbagliate.
Avrei dato qualsiasi cosa, inclusa la mia vita per salvare David ma lui è al di là di qualsiasi potere terreno e noi siamo incastrati nel mondo, dobbiamo fare un passo avanti o almeno tentare.
Hai una moglie, hai una figlia, hai una famiglia che ha bisogno di te e non puoi cedere, non se il dolore che ti blocca è vero amore. Alzati, maledici il cielo e piangi con loro: non avete altro che voi stessi.
Sono aria che si disperde nel vuoto, Alfred mi fissa per cercare qualcosa che non trova.
«Ti voglio bene, Alfie.»
«Ti voglio bene anche io, Bri.»
Scorgo l'incrinatura, appare sincero e non può che essere affezionato alla bambina con cui è cresciuto, alla ragazza che gli avevano raccomandato di proteggere, però una sottile fenditura lascia trapelare un che di oscuro.
Sono la figlia di un Arcangelo, sono in grado di plasmare armi di luce ma il corpo di mio nipote resta esanime fra le mie braccia.
«Salvalo, Bri!» mia mamma non ha mai urlato tanto forte, ogni sillaba è un pugnale nel cuore.
«È morto...» mormoro, nessuno mi può udire tra le bombe, tra le grida, eppure Alfred capisce.
È in piedi, davanti a me, io sono chinata su David e i suoi occhi si spengono, affonda le mani nelle tasche dei pantaloni, mi studia che se non mi avesse mai vista prima.
Non un rimprovero, non un lamento, lui è il solo a chiudersi nel silenzio. L'arma prediletta dai Byrne.
«Non avresti sfidato il Cielo, Brianna, saresti rimasta a guardare, non metto in dubbio con immenso amore, ma non l'avresti sfidato per stare al mio fianco, o sfidare un'altra donna per lo stesso motivo. Saresti probabilmente stata ligia al tuo dovere, alla tua posizione.»
Ligia al mio dovere, come fosse un paravento da vigliacchi. Ligia al dovere, come se fosse una scappatoia dai sentimenti. Ligia al dovere, come se fosse la strada più semplice, il sentiero di chi non sa amare abbastanza.
«Che io sia maledetto sì, avrei sfidato il Cielo.. Ti avrei voluta con me con tutto ciò che comportava.»
Ovvero, perdermi come Haniel ha perso Rebecca anzi, come Haniel non ha mai davvero avuto Rebecca.
Alfred è seduto davanti a me ed è un muro di apatia, una superficie permeabile agli stimoli.
Non c'è niente da dire, non c'è nulla da fare davanti a un'anima che si sgretola.
Posso allungare la mano...
«Tu non fumi, Bri.»
Non ancora, Alfie.

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